sabato 5 gennaio 2013

TROVARE, LASCIARSI TROVARE, TROVAR"SI"...riflessioni a margine del Vangelo di oggi



Gesù con Filippo e Natanaele


La pagina evangelica di oggi (Gv 1,43-51) offre una traccia di meditazione molto ricca, sui concetti di "trovare", "lasciarsi trovare", "trovarsi".

L'evangelista dice che "Gesù trovò Filippo": è un richiamo a quel "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi", che riecheggia sempre nel Vangelo Giovanneo (Gv 15,16).

La "chiamata" (quella per eccellenza alla sequela radicale di Cristo o in ogni caso quella più ordinaria alla vita cristiana) è un dono e come tale va accolto: è Lui per primo che ci viene incontro, che Si fa presente, reale, Carne Viva nella nostra vita, per attirarci a Sé.
E' il Padre che ci conosce e ci ama da sempre: noi proveniamo da Dio e verso Dio siamo quindi riattirati. 
Questo richiamo d'Amore si realizza attraverso il Figlio, per opera dello Spirito Santo che agisce in noi e ci fa sentire quel legame paterno-filiale, anche quando vorremmo metterlo a tacere.

E' un mistero grande: l'Onnipotente Si fa una necessità di amore, desidera ardentemente che la Sua creatura ritorni alla sua "origine e fonte".

Gesù, che sta "alla porta" e bussa (cfr. Ap 3,20) è quasi il simbolo in cui condensare questa ricerca della Sua creatura: Gesù vuole trovarci, ci viene incontro, escogita tante volte mille piccoli espedienti -all'apparenza anche banali- per farci percepire la Sua presenza di attesa e di Amore paziente...


Eppure, nel brano della Parola di oggi, poco più avanti si legge anche che Filippo "trovò Natanaele e gli disse: Abbiamo trovato [...] Gesù".

Sembra una contraddizione: se è Dio che ci "trova", come può dire l'uomo di aver trovato Lui e addirittura di trovare altri fratelli?

In realtà, il paradosso è solo apparente: lo Spirito in noi grida "Abbà, Padre" (Gal 4,6), ci spinge a cercare la Verità, anche quando ancora ne abbiamo un'idea confusa, o addirittura sbagliata.
L'uomo è animato dal desiderio di vita e di felicità: questo è già un cercare Dio, anche quando non se ne ha consapevolezza.

Sant'Agostino riassume egregiamente questo desiderio oscuro della Verità, quando parlando di Dio afferma nelle sue "Confessioni": "Ti cercavo fuori di me e non ti trovavo, perché Tu sei il Dio del mio cuore".
Allorché l'uomo arriva alla pienezza della Verità, che è Cristo, magari dopo molte peripezie, forse dopo aver fatto esperienza di false verità, può dire: anche io Ti ho trovato!

Un carissimo amico sacerdote -don Mario-, nell'omelia per la Solennità dell'Immacolata, ha espresso un concetto che si riaggancia bene a queste riflessioni e che ci consente di vedere come in Maria, finalmente, si realizzi pienamente l'incontro fra Dio e l'uomo, rotto in precedenza dal peccato di Adamo.
Quello di Maria, nostra "maestra nella fede", è l'esempio che dobbiamo seguire tutti!:

"Il peccato originale inizia fra due cammini paralleli, ma nello stesso tempo divergenti: il cammino dell'uomo e il cammino della Trinità.
Il cammino dell'uomo che fugge e si nasconde dal suo Creatore e Signore, e il cammino della Trinità che muove i Suoi passi alla ricerca della creatura, alla ricerca dell'uomo perduto.
Ma la ricerca dell'uomo si concluderà soltanto nell'Incarnazione.

Due cammini paralleli, perché strettamente legati l'uno all'altro: A UN PASSO DELL'UOMO CORRISPONDE UN PASSO DI DIO, A UN PASSO DI DIO CORRISPONDE UN PASSO DELL'UOMO".

Con l'Incarnazione Dio compie il passo "più grande": Si dona totalmente, Si manifesta, ci cerca come Uomo e come Dio e quando ci trova, anche noi, ritrovandoLo in Gesù, Figlio, Verbo Incarnato e Signore, possiamo dire: "MIO DIO, TI HO TROVATO"!

E' allora un "trovarsi": mi lascio trovare da Dio che mi cerca e Dio -nel paradosso del Suo Amore infinito e assetato- Si lascia trovare da me, da una semplice creatura....

Il "trovarsi" non finisce qui: se Dio trova me ed io trovo Lui, anche a me spetta "trovare" qualcuno che sia ancora in ricerca.

Nel Vangelo di oggi è quanto accade a Filippo: trovato, chiamato da Gesù, si lascia chiamare e  trovare e poi conduce al Messia un altro discepolo, Natanaele, che il Signore stesso definisce "israelita in cui non c'è falsità".

E' questa una definizione stupenda, che ci apre le porte della speranza: chi cerca la verità, anche inconsapevolmente, cerca Dio e ha buone possibilità di tenere il cuore aperto all'incontro UNICO CON LA VERITA' INCARNATA...con Gesù di Nazaret.

"Il Signore è vicino a quanti lo cercano con cuore sincero" (Sal 145,18)

Il Signore ci raggiunge e Si fa raggiungere, perché si è realizzata la promessa annunciata dalla voce del profeta Ezechiele: il dono del cuore nuovo, di un cuore di carne....che sappia amare.
Anche stavolta, è Maria Santissima che ci offre il modello di cristiano raggiunto da Dio e che si lascia raggiungere:

"Solo con il dono di un cuore nuovo, l'uomo potrà facilmente e finalmente lasciarsi raggiungere da Colui che è fedele alle Sue promesse.
Il Cuore nuovo che Dio ci da' sta a noi accoglierlo o rifiutarlo.
Con Maria noi diciamo ECCOMI, con Maria vogliamo essere aperti e attenti alla voce di Dio, vogliamo ricordare questo incontro con Dio e non vogliamo rimandarlo.

Dio si è servito di Maria per iniziare la Sua opera.

Dio oggi vuole servirsi di ciascuno di noi per portare Gesù alle persone che incontriamo, si serve ancora di noi perché non vuole aspettare oltre, perché è troppo importante che la Parola di Dio arrivi al più presto al cuore e nella vita di ogni uomo, perché l'uomo deve essere cambiato, ciascuno di noi deve cambiare, deve convertire la propria vita, passando dall'Incarnazione, dal non voler fare nulla, dalla pigrizia spirituale, all'entrare nella volontà di Dio, nell'entusiasmo di quel Gesù che è dentro di noi e che vogliamo comunicare anche agli altri.

GESU' VIENE A NOI, PERO' E' ANCHE GIUSTO CHE NOI ANDIAMO VERSO DI LUI, PER INCONTRARLO, PER INCONTRARCI" ...    
(dall'omelia di don Mario)

...e per portarLo anche a chi Lo cerca ancora!

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