sabato 17 maggio 2014

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE: terzo giorno - Maria aiuto del suo sposo, Giuseppe -




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE


COMPOSTA DA DON BOSCO

O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;


Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!






TERZO GIORNO: "MARIA,  AIUTO DI SAN GIUSEPPE"


"Una vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe della casa di Davide"
(Lc 1,27)

Eva condusse Adamo sulla strada della disobbedienza che anche lei aveva seguito; Maria condusse Giuseppe a Gesù sulla strada della perfetta adesione al volere di Dio, la stessa via che ella aveva deciso di percorrere.

C'è un "fiat" nella vita di Eva, come in quello di Maria, ed in entrambi i casi è un "sì" che finisce per trascinare nella stessa direzione anche gli uomini che Dio aveva messo loro accanto.
In tutto questo c'è sempre la libertà dei mariti, che liberamente accettano di seguire le proprie mogli.
E' però vero che la capacità di "trascinare", pur nel rispetto della libertà altrui, non è sempre orientata al bene.
Il fiat di Eva è quello sbagliato: è il sì alla "ribellione", al "di più" proibito, è un sì al tentatore e conduce al peccato;
il fiat di Maria è il sì al Creatore ed al Suo piano di salvezza e porta al Bene, alla Bellezza, alla Pienezza.

E' curioso  come la vita di Adamo e quella di Giuseppe stia, in un certo senso, in mano alle loro donne.
Adamo e Giuseppe hanno piena libertà di scelta: potevano opporsi a quanto stava accadendo alle loro consorti.
Adamo poteva dire di no alla seduzione del maligno operata sfruttando la disobbedienza di Eva, Giuseppe poteva rifiutare di accettare quel Figlio che era stato concepito in Maria, direttamente da Dio.
Entrambi accettano, ma mentre per Adamo questo significa la fine del Paradiso terrestre, per Giuseppe ciò è l'inizio del Paradiso in terra: la vita con Maria e con Gesù.

CONIUGE deriva, etimologicamente, da CONIUGE: CON e la radice JUG.
"Insieme, unire".
Tutto si riporta al "giogo", quello che lega i due sposi per la vita.
Da qui la grande responsabilità tanto per l'uomo quanto per la donna: l'unione tra i due fà sì che l'uno si fidi dell'altro e delle sue scelte...il loro legame diventa un traino, perché uno solo è il giogo che li lega.
Attenzione, quindi, a che l'uomo non trascini la donna verso la direzione sbagliata e viceversa.

Il vero "aiuto corrispondente" allo sposo è veramente Maria, che arricchita dei doni infiniti del Suo Creatore, spinge Giuseppe ad un'ascesa spirituale senza pari.
Maria è il modello della moglie "aiuto", "ausilio" del marito, sulla via interiore, ma anche nelle fatiche temporali del quotidiano.
Maria prende sul serio il casto legame sponsale che la unisce al suo Giuseppe: oggi diremmo, che le è stato fedele nella buona e nella cattiva sorte, in salute ed in malattia.
Perchè Maria ha condiviso con Giuseppe le calunnie che di certo la gente avrà proferito contro di loro al momento della gravidanza inattesa e avvenuta prima del tempo; poi ha vissuto con lui la sorte di emigranti, le peripezie dei viaggi in condizioni disagiate, le difficoltà economiche e - se volessimo dirla in termini moderni - le fatiche dell'essere genitori.
Penso a quando Gesù si smarrisce nel Tempio e per tre giorni Suo padre e Sua Madre Lo cercano con apprensione.
Non possono comprendere quello che accade, sperimentano il dolore di non riuscire a penetrare nella psicologia, nelle motivazioni di un figlio.
Provano il dolore della responsabilità genitoriale, forse si interrogano anche personalmente sul come abbiano assolto il loro compito.
Maria rimane accanto al suo sposo, con fedeltà.
Non recrimina, non incolpa, non abbandona.

"Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo"
 (Lc 2,48)

Maria proferisce la più bella dichiarazione d'amore che una moglie avrebbe potuto fare al marito, nel momento in cui la sofferenza acuta per il timore d'aver smarrito un figlio, avrebbe forse spinto una donna "ordinaria" ad incolpare lui- il capofamiglia, l'uomo di casa -
Maria rimane al suo posto: cede a Giuseppe l'ordine di priorità, esprime in un plurale verbale il sentimento comune, la responsabilità condivisa; quando forse lui percepiva intimamente un timore di colpa, la paura d'aver mancato...ecco che lei raccoglie le forze anche per lui e prende la parola.
Con una sola frase spazza via ogni dubbio di rimprovero allo sposo, ogni pretesa di un posto di primo ordine nell'educazione del figlio.
Lei, che pur era la più santa tra i due (nulla togliendo alla santità grandissima di San Giuseppe, il più santo dopo Maria), lei che era la Madre di Dio, rispetta il suo ruolo di moglie e di madre.

Maria Ausiliatrice è dunque modello di ogni moglie e di quel suo essere "aiuto corrispondente, simile" per il proprio sposo.
Maria è donna come ogni donna, conosce i pesi della vita familiare, conosce l'animo umano.
Maria, pienamente donna, ha vissuto fino in fondo il suo ruolo di "aiuto" del suo casto sposo, ha dimostrato il suo amore che soccorre, che aiuta, anche nelle situazioni più drammatiche.

Possa la Vergine illuminare tutte le spose e guidarle nell'essere, per i loro mariti, sante e santificatrici, donne capaci di sacrificio e di mutuo soccorso, consapevoli del loro grande ruolo di sostegno all'uomo nelle più o meno importanti sfide che la vita, giorno dopo giorno, presenta loro. 

 "In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita"

(Prv 31,11-12)

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