giovedì 2 luglio 2015

COME DISTESI SU UN LETTO DI MORTE


SOLO DIO CI FA RIVIVERE
Riflessioni a margine della Parola di oggi




"Arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio".

(Gn 22,9-10)
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"Gli portavano un paralitico disteso su un letto".

(Mt 9,2)



Possiamo metterci in ascolto della Parola di oggi focalizzando la nostra attenzione su due scene che, apparentemente, non sembrerebbero essere collegate: il sacrificio di Isacco e il paralitico disteso sul lettuccio.

L'elemento che ci consente una riflessione "a specchio" è la posizione assunta da entrambi i due personaggi: distesi su una superficie piana, collocati "su un letto di morte".


Morti viventi

Prima dell'intervento divino, tanto Isacco quanto il paralitico sono come dei morti viventi. Isacco sta per essere sacrificato e il paralitico conduce una vita fisicamente limitata, trovandosi finanche nel bisogno che qualcuno lo conduca da Gesù.

Psicologia interiore
Pur trattandosi di due vicende dai numerosi risvolti psicologici, né la Genesi, né il Vangelo si soffermano sui dettagli interiori dei due personaggi. C'è tuttavia un passaggio che ci mette in grado di comprenderne qualcosa...

LA TUA FEDE TI HA SALVATO!
"L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito»" (Gn 22,12).
"Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati»". (Mt 9,2).

E' la fede la chiave di lettura della psicologia e dell'interiorità spirituale di tutti i personaggi coinvolti in entrambi i racconti. E' l'elemento che ci fa comprendere il lato nascosto di queste due vicende. Mentre tutto, all'esterno, sembra andare per il verso sbagliato, mentre la vita sembra che stia per essere sconfitta, la fede che viene rivelata dal successivo intervento divino ci fa realizzare che tanto Abramo quanto Isacco, così come pure il paralitico e i suoi amici, sono interiormente spinti a fidarsi di Dio oltre ogni apparenza, oltre ogni difficoltà.
In sintesi, proprio quella psicologia (anche... spirituale) che non viene tratteggiata apertamente dall'Autore Sacro, emerge con forza dalle parole dell'angelo e da quelle di Gesù. Attraverso la fede cogliamo tutto lo sconvolgimento interno di Isacco e del paralitico, di Abramo e degli amici dell'ammalato, ma anche - e soprattutto - la loro fiducia incrollabile. 

Il silenzio nelle prove
Emerge con forza un altro dato: la capacità di affrontare le prove nel silenzio, nel "segreto del cuore" in cui il Padre ha sempre totale accesso. E' l'atteggiamento con cui anche i grandi personaggi del Nuovo Testamento vivono i momenti più drammatici delle loro esistenze: Giuseppe alla scoperta della gravidanza di Maria; Maria quando il Figlio viene deriso e ucciso; Gesù stesso, che in tutta la sua dolorosa passione rimane come pecora muta di fronte ai suoi tosatori.
La consapevolezza di essere sempre nelle mani del Padre, la ferma speranza nella Provvidenza Divina e l'esempio di Gesù devono essere per noi di sprone, affinché rispondiamo alla volontà di Dio con l'obbedienza silenziosa, ma coltivando nel cuore la speranza nel suo amore salvifico, capace di intervenire in nostro favore anche all'ultimo minuto, laddove non sembra esserci alcuna speranza umana.

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