giovedì 2 gennaio 2014

SULLA SCIA DI GIOVANNI BATTISTA: un esempio per la nostra missione


Il Vangelo di oggi (Gv 1,19,28) ci presenta una figura ricorrente in questo tempo, quella di Giovanni Battista, colui che viene a battezzare nell'acqua come "voce di chi grida nel deserto".

Questa voce dice qualcosa anche a noi, il suo messaggio non si è concluso nel tempo a cavallo fra l'Antico ed il Nuovo Testamento.
Le parole di Giovanni, il loro significato, sono una sorgente sempre viva.
Diventano, in un certo senso, una chiave di lettura e di risposta a quella domanda che i farisei rivolgono al precursore di Cristo:

 "Chi sei? 
Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. 
Che cosa dici di te stesso?"

Siamo davanti ad un quesito che ci interpella tutti.
Ciascuno dei cattolici fa esperienza -almeno una volta nella propria vita- di questo interrogativo.
Che siano altri a chiederci: "perché agisci così, quale responsabilità credi di avere per dirmi certe cose"? o che siamo noi stessi a domandarci: "perché dovrei dare testimonianza", il nocciolo della questione rimane uno: dare una risposta a questa domanda che sia coerente con la nostra identità di battezzati.
In virtù del Battesimo noi diveniamo "partecipi del sacerdozio di Cristo, della sua missione profetica e regale", chiamati a proclamare "le opere meravigliose di lui" (CCC 1268).
Il sacerdozio comune fa di noi dei piccoli "Giovanni Battista": non siamo il Cristo, ma dobbiamo spianare la strada alla Sua venuta nella vita di molte persone.
Non possiamo amministrare i sacramenti, ma possiamo "spingere" altri a desiderare di accostarsi ad essi.
Non siamo la Parola di Cristo, ma dobbiamo annunciarla.

In qualche modo....anche se -a differenza di Giovanni- noi veniamo "dopo" Cristo, rimaniamo pur sempre dei "precursori".
Spianiamo la strada ad un Altro. All'ALTRO.

E' ciò che fanno i ministri di Dio, quando seminando e dissodando il terreno vivo di una comunità parrocchiale, preparano le anime a diventare figli di Dio.
E' quanto accade nelle famiglie, dove i genitori cristiani  educano -per primi- alla fede i propri figli.

E' in realtà il compito di ogni cattolico: portare Cristo dove ancora non c'è; rafforzarLo dove è debole nei cuori; accrescerLo in quegli animi già progrediti che possono spiccare salti più alti nelle vie della vita interiore.
Possiamo essere il...Giovanni Battista di chiunque: di un amico, di un genitore, di un figlio, di un collega di lavoro. 

Riscoprire la bellezza, l'intensità con cui vivere il sacerdozio comune, potrebbe essere un impegno per l'anno che segue quello ormai concluso dedicato alla Fede.
Approfondire il nostro Credo non ha senso se non gli si dà uno sbocco esterno, se dall'io la fede non diventa un tu, un noi da vivere e condividere.
La risposta alla domanda "Cosa dici di te stesso"? ci invita a rintracciare lo splendore del sacerdozio comune, che troppo spesso dimentichiamo, facendone un semplice accessorio da manuale scritto, mentre ci chiede -al contrario- di diventare vitale in noi!

La Vergine Maria, Madre che ha saputo realizzare tutto questo nella sua esistenza, sia per noi Maestra e ci aiuti a diivenire -giorno dopo giorno- con passione sempre nuova, "voce di uno che grida nel deserto", coloro che predicano "un battesimo di conversione", una rinascita della fede, uno stimolo a essere sempre di più "Cristiani" con la C maiuscola!

Nessun commento:

Posta un commento