giovedì 31 dicembre 2015

Cibo e Parola


UNA STELLA È SPUNTATA DA GIACOBBE
(in collaborazione con Enza, foodblogger su Foodtales)


Natale è anche "simbologia", evento (salvifico, per i cristiani, e non semplicemente consumistico!) collegato all'utilizzo di simboli che, con il tempo, hanno assunto quasi l'aspetto di un marchio di fabbrica per dolci, addobbi, regali. Dietro questi elementi - ipersfruttati dal mondo del marketing - non di rado si nasconde un significato profondo, che affonda le sue radici nella Sacra Scrittura. Proprio come accade per la stella, che non è semplicemente un oggetto decorativo, ma, prima ancora, "biblico", e dunque dal sapore teologico e spirituale, rimando a una realtà ben più profonda di ciò che il segno mostra solo all'apparenza.


L'antipasto realizzato da Enza, del blog Foodtales.
Trovate la ricetta in fondo al post


LE STELLE NEL PIANO DIVINO

Le stelle compaiono fin dalle prime pagine della Scrittura, nel Libro della Genesi, come frutto dell'opera del Creatore. Esse vengono poste a servizio dell'uomo; ciò vale in modo particolare per il sole e la luna, chiamate a «governare» (Gn 1,16) il giorno e la notte; le si ritrova poi nei Salmi e nel Libro di Isaia. Esse «sono creature di Dio, egli le chiama per nome ed esse eseguono i suoi comandi, manifestando la sua gloria (cf Gen 1,14-18; Is 40,26; Sal 147, 4)» (Mario Meini, Stella del Mattino, in La Parola del Vescovo, Rivista on line Madre di Dio, n. 11, dicembre 2011).
Quest'ultima affermazione è la chiave di lettura per afferrare totalmente l'associazione tra Gesù - il Figlio di Dio, Colui che compie perfettamente la volontà del Padre - e la stella; e tra la stella e il Natale. La correlazione è sottesa nella profezia di Balaam, (riportata nel Libro dei Numeri) all'interno della quale vi è un chiaro riferimento all'avvento del Messia, indicato come un Messia-Re:

«Io lo vedo, ma non ora,
io lo contemplo, ma non da vicino:
una stella spunta da Giacobbe
e uno scettro sorge da Israele»
(Nm 24,7).

La comprensione di questa profezia riporta lo sguardo del lettore biblico  - ancora una volta - al Libro della Genesi. La stipulazione dell'Alleanza con Abramo è accompagnata da queste parole di Dio: «Io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici» (Gn 22,17).

Gesù, la stella che spunta da Giacobbe

Cristo che nasce nel mondo è la stella che spunta dalla discendenza di Davide: Giacobbe - menzionato nel Libro dei Numeri - è infatti anch'egli un discendente davidico, e - nello specifico - il nipote di Abramo.
Gesù, dunque, è parte di quella stirpe di Abramo che sarebbe stata «numerosa come le stelle del cielo», ma non è una stella fra tante, bensì la stella per eccellenza, perché non semplicemente non semplicemente Uomo, ma Uomo nuovo, nuovo Adamo; non soltanto Uomo, ma anche Dio; non solo Dio, ma Dio-Figlio; 
Cristo può essere paragonato alla stella anche perché, in quanto Uomo e in quanto Figlio, ha risposto alla chiamata del Padre, venendo sulla terra a compiere perfettamente la volontà di Colui che lo ha mandato. San Paolo, nella Lettera ai Filippesi (2, 6-11) tratteggia la figura di Gesù come del Figlio che si è fatto obbediente assumendo la condizione di servo, fino alla morte di croce. Per questo:
«Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
"Gesù Cristo è Signore!",
a gloria di Dio Padre».
Gesù è la stella delle stelle che Dio ha chiamato per nome; Egli è chiamato a dargli gloria, come gliene danno le stelle; e così come il sole e la luna erano state create per «governare» il giorno e la notte, Cristo è chiamato a «governare le nazioni con scettro di ferro» (Ap 12,5). La visione della Gerusalemme Celeste, all'interno dell'Apocalisse, contiene, per l'ennesima volta, un riferimento alle stelle:
«Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli» (Ap 22, 3- 5)

L'uomo è chiamato a essere stella

Gesù, che si autodefinisce «la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino» (Ap 22,16), afferma anche:
«Al vincitore che custodisce sino alla fine le mie opere
darò autorità sopra le nazioni:
le governerà con scettro di ferro,
come vasi di argilla si frantumeranno
con la stessa autorità che ho ricevuto dal Padre mio; e a lui darò la stella del mattino» (Ap 22, 26-28).
I credenti sono la discendenza di Abramo, «numerosa come le stelle del cielo»: essi sono confermati, attraverso il simbolismo metaforico della stella, nella loro "vocazione" alla figliolanza divina: rifulgere di luce riflessa, dare gloria a Dio con la loro luminosità, illuminare il mondo. Essere per sempre uniti a Cristo, una cosa sola con Lui. Chi sarà perseverante sino alla fine "possederà" Dio per sempre.
Gesù stesso, nel Vangelo, dà di sé stesso questa descrizione: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12); ma dirà anche ai suoi discepoli: «Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,14-16).
In Cristo, stella che è spuntata da Giacobbe, i credenti sono già "chiamati per nome", proprio come Dio chiama tutte le stelle; in Cristo, in Lui saranno chiamati per nome (con il nome nuove che ciascuno riceverà cfr Ap 2,17) per l'eternità; e con Lui regneranno. Sarà l'avverarsi perpetuo del «canto nuovo» (Ap 5,9) intonato dai redenti:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra»
(Ap 5, 9-10).




ALBERELLI STELLATI
di Enza, del blog Foodtales


Tante volte prepariamo dei decori natalizi dando per scontato ogni significato sotteso da ciascun simbolo: l'albero, la stella, la luce.
«L’eucaristia – scriveva J. Ratzinger - è il perenne albero della vita, il quale è accessibile; in ogni tempo è nel nostro centro e in ogni tempo c’invita a ricevere il frutto della vera vita». 
In essa riceviamo Gesù vero Dio e vero Uomo; quel Gesù che è la «luce del mondo», «la stella radiosa del mattino».



Ingredienti

Fettine di melanzana fritta;
fettine di provola fresca o scamorza o altro formaggio;
sugo di pomodoro già cotto q.b.;
stelline di carota cruda;
origano;
parmigiano grattugiato;
semi di sesamo;
sale;
una fetta di pane in cassetta per ritagliare le letterine.

Procedimento per la realizzazione degli antipasti

Partendo dalle fette più grandi, che formano la base degli alberelli, disporre a strati alternati le melanzane e il formaggio.
Sulle fette di melanzane aggiungere un pizzico di sale e un cucchiaino di parmigiano; sulle fette di provola il sugo e l'origano.
Completare con le stelline di carota infilzate in uno stuzzicadenti, e a piacere semi di sesamo e parmigiano grattugiato su tutta la composizione.


venerdì 25 dicembre 2015

Spiritualità per il Tempo di Natale


GESÙ RIMARRÀ PER SEMPRE




«Da quel momento
il Figlio eterno del Padre
sarebbe stato "Gesù"
e "Gesù" sarebbe rimasto per sempre.

E il Padre,
che era abituato a vedere il suo Figlio eterno
nella gloria del cielo,
guardando il piccolo Gesù,
fatto di carne e di sangue,
che sgambettava, rideva e piangeva,
provava - per dir così -
sentimenti mai provati prima
perché mai,
nell'eternità che aveva preceduto il tempo,
aveva avuto un Figlio fatto uomo
e ora, invece, cominciava ad averlo.

Sentiva una tenerezza struggente:
lo avrebbe abbracciato, coccolato,
come fanno i padri della terra
con i loro bambini...

Meno male che c'era Maria
che era fatta di carne e di sangue
e poteva stringerselo al cuore
e nutrirlo al proprio seno!

E c'era anche Giuseppe
che lo sosteneva, lo custodiva, lo proteggeva.
Il bambino lo chiamava: "Abbà!"
e si affidava alle sue forti braccia.

Un giorno
quel Figlio dell'Altissimo
avrebbe chiama Abbà
anche il suo Padre celeste,
Abbà, proprio come ora Maria
gli insegnava a chiamare Giuseppe,
il suo padre della terra».

(Lia Cerrito, Vangelo Apocrifo)

giovedì 24 dicembre 2015

Novena di Natale 2015 / 9


ALLA SCOPERTA DELLA
FEDELTÀ DI DIO *
Il mistero del Natale alla luce della misericordia




Dal Vangelo di Luca

«C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”.
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori”».
(Lc 2, 8-17) 

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Dal Magistero di Pio XII e di papa Francesco 

«Ogni fronte si prepara a curvarsi e ogni ginocchio a piegarsi in adorazione davanti» al «mistero della misericordiosa bontà di Dio, che nella sua carità infinita volle dare, quale dono più grande all'umanità il suo Figliuolo Unigenito. 
La stella, indicatrice della culla del neonato Redentore, da venti secoli ancora splende meravigliosa nel cielo della Cristianità». 

(Pio XII, Radiomessaggio, 24 dicembre 1941)

«Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero Dio, è venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino.  È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fattosi carne. 
In questa Notte condividiamo la gioia del Vangelo: Dio ci ama, ci ama tanto che ha donato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre. Il Signore ci ripete: "Non temete" (Lc 2,10). Come hanno detto gli angeli ai pastori: "Non temete". Non temete! Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù per guidarci nel cammino verso la terra promessa. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Egli è la misericordia: il nostro Padre ci perdona sempre. Egli è la nostra pace».

(Francesco, Omelia nella Messa della Notte della Solennità del Natale del Signore
24 dicembre 2013)


* Il testo pubblicato è uno stralcio della novena di Natale «Il grande tempo della Misericordia», disponibile in formato ebook nei principali store on line, tra cui Sanpaolostore.it

mercoledì 23 dicembre 2015

Novena di Natale 2015 / 8


LASCIARSI TRASFORMARE
DALLA MISERICORDIA *
Il mistero del Natale alla luce della misericordia




Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Galati

«Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».
(Lc 6, 37; 41-42) 

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Dal Magistero di Benedetto XVI


«Il Salvatore viene per ridurre all’impotenza l’opera del male e tutto ciò che ancora può tenerci lontani da Dio. Con la sua venuta tra noi, Dio ci indica e ci assegna anche un compito: proprio quello di essere somiglianti a Lui e di tendere alla vera vita, di arrivare alla visione di Dio nel volto di Cristo. Dobbiamo abituarci a percepire Dio.  
La venuta del Signore non può avere altro scopo che quello di insegnarci a vedere e ad amare gli avvenimenti, il mondo e tutto ciò che ci circonda, con gli occhi stessi di Dio. Il Verbo fatto bambino ci aiuta a comprendere il modo di agire di Dio, affinché siamo capaci di lasciarci sempre più trasformare dalla sua bontà e dalla sua infinita misericordia. 
Gesù Bambino, giungendo a noi, non ci trovi impreparati, impegnati soltanto a rendere più bella la realtà esteriore. La cura che poniamo per rendere più splendenti le nostre strade e le nostre case ci spinga ancora di più a predisporre il nostro animo ad incontrare Colui che verrà a visitarci, che è la vera bellezza e la vera luce. Purifichiamo quindi la nostra coscienza e la nostra vita da ciò che è contrario a questa venuta: pensieri, parole, atteggiamenti e azioni, spronandoci a compiere il bene e a contribuire a realizzare in questo nostro mondo la pace e la giustizia per ogni uomo e a camminare così incontro al Signore».

(Benedetto XVI, Udienza Generale, 22 dicembre 2010)


* Il testo pubblicato è uno stralcio della novena di Natale «Il grande tempo della Misericordia», disponibile in formato ebook nei principali store on line, tra cui Sanpaolostore.it

martedì 22 dicembre 2015

Novena di Natale 2015 / 7


LA MADRE DELLA MISERICORDIA
È NOSTRA MADRE *
Il mistero del Natale alla luce della misericordia




Dal Vangelo di Giovanni

«Gesù, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé”».
(Gv 19, 26- 27) 

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Dal Magistero di Benedetto XVI


«Maria, nel cui grembo verginale Dio si è fatto uomo, è nostra Madre! Mistero di misericordia e di amore, dono che arricchisce la Chiesa di una feconda maternità spirituale. Maria non parla mai di sé, ma sempre di Dio, e lo ha fatto con questo nome così antico e sempre nuovo: misericordia, che è sinonimo di amore, di grazia. Dio è Uno in quanto è tutto e solo Amore, ma proprio essendo Amore è apertura, accoglienza, dialogo; e nella sua relazione con noi, uomini peccatori, è misericordia, compassione, grazia, perdono. 
Dio ha creato tutto l’esistenza e la sua volontà è sempre soltanto vita. Per chi si trova nel pericolo, è salvezza. In questo donarsi di Dio nella Persona del Figlio è all’opera l’intera Trinità: il Padre che mette a nostra disposizione quanto ha di più caro; il Figlio che, consenziente col Padre, si spoglia della sua gloria per donarsi a noi; lo Spirito che esce dal pacifico abbraccio divino per irrigare i deserti dell’umanità».

 (Benedetto XVI, Discorso in occasione dell’atto di venerazione all’Immacolata
8 dicembre 2007; Omelia, 17 maggio 2008)


* Il testo pubblicato è uno stralcio della novena di Natale «Il grande tempo della Misericordia», disponibile in formato ebook nei principali store on line, tra cui Sanpaolostore.it

lunedì 21 dicembre 2015

Novena di Natale 2015 / 6


ALLA SCOPERTA DELLA

FEDELTÀ DI DIO *
Il mistero del Natale alla luce della misericordia




Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Galati

«Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto  la  Legge,  per  riscattare  quelli  che  erano  sotto  la  Legge,  perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!». Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio». 
(Gal 4, 4-7)
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Dal Magistero di Benedetto XVI

«L’intero cammino dell’anno della Chiesa è orientato a scoprire e a vivere la fedeltà del Dio di Gesù Cristo che nella grotta di Betlemme si presenterà a noi, ancora una volta, nel volto di un bambino. Tutta la storia della salvezza è un percorso di amore, di  misericordia  e  di  benevolenza:  dalla  creazione  alla  liberazione del popolo di Israele  dalla  schiavitù  d’Egitto,  dal  dono  della  Legge  sul  Sinai  al ritorno   in  patria dalla schiavitù babilonese. Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe è stato sempre il Dio  vicino,  che  non  ha  mai  abbandonato  il  suo  popolo.  Dio entra nel tempo dell’uomo nel  modo  più  impensato:  facendosi  bambino  e  percorrendo le tappe  della  vita umana, affinché tutta la nostra esistenza, spirito, anima e corpo - come ci ha ricordato san  Paolo  -  possa  conservarsi  irreprensibile  ed  essere  elevata alle  altezze  di  Dio».

(Benedetto XVI, Omelia nei Primi Vespri della I Domenica di Avvento
1 dicembre 2012)


* Il testo pubblicato è uno stralcio della novena di Natale «Il grande tempo della Misericordia», disponibile in formato ebook nei principali store on line, tra cui Sanpaolostore.it

domenica 20 dicembre 2015

Novena di Natale 2015 / 5


GESÙ DONA ALL'UOMO 
UNA VITA SANTA *
Il mistero del Natale alla luce della misericordia




Dalla Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

«Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d'amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia». 

(Ef 1, 3-7) 
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Dal Magistero di Benedetto XVI

«Che cosa ci dice Maria? Lei ci parla con la Parola  di Dio, che si è fatta carne nel suo grembo. Il suo “messaggio” non è altro che Gesù, Lui che è tutta la sua vita. E’grazie a Lui e per Lui che lei è l’Immacolata. E come il Figlio di Dio si è fatto uomo per noi, così  anche  lei,  la  Madre,  è  stata  preservata  dal  peccato  per  noi,  per tutti, quale anticipo  della  salvezza  di  Dio  per  ogni  uomo.  Così  Maria  ci  dice  che siamo  tutti chiamati  ad  aprirci  all’azione  dello  Spirito  Santo  per  poter  giungere, nel  nostro destino finale, ad essere immacolati, pienamente e definitivamente liberi dal male. Ce lo dice con la sua stessa santità, con uno sguardo pieno di speranza e di compassione, che  evoca  parole  come  queste:  “Non  temere,  figlio,  Dio  ti  vuole bene;  ti  ama personalmente;  ti  ha  pensato  prima  che  tu  venissi  al  mondo  e  ti  ha chiamato all’esistenza per ricolmarti di amore e di vita; e per questo ti è venuto incontro, si è fatto come te, è diventato Gesù, Dio-Uomo, in tutto simile a te, ma senza il peccato; ha dato se stesso per te, fino a morire sulla croce, e così ti  ha donato una vita nuova, libera, santa e immacolata” (cfr Ef 1,3-5)»


(Benedetto XVI, Atto di venerazione all’Immacolata
8 dicembre 2010)


* Il testo pubblicato è uno stralcio della novena di Natale «Il grande tempo della Misericordia», disponibile in formato ebook nei principali store on line, tra cui Sanpaolostore.it

sabato 19 dicembre 2015

Novena di Natale 2015/ 4


I CIELI APERTI *
Il mistero del Natale alla luce della Misericordia




Dal Libro del profeta Isaia

«Guarda dal cielo e osserva 
dalla tua dimora santa e gloriosa.
Dove sono il tuo zelo e la tua potenza,
il fremito delle tue viscere
e la tua misericordia?
Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Perché gli empi hanno calpestato il tuo santuario,
i nostri avversari hanno profanato il tuo luogo santo?
Siamo diventati da tempo
gente su cui non comandi più,
su cui il tuo nome non è stato mai invocato.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti».
(Is 63, 15-19)
_______________ 

Dal Magistero di papa Francesco

«Se  i  cieli  rimangono  chiusi,  il  nostro orizzonte in questa vita terrena è buio, senza speranza. Invece, la  fede  ancora  una  volta  ci  ha  dato  la certezza  che  i  cieli  si sono  squarciati  con  la venuta  di  Gesù.  La  manifestazione del  Figlio  di  Dio  sulla terra  segna  l’inizio  del grande tempo della misericordia, dopo che il peccato aveva chiuso i cieli, elevando come una barriera tra l’essere umano e il suo Creatore. Con la nascita di Gesù i cieli si aprono!  Dio  ci  dà  nel  Cristo  la garanzia  di  un  amore indistruttibile».
(Francesco, Angelus, 12 gennaio 2014)


* Il testo pubblicato è uno stralcio della novena di Natale «Il grande tempo della Misericordia», disponibile in formato ebook nei principali store on line, tra cui Sanpaolostore.it

venerdì 18 dicembre 2015

Novena di Natale 2015 / 3


GESÙ È PAZIENTE *
Il mistero del Natale alla luce della misericordia




Dal Vangelo di Giovanni

«Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi».
(Gv 1, 9-14)
_______________ 

Dal Magistero di papa Francesco

«Nel  mistero  dell’Incarnazione  del  Figlio  di  Dio  c’è  un  aspetto  legato  alla libertà umana.  Infatti,  il  Verbo  di  Dio  pianta  la sua tenda tra noi, peccatori e bisognosi di misericordia. E tutti noi dovremmo affrettarci a ricevere  la  grazia  che  Egli  ci  offre. Invece,  “i suoi  non  lo  hanno  accolto”.  Anche  noi  tante  volte  lo rifiutiamo, preferiamo rimanere nella chiusura dei nostri  errori e nell’angoscia dei nostri peccati. Ma Gesù non  desiste  e  non  smette  di offrire  se  stesso  e  la  sua grazia  che  ci salva! Gesù  è paziente, Gesù sa aspettare, ci aspetta sempre. Questo è un messaggio di speranza, un  messaggio  di  salvezza,  antico  e  sempre  nuovo».

(Francesco, Angelus, 5 gennaio 2014)



* Il testo pubblicato è uno stralcio della novena di Natale «Il grande tempo della Misericordia», disponibile in formato ebook nei principali store on line, tra cui Sanpaolostore.it