martedì 1 aprile 2014

TRIDUO A SAN FRANCESCO DI PAOLA - terzo giorno: l'ascetica è riequilibrio nel rapporto con la natura

TRIDUO A SAN FRANCESCO DI PAOLA, IL SANTO DELLA QUARESIMA
 
Terzo giorno: "L'ascetica è riequilibrio nel rapporto con la natura"


O Dio, con la vita povera di Cristo, 
Santuario di San Francesco di Paola,  Paola (Cs)




ci hai voluto arricchire dei beni 
celesti: 

concedici che, 
sull'esempio del nostro protettore
san Francesco, 

possiamo vivere col cuore distaccato 
dai beni di quaggiù 

e rivolto sempre ai beni del tuo Regno.

AMEN
 
 
 
 
 Dal libro "Scritti su San Francesco di Paola" di Mons. Giuseppe Morosini:
 
"L'ascesi non è disprezzo della natura, ma riequilibrio d'un rapporto che riporta l'uomo, che prende le distanze dai beni di questo mondo, al vero dominio sulle cose voluto da Dio per l'uomo, che è il rispetto e la cura di quanto ha ricevuto in dono.
L'uomo per rispettare la natura e custodirla deve sacrificare qualche suo desiderio di utilizzo sfrenato di essa; ma è un sacrificio necessario, che ritorna a benefecio dell'uomo stesso.
In questo senso l'ascesi riconcilia l'uomo con la natura". 
 
San Francesco è un santo "modernissimo", come il suo omonimo d'Assisi, sotto il profilo della "custodia del creato", tema tanto caro anche agli ultimi pontefici.
Senza rapporto con Dio, senza distacco dalle cose, non è possibile imparare la difficile arte della "conservazione", della custodia della natura.
E' interessante sottolineare alcuni versetti della Genesi: 
 
"Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra»".
 
(Gen 1,28)
 
In quel "siate fecondi e moltiplicateli" si trova nascosta una chiave interpretativa della creazione che forse da sempre l'uomo ha sottovalutato.
In questo "invito" divino, all'uomo è consegnato anche l'obbligo morale di custodire il creato, di dominarlo non nel senso di distruggerlo, ma di sfruttarlo "conservandolo" funzionante nei suoi ritmi naturali imposti da Dio, per preservarlo come fonte di vita materiale anche per le future generazioni.

Santi come san Francesco di Paola ci ricordano esattamente questo, con la loro scelta radicale di vivere, ad esempio, rinunciando in perpetuo alla carne e ai suoi derivati; salvando finanche degli animali dalla morte o richiamandoli in vita; vivendo di molta preghiera e poco cibo.

L'insegnamento per l'uomo di oggi è quello a rendersi attento ad evitare lo spreco dei beni, anche nelle piccole attenzioni giornaliere con beni che sempre di più si fanno "preziosi", come l'acqua;
a non accumulare scorte di cibo che poi verranno cestinate;
a non pretendere di "trasformare" finanche i meccanismi che regolano la natura, per trarne profitto economico: Dio stesso ha regolato con delle leggi precise ogni cosa, mutare quelle leggi significa compromettere il buon "andamento globale" del tutto, spezzare l'equilibrio di un ecosistema.
Quanto oggi si vive, dagli effetti disastrosi dei trivellamenti per l'estrazione del petrolio in alcune zone all'eccessiva esposizione a radiazioni presenti nell'atmosfera, dall'inquinamento delle falde acquifere alla modificazione genetica degli alimenti, è una forte spia che indica la necessità di recuperare anche questa dimensione "cristiana" del rispetto della natura.
 
Il distacco dai beni che San Francesco ha realizzato nella sua vita, è un invito anche per noi, per recuperare un rapporto più equilibrato con la natura che ci circonda.
 

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