lunedì 4 febbraio 2013

SE L'UOMO SI CHIUDE NELL'EGOISMO....riflessioni a margine del Vangelo di oggi


Il Vangelo di oggi (Mc 5,1-20 mi fa sempre un pò...impressione: l'uomo è capace, a volte, non solo di grandi eroismi, ma anche di assurde ed enormi bestialità!

Sebastien Bourdon, L'esorcismo sull'indemoniato Geraseno
(XVII secolo)

Gesù guarisce un povero disgraziato, un indemoniato di quelli che nessuno poteva più avvicinare, un uomo ridotto a larva, che vive fra i sepolcri, ha una forza da far paura a qualunque essere umano e passa il tempo -notte e giorno, ci dice l'evangelista- a gridare e percuotersi con pietre.

Una descrizione da far pena a chiunque, una presentazione da muovere a compassione anche i sassi....e invece?
E invece si smuove solo Dio in Persona!

La scena dell'indemoniato gerasèno mi colpisce per un particolare: l'incipit del brano dice che, appena Gesù scese dalla barca, "subito" Gli si fece incontro l'uomo.
Più avanti si legge che "visto Gesù da lontano accorse".

Subito...e lontano....

Si potrebbe intravedere, in questi due avverbi, le coordinate del divario fra l'uomo tormentato dal male e il male che lo tormenta.

Il bene ha la meglio, il male non può prevalere! Non prevarrà!

Il bene che c'è ancora in quell'uomo tormentato, la sua dignità "sepolta" sotto il cumulo della "Legione", si divincola, "percepisce" che Colui che sta arrivando è il Solo che può salvarlo.
Nemmeno il male riesce a soffocare il grido di libertà che anima l'uomo, il desiderio di felicità che è insito in ogni essere umano.

Il Male che abita il Gerasèno si trova, allora, quasi "sospinto" da quel barlume di forza positiva che ancora cova sotto cenere nell'uomo, e suo malgrado è portato da Gesù.

Mi piace pensare che a gettarsi ai piedi di Cristo non sia tanto il Maligno (che pure così facendo è "costretto" a riconoscere l'Onnipotenza di Cristo), ma proprio l'essere umano, quell'uomo ridotto quasi a una bestia, che riconosce i propri errori, e implora misericordia da Dio...

...a strepitare, a urlare è invece soltanto il Maligno, che pur riconoscendo la Superiorità di Dio, Lo implora di non scacciarlo, di non far tornare alla normalità quell'uomo di cui ha preso possesso.

Gesù ha compassione dell'uomo, in lui riconosce un vero pentimento.
Il Male, si "inchina" solo per circuire l'essere umano, mai per fare il suo bene.
Il Male tenta addirittura di "implorare" falsamente Dio....

Gesù premia l'uomo, e per farlo usa uno stratagemma interessante: manda la Legione in un branco di porci, i quali vanno poi a gettarsi da un burrone. 
Un povero mandriano, di punto in bianco, perde tutto, ma riacquista un compaesano, un fratello, un uomo come lui....

Ci sarebbe da aspettarsi, accanto al naturale momento di smarrimento per la moria di molti maiali (fonte di sostentamento per il mandriano), anche la gioia per un uomo che da ombra di sé stesso torna alla vita.

Invece no, tutti, non solo il proprietario dei porci, tutti si ribellano.
TUTTI SI LASCIANO IMPRESSIONARE DALLA FORZA DEL MALIGNO E NON STUPIRE DALLA MERAVIGLIA DELLA MISERICORDIA DI DIO.

TUTTI PREFERISCONO LA "TRANQUILLITA' " DI UN VIVERE COL MALE ACCANTO CHE "TANTO" TANGE UNA SOLA PERSONA, PIUTTOSTO CHE CON LA CONSAPEVOLEZZA DI SAPERE CHE IL MALE PUO' TOCCARE CHIUNQUE, MA CHE PUO' ANCHE ESSERE VINTO DALL'AMORE DIVINO....

Tutti preferiscono chiudersi nell'egoismo del proprio "io sto bene....che m'importa di quel disgraziato"?

Che miseria: sprecare così un ammaestramento in piena regola, più che una parabola, una "scena quasi teatrale" che mette in moto un film davanti agli occhi dei gerasèni.....

Nessuno comprende. 
Nessuno tranne uno.

Il Geraseno guarito: ecco, lui sì, che ha capito!
Ha capito così bene che vorrebbe seguire Gesù, lasciare tutto e andare con Lui.

Ma la sequela diretta non è per tutti e qui il Signore lo fa comprendere molto bene.
L'importante è essere cristiani, dovunque, sempre.
La vocazione è risposta ad un disegno di Dio.

Il progetto, per l'indemoniato guarito, è di essere apostolo proprio fra i suoi increduli compaesani.

E' come se il Maestro gli dicesse: torna fra i tuoi, perché a Me non hanno creduto.
Torna fra i tuoi, perché avrebbero preferito tenerti distante, unico caso di male "della porta accanto", per vivere nelle loro sicurezze;
torna da loro e fa' vedere che è bello "condividere", dare un'altra possibilità a chi viene da un passato poco pulito; 
torna da loro e canta le meraviglie della Misericordia di Dio;
torna da loro e aiutali a capire che il Male non si combatte isolando chi ne è affetto, ma cercando di guarirlo con l'Amore.

Torniamo fra i nostri, diventiamo le mani, gli occhi, le braccia, la voce di Gesù, per rammentare a chi ancora non vede, che EGLI E' IL DIO DELLA MISERICORDIA, L'UNICO CHE SCONFIGGE IL MALE CON IL BENE.

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