domenica 4 maggio 2014

COME UN MIRACOLO EUCARISTICO..... Riflessioni a margine del Vangelo di oggi


Discepoli di Emmaus - icona realizzata dalle sorelle del Piccolo Eremo delle Querce 


La pagina di San Luca, da cui è tratto il Vangelo di oggi, ci presenta i due discepoli di Emmaus che, pur camminando e conversando con il Signore, Lo riconoscono soltanto nel momento in cui Egli prende il pane e lo spezza.
E a quel punto, Egli "sparisce" dalla loro vista.
E' un brano che spinge a puntare l'attenzione sulla "capacità di incapacità" che a volte annebbia l'uomo: non vedere ciò che si ha accanto, non riconoscere l'essenza delle realtà, delle persone, delle situazioni. Non comprendere per mancanza di fiducia, arroccandosi solamente sulle convinzioni personali o sui dati scientifici.

I due discepoli di Emmaus tornavano da Gerusalemme, dove il Cristo era stato crocifisso; "speravano" che Lui fosse il loro liberatore: avevano ancora un'idea rivoluzionaria di un Messia che avrebbe rovesciato le caste socio-politiche (e magari anche religiose) del tempo, per instaurare un assetto nuovo, giusto e pacifico.
Eppure, essendo discepoli, di certo Gesù aveva parlato anche con loro; di certo avevano udito qualcosa dai dodici apostoli, su quello che doveva essere l'apparente destino di "sconfitta" del Messia.... e ciò nonostante il loro cuore era rimasto chiuso nel e dal dubbio.
Avevano poi udito le donne - testimoni dell'apparizione degli angeli - che avevano loro raccontato ogni parola pronunciata dalle creature angeliche...e avevano ascoltato la testimonianza di Pietro e Giovanni che non avevano trovato il Maestro nel sepolcro.
E ciò nonostante, i loro cuori permanevano "lenti" nel comprendere, nell'accettare, nel credere.
Che non fosse una lentezza "riflessiva", quella di chi non vuol cedere a facili credulonerie, ce lo fa comprendere il Cristo stesso, con quelle parole che Egli rivolge loro: "stolti e lenti di cuore".
No, i due non avevano motivo di essere così dubbiosi: avevano la Parola di Gesù, avevano la Sacra Scrittura.
Non c'era niente da questionare, nulla su cui riflettere.
Occorreva soltanto "credere", fidarsi.

Adesso, questi due discepoli dubbiosi, si trovano accanto a Gesù: hanno percorso un tratto di strada assieme a Cristo; hanno discusso delle Scritture a Lui riferite; Egli li ha illuminati su tali passi...eppure non Lo hanno "visto".
In nessuno di quei momenti che pure dovevano avere un che di familiare perchè in tanti altri episodi del quotidiano dei tre anni di vita pubblica forse si erano verificate scene del genere.

Sentono qualcosa nel cuore...lo diranno alla fine, quando ormai il Maestro non sarà più con loro: arde nel loro petto un fuoco, quello di chi ha accanto Dio.
E non se ne avvedono.

Il dubbio li macera, li spinge su due parallele che non possono incrociarsi: l'incredulità e la fede; la ragione "materialistica" e la ragione "credente".
Il dubbio spacca i loro pensieri e quasi le loro anime in "due" e non consente loro di scoprire l' "Uno" che hanno accanto.

Qualcosa però si verifica al momento dello spezzare il Pane: è un momento simile a tanti altri, già vissuti con Gesù Maestro e Signore. 
Alla luce dell'Ultima Cena assume però una connotazione differente: qualcosa si è impresso per sempre in quel gesto del mangiare, in quell'atto semplice del prendere il pane, benedirlo, spezzarlo.
Qualcosa è come se dal fondo remoto delle speranze e dell'amore dei due discepoli di Emmaus emergesse in un baleno.
E' un lampo di comprensione, come lo si avverte in quel "E' il Signore"! (Gv 21,7) che il venerdì fra l'ottava di Pasqua era stato pronunciato da Giovanni, sulle acque di Tiberiade.

Il riferimento Eucaristico, tuttavia, è presente in modo inequivocabile proprio quest'oggi, nella pagina di Luca.
Riconoscere Gesù che spezza il Pane, dopo tutto il dubbio sulla Sua Risurrezione, è, per i discepoli di Emmaus, come assistere ad un miracolo eucaristico.

Il dubbio sulla "PRESENZA" reale di Gesù Risorto in mezzo a loro, nel Pane che d'ora in poi sarebbe stato spezzato dagli Apostoli, viene finalmente dissolto.
Gesù Si manifesta come Colui che era, che E' e che viene (Ap 1,8) e i discepoli di Emmaus finalmente, "Lo" comprendono, Lo riconoscono, Lo "vedono" con gli occhi del cuore e della fede.

Non c'è allora più bisogno che Egli stia fisicamente visibile in mezzo a loro.
Si è fatto trovare, è stato trovato, la fede può ora bastare per dissipare ogni tentazione sul credere.

Che anche i nostri occhi, come quelli dei due discepoli di Emmaus, possano comprendere che ogni giorno avviene un "miracolo eucaristico" sotto i nostri occhi.
Il mondo è come tante piccole "Emmaus" in cui un sacerdote spezza il pane e Cristo diventa Pane per l'uomo.
Possano i nostri cuori riconoscere quel "Dio con noi" che veramente ci è sempre accanto, cammina con noi, parla con noi, ammaestra, siede alla nostra mensa, secondo le Sue parole:

"Ecco: sto alla porta e busso. 
Se qualcuno ascolta la mia voce 
e mi apre la porta, 
io verrò da lui, 
cenerò con lui 
ed egli con me". 
 
(Ap 3,20)

  

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