mercoledì 30 settembre 2015

TRIDUO A SANTA TERESA DI LISIEUX (terzo giorno)

Missionaria "nell'animo"
- Anno della Vita Consacrata -






Il logo dell'Anno della Vita Consacrata vuole comunicare un messaggio attraverso i suoi simboli:
  • «la colomba raffigura l'azione dello Spirito Santo fonte di vita e ispiratore di creatività. 
  • Le acque formate da tessere di mosaico, indicano la complessità e l’armonia degli elementi umani e cosmici che lo Spirito fa "gemere" secondo i misteriosi disegni di Dio perché convergano nell'incontro ospitale e fecondo che porta a nuova creazione.
  • Le tre stelle esprimono la circolarità e la relazionalità dell’amore trinitario che la vita consacrata cerca di vivere quotidianamente nel mondo e richiamano anche il trino sigillo aureo con cui l’iconografia bizantina onora Maria, modello e patrona di ogni vita consacrata.
  • Il piccolo globo poliedrico significa il mondo con la varietà dei popoli e delle culture. Invito ai consacrati e alle consacrate «a diventare portatori dello Spirito (pneumatophóroi), uomini e donne autenticamente spirituali, capaci di fecondare segretamente la storia» (VC 6)» [1].
Santa Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo, la cui memoria liturgica ricorre il 1 ottobre, ha saputo vivere in pienezza ciò che questi simboli esprimono e ha lasciato in eredità a tutti - laici e consacrati - le perle preziose, il tesoro nel campo, le cose antiche e sempre nuove che ha saputo scoprire nell'intimità con la Sapienza Divina, quella che l'ha arricchita della Scientia Amoris, consentendole di essere annoverata tra i Dottori della Chiesa.



O Dio, nostro Padre, che apri le porte del tuo regno agli umili e ai piccoli, fa' che seguiamo con serena fiducia la via tracciata da santa Teresa di Gesù Bambino, perché anche a noi si riveli la gloria del tuo volto. 
(dalla Liturgia)


IL PICCOLO GLOBO: MISSIONARIA "DALLA" CLAUSURA

Convertire i peccatori: Teresa "missionaria" fin dagli anni della giovinezza

Si può dire che Teresa comincia a vivere la sua missionarietà già da laica, da piccola laica.
Nel 1887, quando la santa ha solo 14 anni, un grande criminale sta per essere sottoposto alla pena capitale. Si tratta di Enrico Pranzini, condannato per aver assassinato tre donne. Il caso ha vasta eco sulla stampa nazionale, e anche Teresa, dunque, ne viene a conoscenza.
Da poco tempo, la giovane francese aveva ricevuto una "grazia", che ella stessa descrive nella sua Autobiografia: «Una domenica, guardando una fotografia di Nostro Signore in Croce, fui colpita dal sangue che cadeva da una delle sue mani Divine: ne provai un grande dolore pensando che quel sangue cadeva a terra senza che nessuno si desse premura di raccoglierlo, e decisa di tenermi in spirito ai piedi della Croce per ricevere la rugiada Divina che ne sgorgava, comprendendo che avrei dovuto, in seguito, spargerla sulle anime... Anche il grido di Gesù sulla Croce mi riecheggiava continuamente nel cuore: "Ho sete!". Queste parole accendevano in me un ardore sconosciuto e vivissimo. Volevo dar da bere al mio Amato e io stessa mi sentivo divorata dalla sete delle anime. Non erano ancora le anime dei sacerdoti che mi attiravano, ma quelle dei grandi peccatori: bruciavo dal desiderio di strapparli alle fiamme eterne... » [1]. La vicenda di Pranzini e il coinvolgimento di Teresa si inseriscono in questo "cambiamento" nell'animo della santa. La ragazza, animata dall'ardente desiderio della conversione del criminale, comincia a pregare per lui, a offrire «i meriti infiniti di Nostro Signore, i tesori della Santa Chiesa» e fa dire una Messa per lui, con la "complicità" della sorella più grande, Celina, la quale non solo si offre di essere il "braccio destra" di Teresa dal punto di vista pratico, ma si unisce a lei nella preghiera per implorare a Dio la grazia tanto attesa.
Teresa all'età di tredici anni
Teresa manifesta così il suo spirito missionario che la contraddistinguerà anche al Carmelo: raggiungere le anime non con la predicazione, non con la presenza fisica, ma attraverso la preghiera, nell'offerta di quei piccoli atti d'amore quotidiano che sono come legna che fa ardere il fuoco dell'amore di Dio, un amore onnipotente che può ottenere tutto, anche l'insperato.
La futura santa spinge al massimo la sua fiducia, in una sorta di anticipazione del nocciolo della piccola via, quello della "confidenza" senza limiti: «Sentivo in fondo al cuore la certezza che i nostri desideri sarebbero stati esauditi; ma allo scopo di darmi coraggio per continuare a pregare per i peccatori, dissi al Buon Dio che ero sicurissima che avrebbe perdonato al povero disgraziato Pranzini; che l'avrei creduto anche se non si fosse confessato e non avesse dato alcun segno di pentimento, tanto avevo fiducia nella misericordia infinita di Gesù; gli domandavo soltanto "un segno" di pentimento per mia semplice consolazione... La mia preghiera fu esaudita alla lettera! Il giorno dopo la sua esecuzione mi trovo sotto mano il giornale "La Croix". L'apro in fretta, e cosa vedo?... Pranzini non si era confessato, era salito sul patibolo e stava per passare la testa nel lugubre foro, quando a un tratto, colto da una ispirazione improvvisa, si volta, afferra un Cricifisso che il sacerdote gli presenta e bacia per tre volte le sante piaghe!... Poi la sua anima andò a ricevere la sentenza misericordiosa di Colui che dichiara che in Cielo ci sarà più gioia per un solo peccatore che fa penitenza che per 99 giusti che non hanno bisogno di penitenza!» [2].

Carmelitana e missionaria

La vita religiosa, per Teresa, è un perfezionamento della sua vocazione missionaria.
«Nonostante la mia piccolezza, vorrei illuminare le anime, come i Profeti, i Dottori! Ho la vocazione d'essere Apostolo... Vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome! Ma, o mio Amato, una sola missione non mi basterebbe: vorrei al tempo stesso annunciare il Vangelo nelle cinque parti del mondo e fino nelle isole più lontane... vorrei essere missionaria non solo per qualche anno, ma vorrei esserlo stata dalla creazione del mondo ed esserlo fino alla consumazione dei secoli...» [3].
Teresa vorrebbe partire realmente per le missioni, ma la sua fragile salute è un impedimento alla realizzazione del suo desiderio. La santa non si scoraggia e, nella "determinata determinazione" tipica dei santi (usando un'espressione della Santa Madre Teresa d'Avila), la "vocazione nella vocazione" che di lì a poco la santina del Carmelo di Lisieux scoprirà, le aprirà lo scenario di un nuovo modo di vivere la sua vocazione missionaria: «La Carità mi diede la chiave della mia vocazione. Capii che la Chiesa aveva un corpo, composto da diverse membra, il più necessario, il più nobile di tutti non le mancava: capii che la Chiesa aveva un cuore, e che questo Cuore era acceso d'Amore Capii che solo l'Amore faceva agire le membra della Chiesa: e che se l'Amore si dovesse spegnere, gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue... Capii che l'Amore racchiudeva tutte le Vocazioni, che l'Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi!» [4]. Teresa può essere missionaria attraverso l'Amore!
Il suo messaggio sull'amore che rende missionari è stato sottolineato anche da Giovanni Paolo II. Egli scelse, come data per la proclamazione di Teresa a Dottore della Chiesa, il 19 otobre 1997, Domenica missionaria: «Tutti gli uomini sono chiamati ad accogliere nella fede il Vangelo che salva. A tutti i popoli, a tutte le terre e le culture, la Chiesa è inviata: "Andate... e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28, 19-20). Queste parole, pronunciate da Cristo prima di salire al cielo, unitamente alla promessa fatta agli Apostoli ed ai successori di essere con loro sino alla fine del mondo (cfr Mt 28, 20), costituiscono l'essenza del mandato missionario: nella persona dei suoi ministri è Cristo stesso ad andare ad gentes, verso quanti non hanno ancora ricevuto l'annuncio della fede. 2. Teresa Martin, Carmelitana scalza di Lisieux, desiderava ardentemente di essere missionaria. E lo è stata, al punto da poter essere proclamata Patrona delle Missioni. Gesù stesso le mostrò in quale modo avrebbe potuto vivere tale vocazione: praticando in pienezza il comandamento dell'amore, si sarebbe immersa nel cuore stesso della missione della Chiesa, sostenendo con la forza misteriosa della preghiera e della comunione gli annunciatori del Vangelo. Ella realizzava così quanto è sottolineato dal Concilio Vaticano II, allorché insegna che la Chiesa è, per sua natura, missionaria (cfr Ad gentes, 2). Non solo coloro che scelgono la vita missionaria, ma tutti i battezzati, sono in qualche modo inviati ad gentes» [5].  E' un altro grande messaggio che Teresa ha lanciato al mondo, affinché rinnovi perpetuamente la propria chiamata "missionaria".

L'urna con i resti mortali di S. Teresa di Lisieux
Proprio lei, che ha vissuto tutta la sua breve, ma intensa, vita religiosa, senza mai uscire dalla mura della clausura, continua ancora oggi la sua "missione", raggiungendo molte anime attraverso i suoi scritti e la sua dottrina e attraverso le sue spoglie mortali, che in una peregrinatio continua, non smettono realmente di "percorrere la terra" da un capo all'altro!


NOTE
[1]  Santa Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, Libreria Editrice Vaticana, Edizioni OCD, 1997, pp. 145-146.
[2] Ibidem, pp. 146-147.
[3] Ibidem, p. 222.
[4] Ibidem, p.223.
[5] Giovanni Paolo II, Omelia nella Santa Messa per la proclamazione a "Dottore della Chiesa" di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, 19 ottobre 1997.

Nessun commento:

Posta un commento