TEOLOGIA DELLA SPERANZA


È importante mostrare che la speranza 
è il fondamento  e il motore del pensiero teologico in quanto tale.
(Jürgen Moltmann, Teologia della speranza, Queriniana, 2008, p. 13)



Taddeo Gaddi, Allegoria della Speranza, 1328-1330 c.,
Firenze, Cappella Barocelli, Basilica di S. Croce


Il fine della testimonianza è una fede che si distende nella speranza e nell'amore: non concerne primariamente un contenuto da apprendere, ma una relazione che investe tutto l'uomo.
L'incontro con la Vita plasma un modo nuovo di essere.
(Massimo Epis, Teologia fondamentale, 2009, Queriniana, p. 46)

L'escatologia è la dottrina della speranza cristiana, che abbraccia tanto la cosa sperata quanto l'atto dello sperare che questa suscita.
Il cristianesimo è escatologia dal principio alla fine, e non soltanto in appendice: è speranza, è orientamento e movimento in avanti e perciò è anche rivoluzionamento e trasformazione del presente.
(Jürgen Moltmann, Teologia della speranza, Queriniana, 2008, p. 10)

Ciò che nei due Testamenti biblici della speranza ci si presenta come l'Altro, come qualche cosa che non possiamo immaginare o raffigurarci a partire dal mondo empirico e dalle esperienze che ne abbiamo fatto, ci si presenta come promessa di qualche cosa di nuovo e come speranza di un futuro che viene da Dio. Il Dio di cui stiamo parlando non è un Dio intramondano o extramondano ma il «Dio della speranza» (Rm 15:13), un Dio per il quale «il futuro è la qualità dell'essere». 
(Jürgen Moltmann, Teologia della speranza, Queriniana, 2008, p. 10)

Tutti i predicatori di Cristo dicono non solo chi egli sia stato e sia, ma implicano un'affermazione su chi egli sarà e che cosa ci si debba aspettare da lui. Essi dicono tutti: «Egli è la nostra speranza» (Col. I,27). Annunziando al mondo il futuro di Cristo con tali promesse, quei predicatori orientano la fede in lui verso la speranza nel suo futuro. Questo futuro ancora nascosto si annunzia fin d'ora nelle promesse e, per mezzo della speranza così suscitata, opera nel presente.
(Jürgen Moltmann, Teologia della speranza, Queriniana, 2008, p. 11)

Le parole di speranza della promessa devono essere in contraddizione con la presente realtà empirica. Esse non sono il risultato di esperienze bensì la condizione perché nuove esperienze siano possibili. Esse non tendono a gettar luce sulla realtà esistente ma su quella veniente. Non intendono dare un'immagine mentale della realtà esistente, bensì condurre quest'ultima al cambiamento promesso e sperato.
(Jürgen Moltmann, Teologia della speranza, Queriniana, 2008, pp. 11-12)

In tutto il Nuovo Testamento la speranza cristiana tende verso ciò che non è ancora visibile, ed è perciò uno 'sperare contro speranza' che condanna le cose visibili, oggetto dell'esperienza presente. La speranza conduce l'uomo a contraddire la realtà attuale di se stesso e del mondo, ma questa è appunto la contraddizione della risurrezione nei confronti della croce. La speranza cristiana è speranza di risurrezione e dimostra la propria verità nella contraddizione del futuro di giustizia (che essa così apre e garantisce) contro il peccato, della vita contro la morte, della gloria contro la sofferenza, della pace contro la disunione.
(Jürgen Moltmann, Teologia della speranza, Queriniana, 2008, p. 12)



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