domenica 25 gennaio 2015

NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO - L'amicizia - quarto giorno

 NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO
 

O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,

che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,

sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre

e la salvezza dei prossimo;

aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;

insegnaci ad amare

 Gesù Sacramentato,

Maria Ausiliatrice

e il Papa;

e implora da Dio per noi una buona,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 



Amen.





 
"L'amicizia si differenzia secondo la diversità dei modi di comunicare e i modi di comunicare si differenziano secondo i beni che costituiscono l'oggetto dello scambio: se si tratta di beni falsi e vani, l'amicizia è falsa e vana; se si tratta di beni veri, l'amicizia è vera; e migliori saranno i beni, migliore sarà l'amicizia. 
Infatti, allo stesso modo che il miele raccolto dalle gemme dei fiori più deliziosi è il migliore, così l'amore fondato sullo scambio di un bene squisito è ottimo".
(San Francesco di Sales, Filotea, cap. XVII)
L'amicizia umana (inclusa quella tra le anime!) si fonda necessariamente su uno scambio di beni.
Abbiamo già visto che tra Giovanni Bosco e Luigi Comollo vi fu un mutuo soccorso, sul piano terreno e su quello spirituale, teso al perfezionamento degli spiriti, e che, almeno per la parte che noi conosciamo (ossia la vita di Luigi narrata dal santo dei giovani), tanto giovò a don Bosco nel suo percorso religioso e caratteriale.
Nella dimensione amicale tra i due, Luigi non esitò a fare quanto di norma gli amici veri fanno: mettere in comune anche le buone conoscenze, sempre per il maggior profitto dell'anima.
Narra don Bosco nelle sue Memorie dell'Oratorio, con riferimento al momento decisivo della sua scelta vocazionale, allorché pensava di dover entrare nell'ordine Francescano:

"Capitò un fatto che mi mise nell'impossibilità di entrare subito tra i Francescani.
Credevo fosse una difficoltà passeggera, invece arrivarono altri ostacoli ancora più grandi.
Decisi allora di confidarmi con il mio amico Luigi Comollo.
Ecco il suo consiglio: fare una novena e scrivere una lettera a suo zio parroco.
L'ultimo giorno della novena, in sua compagnia ho fatto la confessione e la Comunione.
Poi, nel duomo, ascoltammi una Messa e ne servimmo un'altra all'altare della Madonna delle Grazie.
Tornati a casa, trovammo una lettera con la risposta di don Comollo, lo zio di Luigi.
Diceva:
- Tutto considerato, io consiglierei il tuo compagno di non entrare in convento.
Vesta l'abito dei chierici, e mentre proseguirà gli studi verrà a conoscere sempre meglio ciò che Dio vuole da lui.
Non abbia paura di perdere la vocazione.
Con la ritiratezza e le pratiche di pietà supererà ogni ostacolo.
Ho seguito quel consiglio sapiente, e cominciai a fare letture e riflessioni che mi aiutassero nella preparazione a indossare l'abito dei chierici".
 (San Giovanni Bosco, Memorie dell'Oratorio, p.65, Elledicì, 1986)
Quanto sia stata fondamentale, nella vita di don Bosco, questa scelta di entrare in seminario diocesano, probabilmente egli stesso lo comprese solo nel corso del tempo.
Fu in quel luogo che incontrò molti dei sacerdoti che lo seguirono e lo aiutarono nel suo cammino: don Cafasso, don Borel, don Guala...
Certamente, se il Signore avesse voluto, avrebbe trovato un altro modo per portare queste sante anime sacerdotali sul cammino del giovane Giovanni Bosco....ma scelse proprio quella dell'amicizia con Comollo e della sua generosità nel fare "a metà" con lui anche la preziosa conoscenza di quel suo zio parroco al quale Luigi attribuiva la sua stessa formazione spirituale.
Proviamo a riflettere se anche noi agiamo così con i nostri amici, se sappiamo condividere con loro i tesori delle persone che abbiamo la fortuna di conoscere e di stimare, o se invece ci trinceriamo dietro le gelosie, l'egoismo, un senso errato del possesso degli affetti.
"Condividere" le comuni amicizie non è un "perdere" qualcosa del nostro rapporto personale con gli amici.
Ciascuno manterrà la sua personale e "propria" relazione amicale con l'altro.
Mettere in comune non è privarsi di niente, è semplicemente una conseguenza dell'amore di amicizia. 
Lo stesso Gesù ce lo ha dimostrato, dandoci Colei che più ha amato sulla terra, sua Madre; e dando a Sua Madre colui che più ha amato con amore di amicizia, Giovanni.

Santa Domenica a tutti!

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