domenica 9 ottobre 2011

NOVENA A SANTA TERESA D'AVILA- Quarto giorno: aggrapparci Dio non deve però farci isolare totalmente da tutti!




O Santa Teresa di Gesù, che in terra hai tanto amato il tuo e nostro Dio ed ora in cielo lo ami con amore più puro e più grande: tu che hai sempre desiderato di vederlo amato da tutti gli uomini, ottieni, ti preghiamo, anche per noi la scintilla di questo santo amore. 
Fa' che tutte le nostre opere siano sempre impiegate nel compiere la volontà di Dio, che merita di essere infinitamente ubbidito e amato. 
Ottienici queste grazie, tu che tanto puoi presso di Lui, affinchè veniamo a goderLo con te, nella beata eternità del Paradiso. 

Amen






"Prima di capire così chiaramente questa verità solevo desiderare molto di essere amata; ora non me importa nulla.
Anzi mi sembra, sotto un certo aspetto, che ciò mi riesca importuno, fatta eccezione per coloro con i quali parlo della mia anima o ai quali penso di essere utile: i primi perché mi sopportino, e gli altri perché siano più propensi a credere ciò che dico loro circa la vanità del mondo".

Santa Teresa ci ha spiegato ieri il metodo che Dio utilizza per condurre le anime ad aggrapparsi alla Sua Croce, oggi ci dice tuttavia che il nostro attaccamento a Dio Solo, non va inteso come chiusura totale agli affetti del mondo.
No, semplicemente occorre passare da un amore "sbagliato" in cui pensiamo che gli altri siano il rimedio ai nostri mali, a quello in cui comprendiamo che solo Dio possa capirci fino in fondo, donarci aiuto ed amarci sempre in maniera "immutabile".
In quest'ottica, le persone che ci circondano vanno amate in quanto anche loro sono...un riflesso della bontà divina, anche loro sono fatte ad immagine e somiglianza del Creatore, e possiamo ricevere e donare vicendevolmente qualcosa della bontà di Dio gli uni agli altri.

In particolar modo, Santa Teresa fa riferimento a due categorie di persone: da un lato quelle con cui si confida sullo stato del proprio spirito.
In questo caso, voler essere amati non è un male in sé, se non lo si faccia col segreto intento di essere colmati di lodi...o di commiserazione.
Al contrario, l'amore, in questo caso, alimenta una "sana compassione" nei momenti della prova ed è anche di sostegno nell'andare con fiducia a Dio, proprio in quei momenti in cui la tentazione di scoraggiamento si fa più forte!
Senza l'amore, difficilmente ci si "sopporta" reciprocamente in certe fasi di grande pena, quando diventiamo una...lamentela continua, quando siamo intrisi -in ogni nostro discorso, gesto, espressione- di pessimismo e di abbattimento!

La seconda categoria di persone enunciata da Teresa è quella di coloro ai quali si possa essere utili: potremmo pensare ad amici o parenti che non abbiano ancora ben compreso la caducità di tutte le cose umane, mondane, materiali.
Farsi vedere in uno stato di privazione fisica, materiale, spirituale, mentre di norma ci vedono "floridi" e allegri, raccontare loro le nostre esperienze, può essere di stimolo per far comprendere a questi nostri fratelli che tutti possiamo attraversare, come Giobbe, il passaggio da una condizione di solidità e ricchezza (a 360 gradi!) ad una situazione di incertezza, instabilità, precarietà, addirittura POVERTA' TOTALE.
Se queste persone ci amano veramente, la nostra stessa esperienza di vita li porterà a rimanerci accanto anche in queste fasi di estremo bisogno e debolezza...e li spingerà a riflettere sulla mutevolezza delle cose... e forse, da questo, il passo ad una conversione del cuore ulteriore, sarà breve!
L'amore....ha molti modi per correggere l'amato e per migliorarlo!

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