martedì 24 maggio 2016

Festa di Maria Ausiliatrice 2016


MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Un cuore misericordioso



PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






IL CUORE DI MARIA

«Com'è il cuore di Maria? È un cuore di mamma.
Il cuore di Maria è un cuore di madre, guardate anche noi possiamo sentirci accolti tra le braccia di Maria. Tutto lei condivide con noi. Il cuore di Maria è straziato di amore!
Il cuore di Maria è pieno di amore.
Chiediamo a Maria che ci dia un cuore come il suo capace di amare davvero, nei fatti, capace di verità, di umiltà, di purezza… 
Il cuore puro si esprime anche nel modo in cui si fanno le cose. C'è anche il modo di dire: l'ho fatto con il cuore, te lo dico con tutto il cuore. Quando usiamo queste espressioni vogliamo proprio dire il massimo. Per aiutarci a fare le cose con tutto il cuore, possiamo pensare di farle come se fosse la prima volta, oppure l'ultima o anche l'unica. Pensate un servizio che ci viene chiesto, facciamolo così bene come se fosse la prima, l'ultima e l'unica volta! La partecipazione alla Messa… pensate come potrebbe essere se fosse la prima volta, l'ultima volta e l'unica volta. Questo pensiero può aiutarci a fare le cose con tutto il cuore.
Non importa dare tanto o poco importa dare tutto. Non importa se siamo più o meno bravi a fare le cose, importa che le facciamo al nostro meglio, con tutto il cuore.

La nostra preghiera oggi sarà allora questa:

O Maria, donna dal cuore grande, 
grazie per il tuo amore di madre 
aiutaci a mettere il cuore in tutto quello che facciamo,
perché sia un messaggio dell'amore di Dio».

(Sr. Manuela Robazza, Fma)

lunedì 23 maggio 2016

Novena a Maria Ausiliatrice /9


MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Amare con viscere di misericordia

L'Anno Santo della Misericordia diventa occasione propizia per riflettere su Maria Ausiliatrice quale Madre di misericordia: proprio perché misericordiosa ella si fa aiuto dell'uomo. Così è possibile parlare della Vergine in correlazione alle opere di misericordia, in una mirabile sintesi di gesti e parole concrete che il Vangelo ci ha tramandato, e analizzando i loro significati simbolici e spirituali.



PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






«Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". 
E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé».
 (Gv 19,26-27)

AMARE CON VISCERE DI MISERICORDIA

Uno dei termini con cui l'Antico Testamento designa la misericordia di Dio è rahamim, che vuol dire "viscere" e che è il plurale di rechem, termine che indica il seno materno. È una parola che richiama quindi il grembo materno, quello spazio vitale in cui una madre è indissolubilmente legata al proprio figlio, tanto che - anche nel linguaggio comune - si dice che questo collegamento permane sempre, come un cordone ombelicale invisibile che lega la donna alla propria prole, indissolubilmente.
Tutto questo per esprimere che Dio ama con amore misericordioso "viscerale": intenso, perenne, profondo quanto quel legame che si instaura tra madre e figlio.
Una per tutte, valga la lapidaria affermazione che si legge in Isaia: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,15). 
Maria - la Madre per eccellenza - ama nello stile di Dio: con viscere di misericordia.
Lei si è letteralmente rivestita di queste viscere di misericordia (tale è la traduzione in latino di Col 3,12, che in italiano suona: Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità); anzi, si può dire che Dio stesso l'ha scelta per questo grande ufficio: rivestirsi di Cristo, cioè della Misericordia fatta carne; ospitare nel proprio grembo la Misericordia inesauribile di Dio; assumere il ruolo non solo di Madre di Cristo, ma di tutti gli uomini. Essere misericordiosa per sempre.

Ausiliatrice dei Cristiani o di tutti gli uomini?

«Qualcuno trova difficoltà ad aggiungere ad Ausiliatrice le parole dei Cristiani, come se specificare il riferimento ai discepoli di Gesù, al corpo di Cristo fosse eccessivo e addirittura escludente il resto dell'umanità.
Maria, in realtà, è Ausiliatrice di chiunque la invoca.
Maria è Madre, Sorella, Regina di chiunque la riconosce come tale e la accoglie con sé. Questo aspetto non è escludente; non limita l'Amore di Dio che agisce in Lei. L'Amore di Dio è certamente infinito. Dire che Maria è Aiuto/Ausiliatrice dei Cristiani, non esclude gli altri esseri umani: sottolinea invece la mia intimità con Maria, spalanca gli occhi alla mia fede e al mio cuore, sollecita la mia responsabilità missionaria, mi aiuta a comprendere che ogni chiamata, ogni vocazione è per la Salvezza non solo mio, ma dell'umanità! 
Maria Vergine è chiamata ad essere madre del Salvatore. Questa vocazione/missione impossibile le viene affidata non tanto per privilegio suo, ma per il bene e la salvezza dell'intera umanità. Dio sceglie/chiama qualcuno non per escludere gli altri, ma per raggiungere tutti! Il Signore è Dio d'Israele, non perché non lo è degli altri popoli, ma perché elegge un popolo per la salvezza di tutta l'umanità. Dio sa e vuole coinvolgere nel suo amore, per dare la Vita a tutti.
Ecco perché anche noi siamo chiamati ad essere Ausiliatrice come e con Maria!
Mentre chiediamo il suo potente aiuto contro Satana, e sappiamo di ottenerlo sempre, ci facciamo con lei Aiuto per tutti i nostri fratelli nella fede e nell'umanità [1].


NOTE

[1] Valerio Baresi, Maria Ausiliatrice dei Cristiani, in Cuore del Mondo n. 3, 2014.

domenica 22 maggio 2016

Novena a Maria Ausiliatrice 2016 /8


MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Consolare gli afflitti


L'Anno Santo della Misericordia diventa occasione propizia per riflettere su Maria Ausiliatrice quale Madre di misericordia: proprio perché misericordiosa ella si fa aiuto dell'uomo. Così è possibile parlare della Vergine in correlazione alle opere di misericordia, in una mirabile sintesi di gesti e parole concrete che il Vangelo ci ha tramandato, e analizzando i loro significati simbolici e spirituali.




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






«Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala».
 (Gv 19,25)


MARIA, L'AIUTO CHE CONSOLA

«I padri della Chiesa hanno parlato di» Maria, la madre di Gesù, anche «come sponsa Verbi: per dire che ella, a differenza della maggior parte delle madri (che portano il figlio alla maturità, ma poi lo lasciano all'unità di vita con un'altra donna) è stata l'adiutorium (cf Gn 2,18) di Gesù per l'intero arco della vita terrena del Signore, sino alla morte in croce» [1].
Adiutorium è un termine latino che indica chi si fa aiutante, ed è in questo ruolo che Maria diventa anche auxilium del figlio, colei che presta aiuto. Presso la Croce l'aiuto di Maria è, a livello più basilare, quello di una madre che consola un figlio nell'afflizione, nel dolore estremo. E su questo si innesta il livello superiore, quel livello che Maria ha vissuto per tutta la sua esistenza a fianco di Gesù, ma che ai piedi della Croce trova il suo culmine. Quello che nel linguaggio corrente «viene espresso dal termine corredenzione: con il quale si afferma che ella ha partecipato attivamente all'intera opera salvifica compiuta da Gesù nel corso della sua vita terrena, contribuendo autenticamente alla costituzione della cosidetta redenzione oggettiva (che è l'opera salvifica del Cristo completata dalla sua morte e risurrezione)» [2]
Così si può dire, in termini simbolici (ma densi di significato reale), che rimanendo con Gesù fino alla Croce Maria ha consolato il Figlio e, nel Figlio, anche tutto il genere umano bisognoso di consolazione.

Imparare a stare presso la croce

«Stare presso la croce ci chiama a riscoprire il grande compito della simpatia cristiana. Si è detto molto su questo "stare". Il primo atteggiamento di fronte al dolore, è quello di non fuggire, di non girarsi dall'altra parte, di non lasciarsi tentare dalla circonvallazione del Calvario, ma di stare accanto, in compagnia, in prossimità. La modalità di questa vicinanza può essere indicata attraverso una immagine del mondo contadino. L'innesto avviene per ferita. Dio si innesta nel mondo con il Calvario, con la ferita della croce; con dolore e per dolore ognuno si innesta nell'albero della storia e nella vita dell'altro. Mi innesto per ferita, con dolore e per dolore, sull'albero della vita. Solo allora possiamo portare la ferita, il dolore, portare l'altro. Dio è dentro. Noi, come Maria, possiamo solo essere accanto, innestati però sull'altrui dolore» [3]. Noi, come Maria, possiamo portare conforto, consolazione, la stessa consolazione con cui siamo consolati da Dio (cfr. 2 Cor 1,4).


NOTE

[1] Giorgio Gozzelino, Ecco tua Madre! Breve saggio di mariologia sistematica, Elledici, 1998, p. 86.

[2] Ibidem, p. 86.

[3] Ermes Ronchi, Bibbia e pietà mariana. Presenze di Maria nella Scrittura, Queriniana, 2004, pp. 105-106.

sabato 21 maggio 2016

Novena a Maria Ausiliatrice 2016 /7


MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Consigliare i dubbiosi


L'Anno Santo della Misericordia diventa occasione propizia per riflettere su Maria Ausiliatrice quale Madre di misericordia: proprio perché misericordiosa ella si fa aiuto dell'uomo. Così è possibile parlare della Vergine in correlazione alle opere di misericordia, in una mirabile sintesi di gesti e parole concrete che il Vangelo ci ha tramandato, e analizzando i loro significati simbolici e spirituali.




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






«Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: "Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti". Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, 
egli è per me fratello, sorella e madre"».
 (Mt 12, 46-50)

MARIA, MAESTRA DI SPERANZA

«"Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50). Con queste parole Gesù lascia un messaggio importante: la volontà di Dio è la legge suprema che stabilisce la vera appartenenza a Lui. Perciò Maria instaura un legame di parentela con Gesù prima ancora di darlo alla luce: diventa discepola e madre del suo Figlio nel momento in cui accoglie le parole dell’Angelo e dice: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola" (Lc 1,38). Questo “avvenga” non è solo accettazione, ma anche apertura fiduciosa al futuro. Questo “avvenga” è speranza!
Maria è la madre della speranza, l’icona più espressiva della speranza cristiana. Tutta la sua vita è un insieme di atteggiamenti di speranza, a cominciare dal “sì” al momento dell’annunciazione. Di fronte a tutte queste difficoltà e sorprese del progetto di Dio, la speranza della Vergine non vacilla mai! Donna di speranza. Questo ci dice che la speranza si nutre di ascolto, di contemplazione, di pazienza perché i tempi del Signore maturino» [1].

Una «maternità di fede» e di speranza da cui lasciarsi aiutare

«I Padri del primo millennio cristiano amavano ripetere che Maria ha concepito il Cristo prima con la fede che con il grembo materno» [2], desiderando lo stesso desiderio di Dio, nutrendo - per dirla in termini più semplici -, la stessa "speranza" di Dio. Di un Dio che ha delle "speranze", dei desideri, dei progetti sull'uomo: «Iil verbo con cui Maria esprime il suo consenso, e che è tradotto con "fiat" o con "si faccia", nell'originale non esprime una semplice rassegnata accettazione, ma vivo desiderio. Come se dicesse: "desidero anch'io, con tutto il mio essere, quello che Dio desidera; si compia presto ciò che egli vuole"» [3].
La maternità di Maria è dunque segno eloquente della sua fede e della sua speranza. Una fede e una speranza che la Madre mette a disposizione dei suoi figli terreni, quale aiuto nel loro percorso verso Dio. «Ogni uomo che di sì alla parola di Dio, le consente di incarnarsi in lui, le dà la propria carne (la totalità di sé), e in tal senso la genera nella propria vita. Dunque, produrre (= concepire) un atto di fede equivale ad entrare in un rapporto analogo a quello della generazione fisica del Cristo» [4]. Generare spiritualmente Cristo significa realizzare - come ha fatto Maria - un atto di fede e di speranza (oltre che di "carità", di amore). La Vergine di Nazaret, nel Magnificat, aveva riconosciuto nell'Incarnazione del Figlio di Dio il grande segno della misericordia inesauribile del Signore, quella misericordia che si stende su quelli che lo temono, di generazione in generazione (cfr. Lc 1,50). Così facendo lascia un esempio e un invito, aiutando l'uomo ad aprire gli occhi sui tanti segni concreti di misericordia che Dio dissemina sul loro cammino. 

Consigliare i dubbiosi

Sperare nella misericordia divina, così come ha fatto Maria, è l'insegnamento che si può trarre dai suoi gesti e dalle sue azioni. Gesti e azioni che Gesù, in Mt 12,50, non svilisce, ma, al contrario, esalta. Il credente può diventare "madre", testimone della speranza, modello di fede, apostolo della misericordia, proprio come lo è stata Maria.
Con la sua fede incrollabile, con la sua speranza anche in mezzo alle vicende più umanamente paradossali, con la sua carità quasi sovrumana, Maria si offre quale consigliera dell'uomo dubbioso, dell'uomo al binario tra fede e non-fede, di quello assalito dal problema della scelta tra razionale e soprannaturale, tra fede pura e comprensione di ogni dato. Questo ruolo è aiuto e stimolo: aiuto per superare il dubbio, stimolo affinché il dubbioso, una volta approdato alla Verità, sappia a sua volta farsi dispensatore di consiglio.
«Consigliare i dubbiosi è la prima indicazione che ci viene data. Prima ancora di insegnare agli ignoranti e di ammonire i peccatori; di consolare gli afflitti e perdonare l’offesa ricevuta; prima ancora di pregare Dio per i vivi e per i morti e di sopportare con pazienza le persone moleste, viene chiesto di consigliare chi è nel dubbio. Perché questo primato e cosa comporta? Il dubbio - ἀπορία come dice il greco - indica lo stato di incertezza in cui si trova una persona. E’ la condizione di chi non sa scegliere, di chi esita e rimane sospeso perché manca di una visione chiara e sicura. La problematicità della vita si fa sentire nel dubbioso in maniera sconvolgente, così da renderlo debole, insicuro e per questo esposto a ogni sorta di rischio. La vita del dubbioso, purtroppo, oscilla pericolosamente dalla paura all’angoscia, creando situazione di vera sofferenza. L’estensione del dubbio oltre misura, tuttavia, non consente all’uomo di ritrovare più se stesso e di dare alla sua vita il fondamento e la certezza di cui ha bisogno. Il dubbio va in qualche modo sostenuto purché giunga a cogliere la verità che ricerca. Il fine a cui tendere, dunque, è la verità non la permanenza infinita nel dubbio. In questo contesto, non si può trascurare il dubbio che entra nella mente del credente circa i contenuti della sua fede. Questo dubbio è paradossale e contraddittorio, perché chi crede non può dubitare. Il cristiano vive con la certezza della verità che accoglie liberamente nella sua vita, e sa che questa gli è data attraverso la rivelazione di Dio. Per dirla con s. Anselmo, chi crede fa esperienza di Dio e quindi ha certezza della sua verità. Ciò che muove a conoscere e dare fondamento non è altro che il desiderio stesso della fede di voler conoscere di più. 
La ricerca della verità, quindi, è un dovere di carità e la vicinanza al dubbioso è una responsabilità che chi ama non può rifiutare di offrire. Al contrario, la ricerca e la condivide perché il cammino verso la verità non è mai un percorso solitario, ma sempre un sentiero condiviso» [5]. 


NOTE


[2] Giorgio Gozzelino, Ecco tua Madre! Breve saggio di mariologia sistematica, Elledici, 1998, p. 64. 

[3] Raniero Cantalamessa in Ibidem, p. 64.

[4] Ibidem, p. 65.

[5] Rino Fisichella, Consigliare i dubbiosi. Le prediche di Spoleto, in Avvenire 29 giugno 2013.

venerdì 20 maggio 2016

Novena a Maria Ausiliatrice 2016 /6


MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Dar da bere agli assetati


L'Anno Santo della Misericordia diventa occasione propizia per riflettere su Maria Ausiliatrice quale Madre di misericordia: proprio perché misericordiosa ella si fa aiuto dell'uomo. Così è possibile parlare della Vergine in correlazione alle opere di misericordia, in una mirabile sintesi di gesti e parole concrete che il Vangelo ci ha tramandato, e analizzando i loro significati simbolici e spirituali.




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE

(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN





«Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. 
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno vino". 
E Gesù le rispose: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora". 
Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».».
 (Gv 2, 1-5)

OCCHI PER VEDERE

 «Il banchetto di nozze di Cana è un’icona della Chiesa: al centro c’è Gesù misericordioso che compie il segno; intorno a Lui ci sono i discepoli, le primizie della nuova comunità; e vicino a Gesù e ai suoi discepoli c’è Maria, Madre provvidente e orante. Maria partecipa alla gioia della gente comune e contribuisce ad accrescerla; intercede presso suo Figlio per il bene degli sposi e di tutti gli invitati. E Gesù non ha rifiutato la richiesta di sua Madre. Quanta speranza in questo avvenimento per noi tutti! Abbiamo una Madre che ha gli occhi vigili e buoni, come suo Figlio; il cuore materno e ricolmo di misericordia, come Lui; le mani che vogliono aiutare, come le mani di Gesù che spezzavano il pane per chi aveva fame, che toccavano i malati e li guarivano. Questo ci riempie di fiducia e ci fa aprire alla grazia e alla misericordia di Cristo» [1]. Maria diventa un aiuto misericordioso e provvidenziale per tutti gli assetati, tanto nel corpo, quanto nello spirito. Le apparizioni mariane in cui la Vergine lega la sua presenza allo sgorgare di sorgenti d'acqua diventano un simbolo nel simbolo: acqua che disseta il corpo, ma anche segno di come la Madonna sia canale di grazia, strumento nelle mani di Dio per invitare gli uomini alla conversione, Donna che rimanda all'unica vera acqua capace di dissetare, a quei «fiumi d'acqua viva» sgorgati dal seno di Cristo (cfr. Gv 7,38).

Aiutare Dio nel suo progetto di salvezza

«Nella scena di Cana, oltre a Gesù e a sua Madre, ci sono quelli che vengono chiamati i “servitori”, che ricevono da Lei questa indicazione: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela" (Gv 2,5). Naturalmente il miracolo avviene per opera di Cristo; tuttavia, Egli vuole servirsi dell’aiuto umano per compiere il prodigio. Avrebbe potuto far apparire direttamente il vino nelle anfore. Ma vuole contare sulla collaborazione umana, e chiede ai servitori di riempirle di acqua. Come è prezioso e gradito a Dio essere servitori degli altri! Questo più di ogni altra cosa ci fa simili a Gesù, il quale "non è venuto per farsi servire, ma per servire" (Mc 10,45). Questi personaggi anonimi del Vangelo ci insegnano tanto. Non soltanto obbediscono, ma obbediscono generosamente: riempirono le anfore fino all’orlo (cfr Gv 2,7). Si fidano della Madre, e fanno subito e bene ciò che viene loro richiesto, senza lamentarsi, senza calcoli» [2]. Seguendo l'esempio di questi servitori, ogni cristiano è invitato a farsi "operatore di misericordia", per essere ausilio dei propri fratelli, come lei - la Madre - è ausilio di tutti i suoi figli.


NOTE


[2] Ibidem.

giovedì 19 maggio 2016

Novena a Maria Ausiliatrice 2016 /5


MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Insegnare agli ignoranti


L'Anno Santo della Misericordia diventa occasione propizia per riflettere su Maria Ausiliatrice quale Madre di misericordia: proprio perché misericordiosa ella si fa aiuto dell'uomo. Così è possibile parlare della Vergine in correlazione alle opere di misericordia, in una mirabile sintesi di gesti e parole concrete che il Vangelo ci ha tramandato, e analizzando i loro significati simbolici e spirituali.




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE

(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






«Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore».
 (Lc 2,51)

MARIA EDUCATRICE

«Ci si può chiedere: che cosa comportò per Gesù avere Maria per madre e Giuseppe per "padre"? [...] Un'osservazione attenta consente di scoprire in Gesù i tratti spirituali della madre: la disponibilità al progetto di Dio, la preghiera che sgorga dal cuore, la sollecitudine verso i poveri e i sofferenti, la mitezza e l'umiltà, ecc. Maria non è stata madre solamente nel senso che lo ha concepito, partorito e nutrito. Gli è stata accanto giorno dopo giorno, lo ha "cresciuto", gli ha trasmesso la sua ricchezza interiore nella cornice della vita quotidiana [1]. Gesù ha preso da Maria tutto ciò che un figlio della sua età poteva prendere in quell'ambiente dalla propria mamma. È lei che lo ha iniziato alla lingua del suo popolo, alla preghiera sacra, alla lettura della Torà, agli usi e costumi degli antenati. È lei che gli ha trasmesso le innumerevoli e imponderabili cose che un fanciullo riceve, anche a sua insaputa, nel focolare domestico. Ella fu la prima e più importante educatrice di Gesù [2]».

Maria insegna agli ignoranti

Il termine "ignorante" non va inteso in senso negativo, ma per quello che esso indica realmente: uno che ignora delle cose, che non le conosce ancora, o che non le conosce nella maniera giusta. Maria ha educato un Gesù veramente neonato, bambino e fanciullo che, al pari di ogni essere umano, ha dovuto imparare a camminare, parlare, pregare secondo gli usi e i riti della propria fede.
Ma, «fatto per diventare un altro Gesù, ogni uomo è per ciò stesso chiamato ad esistere ad immagine e somiglianza anche di Maria; e trova in lei l'incomparabile educatrice della sua vita» [3].
Guardare a Maria e affidarsi a lei significa acconsentire a mettersi alla sua scuola e farsi educare da lei è lasciarsi aiutare nel proprio percorso di crescita umana e cristiana. 
«Santa Maria esercita un influsso materno sulla formazione, sulla vita e sullo sviluppo della Chiesa e di ogni suo membro. In quanto singolare discepola di Gesù buon pastore e maestra di cristianesimo – anticamente la si qualificava, la si riconosceva e la si invocava, tra l'altro, anche come la "Buona Pastora" o la "Divina Pastora" – la Madre del Signore insegna una spiritualità che tende a creare una cultura della vita e uno stile evangelico di vita, che si fa carico con compassione, tenerezza, misericordia, gentilezza e accoglienza delle speranze e dei bisogni delle creature per contrastare una pseudo cultura dura, spietata, indifferente, estraniante, che non promuove ma deprime l'umano, visto che il Dio cristiano con i suoi valori antropocentrici diviene per molti un "estraneo", e i suoi discepoli e discepole dei "forestieri" da non frequentare e interpellare» [4].


NOTE

[1] Francesco Mosetto, Gesù «cresceva». Storia e mistero, LAS, 2015, pp. 35-36.

[2] Giorgio Gozzelino, Ecco tua Madre! Breve saggio di mariologia sistematica, Elledici, 1998, pp. 72-73.

[3] Ibidem.

[4] Salvatore Maria Perrella, Maria, prima educatrice, in Madre di Dio, 5 maggio 2012.

mercoledì 18 maggio 2016

Novena a Maria Ausilatrice 2016 /4

MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Perdonare le offese


L'Anno Santo della Misericordia diventa occasione propizia per riflettere su Maria Ausiliatrice quale Madre di misericordia: proprio perché misericordiosa ella si fa aiuto dell'uomo. Così è possibile parlare della Vergine in correlazione alle opere di misericordia, in una mirabile sintesi di gesti e parole concrete che il Vangelo ci ha tramandato, e analizzando i loro significati simbolici e spirituali.




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE

(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






«Trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro».
 (Lc 2, 43-50)

COMPRENDERE, PRIMA CHE "PUNIRE"

 Gesù si smarrisce nel Tempio quando è ancora un fanciullo. Su un piano puramente formale, esteriore, la sua è una disobbedienza ai propri genitori, i quali partono per far rientro a casa senza essere stati avvisati del "cambio di programma" che il loro figlio aveva progettato. Se, per un attimo, si provasse a trasportare la scena ai giorni nostri, immaginando che il quadro descritto fosse quello di un pellegrinaggio in un grande santuario, affollato di gente proveniente da ogni dove, collocato in un contesto rumoroso in cui è finanche difficile sentire lo squillo di un cellulare, sarebbe ancora più facile immaginare lo smarrimento, il turbamento degli ignari genitori, nel rendersi conto di non sapere che fine abbia fatto il proprio figlio.
Sarebbe altrettanto facile ipotizzare, assieme a questo sentimento, anche quello del sentirsi sconcertati per la disobbedienza, l'inconscienza di un figlio che decide di fare di testa sua.
Nel caso di Gesù - ovviamente, ma è bene dirlo a scanso di equivoci - non si tratta di incoscienza, e neppure di vera disobbedienza. Egli agisce per obbedire al Padre suo, quello celeste. Ma Giuseppe e Maria, genitori veri (seppure, nel caso di Giuseppe, non carnalmente), che piano piano stanno entrando sempre più nel mistero di questo figlio che è stato loro "donato", provano un'angoscia reale, perché non hanno ancora compreso totalmente il grande progetto di Dio sul Gesù incarnato, sul Gesù vero uomo. Le parole della madre possono allora apparire come un rimprovero. Un rimprovero giusto, sacrosanto, materno, nel senso che esso esprime tutta la premura, la sofferenza, ma anche il ruolo educativo dei genitori, la loro responsabilità nel dare delle regole al proprio figlio. Regole che, in questo caso, non sono state rispettate. Ma il modo in cui Maria pone il suo quesito esprime una certa dolcezza, che sembra quasi eclissare la natura stessa del rimprovero in sé. Sembra prevalere la gioia di aver ritrovato il figlio. Maria non è "risentita" per l'accaduto, per quanto esso rappresenti una ferita per il suo cuore, ma ella vuole comprenderne le ragioni. Maria si presenta così come madre che vuole educare cercando di comprendere, instaurando un dialogo. È una donna di modernità assoluta, da questo punto di vista. Maria è così il modello della madre che vuole "parlare" con il proprio figlio; una donna che non vuole innestarsi sul metodo del semplice elenco di rimbrotti o di punizioni; una donna che non si "offende" per la disobbedienza, ma che cerca di addentrarsi nelle motivazioni profonde di esse, certa che la persona che ha dinanzi, per quanto ancora sia solo un fanciullo, è, appunto, una persona, con sentimenti, idee, intelligenza. Una persona da capire, più che da - o prima che semplicemente - "punire".

Imparare a "perdonare"

L'atteggiamento di Maria al momento del ritrovamento di Gesù può diventare un esempio per la vita familiare. Maria, in senso lato, è modello di "perdono" per chi convive quotidianamente con persone amate, ma dotate di pregi e difetti - come chiunque - e quindi da cui, non di rado, si viene (anche involontariamente) feriti, delusi, offesi.
La Madonna non solo insegna a perdonare, ma a saper andare oltre un perdono puramente esteriore. Perdono, alla scuola di Maria, significa capacità di mantenere il dialogo con l'altro anche quando il risentimento e l'amor proprio tenterebbero di interromperlo; perdono implica la necessità fondamentale di non limitarsi alle parole superficiali, ma a quelle che vanno in profondità, per provare a capire le motivazioni che hanno determinato le scelte altrui, e così facendo poter valutare se il coniuge, un figlio, un parente, vivano un disagio che possa essere dettato - anche solo marginalmente - dai comportamenti, da una mancanza, da una disattenzione della stessa persona offesa o, come in tanti casi accade, semplicemente dall'incomprensione. Solo nel perdono che si alimenta anche di un dialogo "cuore a cuore" è possibile offrire un aiuto concreto all'altro, quell'aiuto che rende possibile mantenere, ricostruire, rinsaldare le relazioni umane, nello spirito dell'amicizia fraterna, della pace, nello stile della carità di Gesù, quello stile che anche Maria ha vissuto.