venerdì 29 agosto 2014

TRIDUO A SANTA TERESA MARGHERITA REDI DEL S.CUORE DI GESU' - Primo giorno - la devozione al Sacro Cuore






O Santa Teresa Margherita Redi,    
che sentisti forte nella tua vita
la presenza di Dio-Amore 
nascondendoti con Cristo in Dio, 
tanto da esserne consumata in breve tempo,
ottienici di poter anche noi vivere 
e far nostro questo amore di Dio 
soprattutto nelle pene e sofferenze della vita.
AMEN



Santa Teresa Margherita Redi in una stampa
della foresteria del monastero
delle Carmelitane scalze di Parma

TRIDUO A SANTA TERESA MARGHERITA REDI DEL S.CUORE DI GESU', OCD
"La devozione al Sacro Cuore"
(trovate qui e qui altre notizie sulla santa)


"Sono Teresa di Gesù e ti voglio tra le mie figlie".

Si rafforzò all'udire queste parole - oggetto di una vera e propria "locuzione" secondo il vocabolario della mistica - la vocazione carmelitana di Santa Teresa Margherita Redi del S.Cuore, al secolo Anna Maria Redi (1747-1770), di nobile famiglia aretina.
La giovane aveva 16 anni, all'epoca di questi fatti eg ià da qualche mese aveva - in modo del tutto inatteso - virato le sue aspirazioni verso la vita carmelitana, essendo stata fino ad allora  orientata verso le benedettine del Monastero di S.Apollonia, presso cui era stata educata.
Teresa di Gesù venne, in un certo senso....a dare la spinta finale, la parola di conferma alle nuove ispirazioni interiori della ragazza.
E per ben due volte le ripetè di volerla tra le "sue figlie":
"Io sono Teresa di Gesù, e ti dico che tra poco sarai nel mio monastero".
Fanciulla di grande maturità spirituale, già avvezza alla vita contemplativa e circondata da sante figure (il direttore spirituale, vari sacerdoti, e - personaggio di spicco nella sua formazione religiosa - il padre, uomo pio e di profonda vita interiore), Anna Maria Redi cominciò il suo periodo di postulandato al Carmelo il 1° settembre del 1764.
Furono tre mesi in cui dimostrò la sua solida virtù, soprattutto l'umiltà e l'amore alla povertà, tanto più bella in lei che veniva da una famiglia ricca.
Tre mesi in cui più volte disse - anche esplictamente -di essere "felice".
L'uso del tempo prevedeva che, una volta ammessa alla vestizione dalla comunità, la ragazza uscisse dalla calusura, per "salutare" parenti ed amici.
Anna Maria vestì l'abito carmelitano il 10 marzo 1765, prendendo il nome di suor Teresa Margherita del Cuore di Gesù.
Il nome è un elemento da non sottovalutare, considerando che all'epoca il giansenismo screditava la devozione al Sacro Cuore, e che la toscana aveva fortemente risentito degli influssi di questa corrente. 
La santa ne fu invece particolarmente devota e - secondo le parole di Padre Gabriele di S.M.Maddalena - "Teresa Margherita" era "già completamente devota del S.Cuore quando" arrivò "al monastero di S.Teresa, e questa devozione le otterrà il suo secondo nome di religione".
La Vita di Margherita Maria Alacoque - procuratale da suo padre e la cui lettura fu autorizzata dal direttore spirituale - incentivò ulteriormente e le fece approfondire questo amore al Cuore di Gesù e la condusse in una sorta di "viaggio" spirituale: dal Sacro Cuore alla Trinità.
Ecco la testimonianza di P.Ildefonso, suo padre spirituale, che sottolinea come ella considerasse il Sacro Cuore: "il centro di manifestazione dell'amore onde il divin Verbo fino nel seno del Padre ci ha amato per tutta l'eternità, e col quale ci ha nel tempo meritato che noi, con lo stesso amore partecipato, lo possiamo ed in terra ed in cielo riamare.
E questo effettivamente era il significato che trovai che ella dava a questa devozione, facendola consistere in riamare incessantemente il principio di chi tanto ci ha amato". 
Padre Gabriele di S.M.Maddalena, ocd, nel suo libro dedicato all'itinerario spirituale della Santa, scrive:
"Evidentemente, per Teresa Margherita la devozione al S.Cuore risale fino all'amore divino ed eterno del Verbo, amore di cui il frutto più prezioso in noi è di averci reso capaci di amare soprannaturalmente,  di contraccambiare quel'amore con amore del medesimo ordine: l'amore di carità".
E' la "convinzione" tradotta in stile di vita, che fu definita, nel processo ordinario come un "rendere amore per amore".

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