venerdì 21 ottobre 2011

E SE LA GONNA SI SGONFIA? Superbia e umiltà per farci fare un po' di ginnastica!


Una delle camerette di Don Bosco
a Torino-Valdocco

Da "Don Bosco che ride" di don Luigi Chiavarino :


"Una signora dell'aristocrazia torinese....un giorno si presentò vestita d'un'ampia veste con crinolina come s'usava allora, e volendo entrare nella stanza di don Bosco, la cui invetriata era aperta solo per metà, si ruppero le laminette di acciaio che tenevano rigonfio l'abito.


La signora, mortificata e indispettita, protestò che non sarebbe mai più venuta all'Oratorio.


Il Santo, dispiacentissimo, le disse:

Eccellenza, ella forse non ricordava che le porte di don Bosco non sono larghe come quelle del suo palazzo".








L'episodio riportato da don Chiavarino nel suo volume, merita un piccolo preambolo: la nobildonna che si vide improvvisamente...sgonfiare, era un'abituale benefattrice dell'Oratorio e tornò ad esserlo nuovamente, una volta passata la "stizza" per l'increscioso incidente-accidente alla sua "vanità" femminile.


Detto questo, si potrebbe dire: che c'entrano le gonne, le lamelle, le porte e le offerte con la superbia e la vanità?
C'entrano molto, perché a volte anche noi siamo come la signora "gonfia" che va da don Bosco...pensando di farla franca nella sua "pomposità" e di riuscire a passare per la porta stretta.

D'altronde, nel Vangelo, troviamo proprio queste parole di Gesù:

"Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno" (Lc 13,24).
Abbiamo tutti delle porte, nelle nostre case e saranno di certo porte "normalissime", ad un'anta sola; raramente le nostre stanze godono di ampie porte a doppio battente, di quelle agevoli, comode da aprire per farci passare sotto anche cose ingombranti.
Se dobbiamo attraversare una delle porte ordinarie, anche rientrando in casa con le buste della spesa, difficilmente ci passeremo continuando a tenere i sacchi in mano, ma probabilmente dovremo compiere una specie di...ginnastica!
Eh si: portiamo il braccio con una busta davanti a noi...ed è il primo movimento!

E due: mettiamo l'altra busta dietro....
e tre: ah....finalmente ci siamo passati e possiamo scaricare la spesa da qualche parte!!!!!!!!

A ben pensarci, si direbbe: come, tanta fatica per passare sotto una porta, con qualche ingombro?

Già...porta, ingombro, passaggio.
E noi facciamo ginnastica.... e nemmeno ce ne accorgiamo!
Tutto lì il problema: se l'ingombro è troppo..ingombrante o passiamo noi senza ingombro, o ci facciamo catapultare dentro solo l'ingombro, a furia di spintoni mentre rimaniamo dietro (e come facciamo? lo mettiamo in terra o lo spingiamo coi piedi? Oppure lo scaraventiamo direttamente oltre la porta?) o, infine, cerchiamo un modo per ridurre lo spazio che occupiamo -noi e l'ingombro- insomma, quasi quasi...ci arrovelliamo per INGANNARE la porta!

Proviamo ad applicare questo esercizio "dimagrante" alla nostra vita spirituale: noi dobbiamo passare per la Porta vera, quella che è Gesù (ma che si può anche rileggere in chiave mariana, perché Maria ci porta a Dio!).
I nostri ingombri sono tutte le zavorre che ci carichiamo addosso: egoismi, cattiverie, malumori, mancanza di preghiera e chi più ne ha più ne metta!
A differenza della spesa -che di norma non ci infiliamo nelle tasche, ma nelle buste- le zavorre spirituali le deponiamo direttamente nella "saccoccia" interiore: nell'anima!

Eh si, la nostra anima è come il nostro "bagaglio spesa" e tutto quello che -di buono o di malvagio- acquistiamo nel corso della nostra vita, andiamo a depositarlo in questa "busta", in attesa di presentarci alle "casse"!
Ora, tutto sta nello scegliere che cosa "comperare": cose buone o cose cattive?

Le cose cattive che accumuliamo ci fanno diventare come la gonna della nobile signora che va in visita a Don Bosco: la donna ci va con la migliore delle intenzioni (vuol portare un'offerta al santo), ma si è troppo "gonfiata", e paf! Le lamelle che tengono gonfia la gonna, stringi di qua e stringi di là per passare con tutta la mongolfiera attraverso la porta, si spaccano ed avviene il patatrac! 

La poveretta si ritrova tutta come un palloncino "sfiatato".....e che "figura" per l'orgoglio vanitoso, femminile e "sociale" (l'abito, a maggior ragione a quei tempi, era anche una specie di "status quo" visibile)!
Tante volte noi facciamo proprio come lei: seppure animati dalle migliori intenzioni, gira e rigira, finiamo col gonfiarci di zavorra spirituale inutile!
Non tratteniamo un moto di stizza, non evitiamo un litigio, non ci ritagliamo il giusto spazio per la preghiera...
E se ben ci badiamo, tutto parte...dall'orgoglio non represso!
D'altronde, satana ha peccato di orgoglio e per questo è decaduto dalla sua condizione di angelo...si potrebbe dire che tutti i mali vengono dalla nostra superbia: crederci capaci di fare senza Dio o addirittura contro Dio....


Il Signore però, che è Misericordia, a volte ci consente di "sgonfiarci" prima che arriviamo alle casse finali dell'anima e semina sul nostro percorso delle piccole...porte di "prova" contro cui cedono pure le nostre "lamelle": ecco allora un'umiliazione non cercata, un rovescio negli affari...e la "gonna" si sgonfia!
Magari di primo acchito reagiamo come la nobildonna torinese: ci offendiamo e ci sentiamo piccati nell'orgoglio.... ma poi quell' "esercitazione di sgonfiaggio" diventa l'occasione buona per decidere di cambiare davvero, poco per volta e così accumulare cose buone nell'anima, non bagagli inutili e ingombranti!
Perché tutto quello che è buono non ci fa "lievitare", ma ci rende sempre agili, snelli, capaci di attraversare anche la Porta Stretta!
Il bagaglio che ci rende capaci di accumulare offerte da portare a Dio senza "inzavorrarci" è l'UMILTA'!
"Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,29-30).

Non si arriva a prendere questo giogo su di sè senza fatica: anche in questo caso si fa una certa...ginnastica, ma invece che ridursi all'ultimo minuto, quando si è già in fila davanti alla porta, si comincia con un certo anticipo, sfruttando tutte le occasioni quotidiane per liberarci dei pesi inutili.
Si, magari arriveremo un po' "stanchi" alla fine del percorso e attraverseremo la Porta snelli, ma con qualche piccolo segno di fatica, con un po' di...fiatone per aver terminato la nostra corsa (per dirla con le parole di San Paolo!).
Ma Gesù ci assicura: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi ed oppressi, ed io vi darò ristoro" (Mt 11,28)

Insomma: facciamo ginnastica e stanchiamoci pure, alla fine, l'Allenatore, saprà offrirci un Banchetto capace di rifocillarci per l'ETERNITA'!

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