sabato 25 gennaio 2014

NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO. Quarto giorno: origine e significato del motto "Da mihi animas, caetera tolle"


O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre 
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare Gesù Sacramentato, 
Maria Ausiliatrice 
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona morte,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso.  AMEN!




 QUARTO GIORNO: ORIGINE E SIGNIFICATO DEL MOTTO "DA MIHI ANIMAS, CAETERA TOLLE"

 Nella lettera ai Colossesi, San Paolo scrive:
"Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. 
Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza".  (Col 1,24;29)

La vita di don Bosco la si potrebbe benissimo sintetizzare con questa pennellata paolina: una vita spesa totalmente per gli altri, specialmente per i giovani.
Una vita che lo porta ad una "consumazione" anche fisica, tanto che i medici interpellati sulla prossima morte del santo, alle domande su "quale malattia" lo stia portando alla tomba, rispondono proprio con questo aggettivo: consumato! Don Bosco è stato consumato dalle fatiche apostoliche, dal lavoro ininterrotto (giorno...e notte), dallo zelo per la salvezza delle anime.
"Da mihi animas"....
                                              "caetera tolle"....




Dalla Strenna 2014:


“L’ espressione Da mihi animas, cetera tolle sta ad indicare un’ardente unione con Dio che ci fa penetrare il mistero della sua vita trinitaria manifestata storicamente nelle missioni del Figlio e dello Spirito quale Amore infinito” per la salvezza delle anime.


Questo motto di Don Bosco si trova nella Genesi, al capitolo 14,21.

Quattro re alleati fanno guerra ad altri cinque, tra i quali c’è quello di Sodoma.

Durante il saccheggio della città cade prigioniero anche Lot, nipote di Abramo, con la sua famiglia.

Abramo viene avvisato. 
Parte con la sua tribù, sconfigge i predatori, ricupera il bottino e riscatta le persone.

Allora il re di Sodoma, grato, gli dice: «Dammi le persone, il resto è per te».

La presenza di Melchisedek, sacerdote di cui non si conosce l’origine, dà un particolare senso religioso e messianico al brano, soprattutto per la benedizione che pronuncia su Abramo.

Dunque una situazione tutt’altro che “spirituale”.

Nella richiesta del re c’è però la netta distinzione tra le “persone” e il “resto”, le cose.

Don Bosco dà all’espressione una interpretazione personale entro la visione religioso-culturale del secolo scorso.

Anima indica la dimensione spirituale dell’uomo, centro della sua libertà e ragione della sua dignità, spazio della sua apertura a Dio. 
L’espressione di Gen. 14,21 in Don Bosco assume caratteristiche proprie, dal momento che del testo biblico fa una lettura allegorica:
 animas sono gli uomini del suo tempo, i ragazzi concreti con cui ha da fare;
cetera tolle significa il distacco dalle cose e creature, un distacco che in lui non è traducibile nel senso di annientamento di sé, di annientamento in Dio, come ad esempio nei teologi contemplativi o mistici; in lui il distacco è uno stato d'animo necessario per la più assoluta libertà e disponibilità alle esigenze dell'apostolato stesso”.


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