domenica 28 agosto 2011

BEATA ZELIA GUERIN

Oggi si festeggia la beata Zelia Guérin Martin, madre di Santa Teresa di Lisieux.
Di questa donna coraggiosa e molto devota, ci rimane un ricco epistolario, purtroppo sfrondato della parte più consistente delle sue lettere, cioè di quelle inviate alla sorella monaca visitandina.
Tuttavia, i testi che ci sono pervenuti ci consentono ugualmente di far luce sulla vita e sull'animo della mamma di Santa Teresina, e di notare anche in lei la capacità -spiccatissima poi nella figlia- di rapportare tutto al Signore, anche gli eventi apparentemente più banali.

Una di queste missive sembra adattissima al momento che stiamo vivendo su scala mondiale: in un'epoca in cui conta eccessivamente il potere economico e sono proprio i più ricchi a non voler ammettere i proprio sprechi e a contribuire per risanare l'economia cambiando vita, Zelia Guerin ci dice quello che già la Bibbia ci esorta a fare: non attaccarsi alle ricchezze, perché se non se ne fa buon uso, esse diventano un laccio che ci attrae verso il peccato e quindi ci allontana da Dio.
"E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei Cieli" (Mt 19,24)



Dalla lettera al fratello Isidoro- luglio 1872

"Tu sai che siamo portati all'orgoglio ed io noto spesso che coloro che hanno fatto fortuna sono, per la maggior parte, di una presunzione insopportabile.
Non dico che sarei divenuta così, e nemmeno tu, ma saremmo stati più o meno macchiati di questo orgoglio; poi, è certo che la costante propserità alontana da Dio.
Non ha mai condotto i suoi eletti per quella strada, essi sono passati prima per il crogiuolo della sofferenza, per purificarsi".

venerdì 26 agosto 2011

BEATA MARIA BELTRAME QUATTROCCHI


Maria con il marito Luigi 

Maria nasce a Firenze il 24 giugno 1884, educata alla fede e ai principi morali, cresce obbediente, giudiziosa e incline alla pietà.
Conosce il futuro marito, il beato Luigi Beltrame Quattrocchi, avvocato, nel 1902, a Roma.
I due si sposano nel novembre 1905 nella Cappella di S. Caterina nella Basilica di S. Maria Maggiore.
Il fidanzamento e poi il matrimonio saranno occasione per i due di una "cordata" verso l'alto: Maria, già più avanti nelle vie dello spirito, aiuterà inizialmente il fidanzato e novello sposo, che pur avendo ottimi principi morali, si educherà realmente alla vita spirituale con l'aiuto della sua amata Maria.
In seguito, i due, trovandosi ormai a vivere intensamente il proprio rapporto personale con il Signore, faranno del proprio matrimonio realmente una continua ricerca di Colui nel cui amore sono stati uniti.
Dimostreranno grande coraggio nell'affidarsi al Signore in una prova fortissima, che li toccò nei primi anni di matrimonio: il rischio della morte di Maria, per portare avanti una gravidanza difficilissima....andata poi a buon fine con la nscita di Enrichetta, la quale rimarrà, pur consacrandosi al Signore, a vivere in casa con la madre, occupandosi di lei fino alla morte.
Gli altri tre figli sceglieranno tutti la vita religiosa, e le loro vocazioni saranno accolte con gioia dai genitori, ma anche con sano e prudente discernimento.
Impegnati nella vita lavorativa, ma anche e soprattutto in quella di apostolato e servizio,si separeranno, su questa terra, nel 1951, anno in cui Luigi morirà a causa di un infarto.
Maria tornerà invece alla casa del Padre nel 1965, a 81 anni.

Dopo la morte del marito, Maria -già impegnata nella carriera di scrittrice e nell'apostolato di penna- mise nero su bianco un bellissimo testo, intitolato "L'ordito e la trama".
Eccone qualche passo, che getta luce sul bellissimo rapporto, vissuto alla luce di Dio e avendo Lui solo per fine.

"...Un passato che cominciò tra i venti e ventiquattro anni della nostra esistenza- che dalla sua luce prevalentemente umana acquistò la propria luce soprannaturale, a poco a poco, dalla nascita dei figli- dalla dedizione a loro, completa, totale, da parte di entrambi- da una guida spirituale che trasfuse poco a poco l'amore della conoscenza sempre più approfondita di Gesù- dal bisogno che ne derivò dalla formazione interiore.
La frequenza della Comunione diventò quotidiana anche per lui, senza incitamento alcuno, ma per consapevole euritmia, specie dopo un lungo periodo di ansietà per vita della compagna e di una creaturitina in arrivo.
Tutto ciò uperato dalla Fede e dalla Grazia di Dio, operò una stabilizzazione di contatto con Gesù Eucaristia, come pegno di gratitudine-come stimolo di ascesa.

Vita laborosiosa -respsonsabile- perciò talvolta faticosa- ma sempre benedetta, e confortata sempre da Dio, anche in eventi di altra natura, anche in lotte e contrasti e sacrifici, inevitabili nella vita.

Ai quindici anni del primo figlio, prima spontanea, inattesa manifestazione di vocazione sacerdotale- seguita da quella del fratello, e da quella claustrale di una sorella.
Signore quale onore!
I genitori, d'accordo -all'unisono- consentono sereni, superando col soprannaturale le resistenze opposte dall'affetto umano.

Così già i primi vent'anni circa di questa unione che sembra già incomparabile.
Ma l'assenza dei tre figli più grandi, con il loro giovanile fragore- con le cure umane e soprannaturali che richiedevano- con l'assistenza agli studi che occupava tutte le ore libere del papà, ebbe come conseguenza una fusione più esclusiva, direi, dei genitori fra loro.
Il loro tempo libero, la Messa e la Comunione, da allora furono sempre insieme.
Letture spirituali, discussione sui testi -passione di approfondire nella luce del Vero.
Il dono fatto a Dio degi assenti colmò il vuoto da essi lassciato nella famiglia, investendone i donatori di tanta tenerezza reciproca, di tanto bisogno di aiutarsi -di confortarsi vicendevolmente.

Vita spicciola di ogni momento-fatta di mille e mille pensieri, osservazioni, riflessioni- diventata sempre più in prodondità, in estensione, in altitudine, vita di comunione totale "ut unum sint"- di mille azioni anche piccine- di mille attivitià di ogni genere - di mille aspirazioni comuni - di mille piccole gioie effettivamente gustate e godute".


Invochiamo i beati Luigi e Maria, affinché aiutino le famiglie di oggi a ritrovare la strada dell'Unico e Solo Vero Amore che può rendere pieni i rapporti fra marito e moglie e fra genitori e figli, permettendo che realmente ogni gruppo familiare sia "cellula della società" e "piccola Chiesa domestica".



PREGHIERA AL SIGNORE PER INTERCESSIONE DI LUIGI E MARIA
Signore Gesù, Tu hai chiamato i Beati Luigi e Maria,
sposi e genitori secondo il tuo Cuore,
a vivere giorno dopo giorno,
nel contesto del mondo presente,
la grazia santificatrice del sacramento nuziale,
scalando insieme, anche nel rischio, le vette della perfezione cristiana.
Tu che con la tua presenza consacrasti l'amore di Maria e Giuseppe
e santificasti le dimore di Cana e di Betania,
imprimendo sulla famiglia umana il divino sigillo dell'amore del Padre,
fa' che la luminosa testimonianza e l'amorevole intercessione di questi due sposi concorrano,
con l'aiuto della Vergine Madre,
a consolidare la perseveranza delle famiglie cristiane
che ti seguono nel cammino iniziato ai piedi dell'altare,
a pervadere della tua presenza le giovani coppie
impegnate a colmare di Te le anfore del loro focolare,
ad aprirle, riconoscenti, al dono divino della fertilità,
consapevoli della vocazione, a formare con Te qui sulla terra
i futuri cittadini del cielo,
a recuperare ai valori del Vangelo le famiglie e le persone in difficoltà.
Donaci la gioia santa di tendere senza compromessi alle vette di santità
a cui ciascuno fin dall'eternità è stato chiamato dall'Amore Misericordioso del Padre Tuo.
Amen.

lunedì 22 agosto 2011

A....COLLOQUIO COL PAPA: CHE GRANDE DONO, LA CONFESSIONE CON IL SANTO PADRE ALLA GMG!



C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei.  
Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui". 
 Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio".
Gli disse Nicodèmo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". 


 Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto.  
Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito".
(Gv 3, 1-8)


Pensare alla GMG da poco conclusa e soffermarmi sulla "fortuna" dei ragazzi che hanno potuto confessarsi con il Santo Padre, per me è un tutt'uno e mi riporta -con insistenza- alla mente, l'immagine del colloquio notturno fra Gesù e Nicodemo, narrata nel Vangelo di Giovanni, all'inizio del terzo capitolo.
L'evangelista, il "discepolo amato" da Gesù, ci fa un resoconto dettagliato solo di due "incontri personali" di qualcuno con Nostro Signore.
Uno è appunto quello di Nicodemo, l'altro è quello con la Samaritana.
C'è però una differenza fra i due racconti: la Samaritana incontra Gesù in pieno giorno, ipoteticamente sotto la vista di chiunque si fose in quel momento trovato a passare di là, tant'è
che, poco dopo il discorso fra Gesù e la donna, sopraggiungono i discepoli.
Non solo, ma lei stessa lascia intendere agli altri abitanti del villaggio ciò che il Maestro le ha detto: niente, in pratica, di quel colloquio, rimane "segreto".
Nicodemo incontra invece Gesù di notte, quando nesuno possa disturbare o ascoltare il colloquio che si svolge fra lui e il "Maestro".
Ecco, pensare al dono fatto dal Santo Padre a quei ragazzi che hanno potuto confessarsi con lui, mi fa tornare in mente proprio la "familiarità", ma anche il "sano isolamento", l'intimità, di questo colloquio fra il Rabbì ed il fariseo Nicodemo.
Lontano da occhi indiscreti, Gesù parla con Nicodemo di cose che egli non va a riferire a nessuno, ma che tiene per sè, che coltiva, medita...e da lì comincia poi un percorso di conversione, sebbene inizialmente - ci narri sempre Giovanni al capitolo 7- si sia fatto discepoli di Gesù "in segreto".

In cosa si potrebbe fare un parallelo fra l'episodio evangelico in questione e la confessione col Santo Padre?
Innanzitutto, potremmo dire, come il colloquio fra Gesù e Nicodemo fu personale e personalizzato, allo stesso modo lo è ogni confessione....questa è infatti incontro del penitente con Gesù, che manifesta, dispiega, dona la Sua Misericordia per il tramite del confessore.
Non c'è una confessione uguale ad un'altra, nonostante così possa sembrare.
Ognuna di essa è un dono di Dio che si rinnova nel nostro animo, in momenti diversi della nostra vita, in fasi differenti (e si spera....progressivamente migliori!) del  percorso interiore di ogni credente.
Ogni volta che si entra in confessionale si è diversi, fosse anche solo per il fatto che sia trascorso del tempo "materiale" dall'ultima e, probabilmente, perché si è cambiati anche nello spirito.

Non solo, ma quel momento di colloquio e di grazia che viene ridonata all'uomo peccatore, è sempre motivo di gratitudine, perché non è scontato il dono di un Dio che accolga a braccia aperte, che si faccia carico delle debolezze umane e ci ...rimetta in carreggiata! 
E' un dono che Gesù fa a ciascuno personalmente, in maniera esclusiva, unica, totale.
E' un dono personale anche per questo: è pensato per ogni singolo penitente, è "cucito addosso" a ciascuna persona che torna a Dio con cuore pentito.
Gesù ridona la grazia del Perdono a tutti, ma lo fa con ciascuno come se quel qualcuno fosse (ed è!) unico, amato di amore esclusivo e totale!
Gesù si dona a Nicodemo, in maniera familiare, senza "fronzoli", senza etichette, lo fa in un momento di calma (è notte), come sicuramente è avvenuto nel corso della confessione dei giovani della GMG con il Papa.
Il dono della confessione, poi, è anche un dono "personalizzato": sebbene a volte non sembri così -perché spesso non sappiamo noi leggerne i segni- lo Spirito Santo assiste e dirige i confessori che, nel "Tribulne della Misericordia"- ci riconciliano con Dio.
E da questa opera di assistenza scaturisce il dono del consiglio, la parola...in un certo senso, si legge in un bel testo sulla direzione spirituale, ogni confessione è una direzione, nella misura in cui il confessore doni al penitente un consiglio, un invito particolareggiato, calato nel contesto della confessione che ascolta, dei peccati che assolve in nome di Dio, della situazione spirituale del penitente che ha di fronte.
In quei cinque, dieci minuti di confessione, lo Spirito Santo guida il sacerdote per capire un po' della "situazione" che gli si presenta, del tipo di anima che ha davanti....e del consiglio giusto da dare affinchè quella confessione sia veramente "ad hoc" per quel penitente e non per un altro.
Perché ogni persona è diversa dalle altre, ogni anima è differente dalle altre....

Torniamo a Gesù e a Nicodemo: il Maestro non fa divagazioni, ma risponde alle domande che il suo interlocutore Gli rivolge.
Questo è segno di attenzione, da parte di Nostro Signore, ai reali bisogni dell'altro che ha di fronte in quel momento, ed anche del Suo sconfinato Amore che si china su ogni creatura come se fose l'unica, con i suoi bisogni particolari, altrettanto unici. 
Gesù va al nocciolo della questione, che diventa anche il fulcro intorno al quale Nicodemo dovrà (e arriverà alla fine!) ad impostare la propria vita: "chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte da Dio" (Gv 3,21).
Il percorso di Nicodemo sarà proprio questo: venire progressivamente alla luce nell'operare la verità, grazie alla Verità unica che lo ha illuminato!
Ora, al pari di questo colloquio meraviglioso narrato del Vangelo, anche quello che si svolge all'interno di un confessionale (in virtù del segreto di confessione),momento così intimo fra Gesù che parla e assolve per bocca del sacerdote ed il penitente, rimarrà per sempre un "dialogo" intimo, personale fra quelle due persone e la Santa Trinità!
Nessuno potrà mai sapere quello che è accaduto in confessionale fra il Papa ed i suoi giovani penitenti, ma proprio quei fortunati ragazzi avranno modo di farne per sempre oggetto di riflessione, per trarne nuovo beneficio spirituale.
Quanto potrà fare loro del bene ripensare a quel momento!
Forse anche loro faranno delle parole ricevute dal Santo Padre un mezzo di progresso spirituale, come fece Nicodemo delle parole di Gesù!
Il Vangelo di Giovanni, infatti, ce lo presenta inizialmente fermo a discutere sul "battesimo" che fa "rinascere dall'alto" e nella confessione ogni penitente riacquista l'innocenza battesimale, attraverso il dono della Misericordia di Dio.
Ma quanto cammino è necessario da una confessione all'altra, per progredire e diventare veri testimoni di Gesù nel mondo!
Nicodemo, alla fine ci riesce, e se inizialmente si fa discepolo segreto, poi comincia a manifestare il proprio "dubbio" anche in pubblico, in un primo tentativo di difendere il Maestro (ce lo dice sempre Gv 7,51) ed infine si manifesta apertamente, come ci dice Gv 19, 39.
In quest'ultimo versetto, Nicodemo si fa avanti per portare "una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre" per la sepoltura del corpo di Gesù.
Il Vangelo rimarca, ogni volta, che egli era "quello che in precedenza era andato da lui di notte": da quell'incontro, personale, segreto, cucito su misura sulla sua anima, è nato tutto, è nata la sua conversione, è nato il suo "progresso spirituale", è nato un dialogo di Gesù che, a livello personale, interiore, non si è mai concluso.

Ecco, allora mi piace pensare al momento emozionante (sul piano umano e spirituale) della confessione col Papa dei giovani della GMG, come a questo colloquio notturno, personalissimo e privato fra Gesù e Nicodemo: un regalo veramente "personale" per ciascuno di quei ragazzi che ha avuto la fortuna di vedere nel Papa, per dieci minuti, non solo un Pontefice, non solo un Padre, un Pastore, ma anche un po'...un direttore di spirito!

Che gioia sapere che qualcuno ricorderà per tutta la vita quel momento UNICO,  ESCLUSIVO in cui il Santo Padre gli ha rivolto non semplici parole umane, ma vere ispirazioni venute dall'alto, calate non in un contesto qualsiasi, ma all'interno di un SACRAMENTO, quale è quello della Penitenza.
Non semplici parole su argomenti qualsiasi (per quanto seri), ma sulla CONDIZIONE DELLA PROPRIA ANIMA!
Che gioia sapere che qualcuno avrà modo di ritornare con la memoria ai consigli ricevuti, agli incoraggiamenti, per procedere lungo il cammino spirituale.
Che bello sapere che il Papa abbia voluto dare un segno TANGIBILE dell'amore esclusivo e personale con cui Dio ama ciacuno di noi, regalando a quei giovani un dono che rimarrà veramente racchiuso nel segreto di cuori apparentemente così diversi fra loro, distanti geograficamente, per esperienza spirituale e di vita.

Che quelle confessioni possano essere, per quei giovani della GMG, come il colloquio notturno fra Gesù e Nicodemo, il punto di partenza per una nuova tappa della propria vita spirituale.
Che anche per tutti noi, che abbiamo potuto gioire per la gioia di quei fortunati ragazzi, quelle confessioni possano farsi esempio del modo in cui "vivere" ogni nostra confessione.
Così potremo dire anche noi, come sicuramente fece Nicodemo nel profondo del suo cuore, ripercorrendo la sua esperienza con Gesù, le parole che il Papa ha pronunciato nel suo viaggio aereo verso Madrid:


"La seminagione di Dio è sempre silenziosa, non appare subito nelle statistiche. E con il seme che il Signore mette nella terra con le GMG, è come con il seme del quale Egli parla nel Vangelo: qualcosa cade sulla strada e si perde; qualcosa cade sulla pietra, e si perde; qualcosa cade tra i rovi, e si perde; ma qualcosa cade sulla terra buona e porta grande frutto. 
Proprio così è anche con la seminagione della GMG: molto si perde – e questo è umano. Con altre parole del Signore: il granello di senape è piccolo, ma cresce e diventa un grande albero. Con altre parole ancora: certamente, molto si perde, non possiamo subito dire: da domani ricomincia una grande crescita della Chiesa. Dio non agisce così. Ma cresce in silenzio e tanto. 
So dalle alte GMG che sono nate tante amicizie, amicizie per la vita; tante nuove esperienze che Dio c’è. 
E su questa crescita silenziosa noi riponiamo fiducia e siamo sicuri, anche se le statistiche non parleranno molto, che il seme del Signore realmente cresce e sarà per moltissime persone l’inizio di un’amicizia con Dio e con altri, di un’universalità del pensiero, di una responsabilità comune che realmente ci mostra che questi giorni portano frutto. Grazie"!

sabato 20 agosto 2011

BIBBIA E LITURGIA: riflessioni sul legame fra la Parola e la Messa



Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, 
dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto,
 la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

(Lc 8, 15)




Nella catechesi di mercoledì 3 agosto, il Santo Padre Benedetto XVI ci ha rammentato l'importanza della lettura e meditazione personale della Bibbia, invitandoci a dedicare quel tempo che -spesso in vacanza- destiniamo ai libri, proprio all'approfondimento della Parola di Dio.
"Molti cristiani non leggono mai la Bibbia, e hanno di essa una conoscenza molto limitata e superficiale" , ha detto il Papa, e purtroppo è vero, per molti di noi l'incontro con la Parola di Dio si limita al suo ascolto in Chiesa, durante la Messa domenicale, ma dimentichiamo che solo una maggiore interiorizzazione di questo meraviglioso e ricco testo ci può aiutare a vivere meglio sia la nostra vita spirituale, che la stessa partecipazione attiva al Santo Sacrificio.
Il Papa ci ha allora esortato a riprendere in mano questo Testo Sacro, magari cominciando da quei piccoli libri dell'Antico Testamento che sono meno conosciuti ai più.
E' infatti necessario ricordare che la Bibbia è un continuum di libri, che non c'è "scissione" fra vecchio e nuovo Testamento; che alcuni dei drammi esistenziali dell'uomo sono presenti anzi con maggiore risalto proprio nei libri che precedono la venuta del Cristo e che sottolineano la continua ricerca del senso della vita, del dolore...ricerca che l'uomo riesce a "elevare" proprio e solo in Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza. 
Ecco che allora il Santo Padre ci ha invitati ad iniziare, ad esempio, con "il Libro di Tobia, un racconto che contiene un senso molto alto della famiglia e del matrimonio; o il Libro di Ester, in cui la Regina ebrea, con la fede e la preghiera, salva il suo popolo dallo sterminio; o, ancora più breve, il Libro di Rut, una straniera che conosce Dio e sperimenta la sua provvidenza. 
Questi piccoli libri si possono leggere per intero in un’ora".
Ma poi ci ha spinto a fare un passo verso libri "più impegnativi, e autentici capolavori, sono il Libro di Giobbe, che affronta il grande problema del dolore innocente; il Qoèlet, che colpisce per la sconcertante modernità con cui mette in discussione il senso della vita e del mondo; il Cantico dei Cantici, stupendo poema simbolico dell’amore umano. Come vedete, questi sono tutti libri dell’Antico Testamento".
C'è infine un salto di qualità che per noi cristiani cattolici è necessario:
 "E il Nuovo? Certo, il Nuovo Testamento è più conosciuto, e i generi letterari sono meno diversificati. Però, la bellezza di leggere un Vangelo tutto di seguito è da scoprire, come pure raccomando gli Atti degli Apostoli, o una delle Lettere".
La lettura "continua" del Vangelo è un'esperienza, in un certo senso, unica: ci consente, poco per volta, di scoprire quel filo rosso che lega ogni azione, parola, gesto di Gesù e ne fa realmente un significato continuo, una realizzazione piena della Sua missione salvifica!

C'è poi, e il Papa lo ha in parte rammentato, un legame strettissimo fra Bibbia e Liturgia.
Legame che nella Messa N.O. salta maggiormente agli occhi perché si attinge di più alla ricchezza biblica, con le varie letture ed anche perché queste vengono proclamate in italiano.
Come si legge nella costituzione conciliare sulla Liturgia, la Sacrosantum Concilium, "massima è l'importanza della Sacra scrittura nella celebrazione liturgica.
Da essa infatti vengono tratte le letture da spiegare nell'omelia e i salmi da cantare, del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preci, le orazioni e gli inni liturgici, e da essa prendono significato le azioni e i segni.

Cristo è sempre presente nella sua chiesa, specialmente nelle azioni liturgiche. E' presente nella sua parola, giacché è Lui che parla quando nella chiesa si legge la sacra Scrittura.
E' presente quando la chiesa prega e salmeggia".

L'ordinamento generale del Messale Romano (OGMR) sottolinea proprio come "dell'afflato e dello spirito della Sacra Scrittura sono permeate appieno le preghiere, le orazioni e gli inni" della Santa Messa "e da essa derivano il loro significato le azioni e i segni sacri".

C'è dunque uno stretto legame fra Bibbia e Liturgia: la Santa Messa ha un fondamento, un carattere (per dirla alla buona) biblico, e allo stesso, la Liturgia della Parola prepara il fedele alla Liturgia Eucaristica, all'incontro con Gesù Vivo e Vero nel Santissimo Sacramento.
Dice infatti l'OGMR: "La Messa è costituita da due parti, la Liturgia della Parola e la Liturgia Eucaristica; esse sono così strettamente congiunte da formare un unico atto".

Occorre dunque, come diceva il Cardinale Albino Luciani (poi Papa Giovanni Paolo I), "studiare la Bibbia, leggere, amare la Bibbia.
La liturgia è pervasa da capo a fondo nella Bibbia.
E' necessario che la conosca, che la legga non solo il sacerdote, ma anche il popolo, altrimenti non può capire la liturgia.
Dobbiamo quindi leggere e far leggere di più  la Bibbia.
La Bibbia è parola di Dio viva; suscita e alimenta nella comunità cristiana di tutti i tempi la fede;
la Bibbia è soprattutto storia di salvezza. Il suo modo di procedere è conforme ai gusti esistenzialistici dell'uomo d'oggi, che si chiede, sulle cose, non tanto cos'è, ma che utilità mi porta?
Strumento validissimo per formare la comunità cristiana a vera e profonda religiosità è considerata la Liturgia.
Ma la Liturgia è tutta impregnata di Bibbia; e non pratica bene, se non si conosce la Bibbia".

Rendiamoci conto della "fortuna" che abbiamo a disposizione: "i tesori della Bibbia" (Sacrosantum Concilium) ci sono stati offerti con grande magnanimità!
Pensiamo solo al fatto che un tempo -neanche troppo lontano!- la Bibbia poteva essere letta soltanto in latino, cosa che la rendeva meno accessibile a molti.
Oggi tutti possiamo invece tenere nelle nostre case una copia della Parola di Dio nella nostra lingua; se pure non prendiamo parte alla Santa Messa quotidiana è pur vero che possiamo e dobbiamo cibarci giornalmente di questo nutrimento che è la Sacra Bibbia!
Leggiamo, meditiamo la Bibbia: la nostra partecipazione alla Santa Messa ne avrà beneficio, perché conosceremo meglio Dio stesso, attraverso le ricchezze che ci svela nella riflessione sulla Sua Parola (che ascoltiamo anche nel corso del Rito Sacro), la nostra vita interiore sarà più ricca, la nostra vita attiva sarà maggiormente coerente agli insegnamenti del Vangelo.

Diventeremo realmente il seme caduto nella terra buona, perché ascolteremo la Parola con cuore buono e perfetto e produrremo frutto con la nostra perseveranza!

mercoledì 17 agosto 2011

PEREGRINATIO 2011 reliquiario Santa Teresina del Bambin Gesù

Pubblico con gioia quanto ricevuto da una mia carissima amica, sulla Peregrinatio 2011 di un reliquiario di Santa Teresina del Bambin Gesù.

Le informazioni relative alle reliquie ed all'urna artistica che le contiene sono state preparate da Padre Sangallo ocd, del convento di Ferrara.
Troverete -alla fine del post- il programma completo delle visite, suddiviso in due immagini.
Per ingrandire o salvare i file è sufficiente, come al solito, cliccare sulle immagini.


Spero che in tanti abbiano la possibilità di andare a far visita alla Santina, accogliendola con gioia nelle proprie parrocchie...e soprattutto nel proprio cuore!





"Dal 1° SETTEMBRE 2011 - 3 OTTOBRE 2011 avrà luogo in Italia la PEREGRINATIO di un Reliquiario insigne di Santa Teresa di Gesù Bambino.
Il Reliquiario contiene un osso del piede di Teresa di Gesù Bambino. 
Esso è sormontato da una statua in bronzo dorato della santa, replica di quella che si trova al cimitero di Lisieux, ed è firmata frère Marie-Bernard. Il tutto è stato eseguito presso l'Atelier Frères & Cie di Parigi. La statua in bronzo dall'Atelier Barbedienne di Parigi. 
Sul davanti la scritta latina: Quam pulchre graditur filia principis ! Come cammina bene la figlie del principe! (Inno della Chiesa)

Dietro: Quam pulchri super montes pedes annuntiantis!"Quanto son belli, sui monti, i piedi di chi annunzia la Buona Novella" (Isaia 52,7).

A desta : Et adorabunt vestigia pedum tuorum omnes!
"E tutti si prostreranno fino alla pianta dei tuoi piedi" (Isaia 60,14).

A sinistra : Ambulavit pes meus iter rectum... a juventute!
"Il mio piede si incamminò per la via retta… fin dalla giovinezza" (Siracide 51,15)

Si tratta un reliquiario classico, impreziosito da smalti ed avorio che è stato creato per la prima ostensione solenne di una reliquia di Santa Teresa di Gesù Bambino al Carmelo, il giorno di Pasqua del 1928 alle ore 16.00 h".




lunedì 15 agosto 2011

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE DI MARIA SANTISSIMA



O Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l'immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa' che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. 
AMEN



Da "La figlia di Sion. La devozione a Maria nella Chiesa del Card. Joseph Ratzinger":

Il dogma dell'Assunta è semplicemente il grado supremo della canonizzazione nella quale il titolo « santo » viene attribuito nel senso più stretto, volendo significare cioè : interamente e 
totalmente nel compimento escatologico. 
Con ciò si dischiude ormai il contesto biblico fondamentale, che garantisce tutta l'affermazione. Noi possiamo cioè asserire che il dogma dell'Assunta non fa che descrivere nel suo contenuto ciò che è stato interiormente presupposto ed affermato nel grado supremo del culto; nel medesimo istante ci si può e ci si deve allora ricordare che il vangelo stesso profetizza ed esige il culto di Maria:
« D'ora in poi tutte le generazioni mi cm ameranno beata » (Lc 1,48)
è un compito assegnato alla chiesa e la registrazione di Luca presuppone che la glorificazione di Maria già esiste nella chiesa del suo tempo e che egli la ritiene un dovere della chiesa per tutte le generazioni. Egli vede incominciare questa lode di Maria col saluto di Elisabetta:
« Beata colei che ha creduto... » (Lc 1,45)".


domenica 14 agosto 2011

TRIDUO ALLA MADONNA ASSUNTA- 3° giorno



(Murillo- Assunta)

O Maria immacolata assunta in cielo, tu che vivi beatissima nella visione di Dio:
di Dio Padre che fece di te alta creatura,
di Dio Figlio che volle da te essere generato uomo e averti sua madre,
di Dio Spirito Santo che in te compì la concezione umana del Salvatore.
O Maria assunta nella gloria di Cristo nella perfezione completa e trasfigurata
 della nostra natura umana.
O Maria porta del cielo, specchio della luce divina, santuario dell'alleanza tra 
Dio e gli uomini, lascia che le
nostre anime volino dietro a te, lascia che salgano dietro il tuo radioso cammino
 trasportate da una 
speranza che il mondo non ha, quella della beatitudine eterna.
Confortaci dal cielo o Madre pietosa e per le tue vie della purezza e della 
speranza guidaci un giorno
all'incontro beato con te e con il tuo divin Figlio, il nostro Salvatore Gesù. Amen



 Dai Sermoni di Sant'Antonio di Padova:

E poiché l’umiltà e la povertà della beata Vergine Maria furono ornate con l’illiba­tez­za, si aggiunge: “Vaso d’oro massiccio”. La beata Vergine fu “massiccia” per la vergini­tà, e quindi poté contenere la sapienza. Invece “il cuore dello stolto”, come dice Salomone, è come un vaso incrinato che non può contenere la sapienza (cf. Eccli 21,17). Questo vaso è stato oggi adornato di ogni specie di pietre prezio­se, cioè con ogni privilegio di doni celesti. Ricevette le ricompense di tutti i santi, colei che generò il Creatore e il Redentore di tutti. Su questo vaso, ornato di ogni pietra preziosa, concorda ciò che leggiamo nel libro di Ester, dove si racconta che “dovendo costei entrare alla presenza del re, non cercò ornamenti muliebri: l’eunuco Egai, custode delle vergini, le fece indossare l’abbiglia­mento che egli stesso scelse. Ella era molto avvenente e di incredibile bellezza, e appariva amabile e graziosa agli occhi di tutti. Fu dunque introdotta nella stanza del re Assuero. E il re la amò più di tutte le altre donne e pose sul suo capo il diadema del regno” (Est 2,15-17)


Il Salmo 24 recita: 
"Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro"

Maria Santissima ebbe mani innocenti, cuore puro e corpo verginale.
Imitiamola, ciascuno in base al proprio stato di vita: anche chi è chiamato alla vita matrimoniale può e deve conservare la purezza del cuore e vivere la castità propria di questo sacramento.
La purezza è dunque un dono che ciascuno di noi deve coltivare, recuperare se lo si è perduto: non esiste solo la verginità fisica, ma anche una verginità di spirito che è sempre possibile recuperare! Pensiamo a Santi come Agostino!
Chiediamo a Maria Santissima che ci aiuti in questo compito a volte difficile, affinché nella purezza del cuore, cioè degli affetti, del pensiero e del corpo (ciascuno in base al proprio stato), possiamo salire il monte del Signore!

sabato 13 agosto 2011

TRIDUO ALLA MADONNA ASSUNTA- 2° giorno LA POVERTA'


(Murillo- Assunta)

O Maria immacolata assunta in cielo, tu che vivi beatissima nella visione di Dio:
di Dio Padre che fece di te alta creatura,
di Dio Figlio che volle da te essere generato uomo e averti sua madre,
di Dio Spirito Santo che in te compì la concezione umana del Salvatore.
O Maria assunta nella gloria di Cristo nella perfezione completa e trasfigurata
 della nostra natura umana.
O Maria porta del cielo, specchio della luce divina, santuario dell'alleanza tra 
Dio e gli uomini, lascia che le
nostre anime volino dietro a te, lascia che salgano dietro il tuo radioso cammino
 trasportate da una 
speranza che il mondo non ha, quella della beatitudine eterna.
Confortaci dal cielo o Madre pietosa e per le tue vie della purezza e della 
speranza guidaci un giorno
all'incontro beato con te e con il tuo divin Figlio, il nostro Salvatore Gesù. Amen





 Dai Sermoni di Sant'Antonio di Padova:

"E poiché l’umiltà si custodisce e si conserva con la povertà, è detta vaso d’oro. Giustamente la povertà è detta “d’oro”, perché rende ricchi e splendenti coloro che la praticano. 
Dov’è la vera povertà, vi è ciò che è sufficiente. Dove c’è l’abbondanza c’è anche l’indigenza. Per questo dice il Filosofo: “Succede raramente che l’abbondanza non produca qualche danno” (Walther, Carmina).
 E Bernardo scrive: “In cielo c’era grande abbondanza di tutte le cose: soltanto la povertà non si trovava. Essa abbondava invece sulla terra e l’uomo non conosceva il suo valore. Venne dunque il Figlio di Dio a cercarla per renderla preziosa con il suo apprezzamento”.


Maria Santissima fu povera di beni materiali, ma fu ricca di Dio, fu ricolma di Spirito Santo, piena di amore: così piena da poterlo donare per tutti i secoli all'umanità intera, da quando Gesù le disse: "Donna, ecco tuo figlio" ed in quel figlio era identificato tutto il genere umano...di ogni tempo, anche quello che già aveva preceduto la morte redentrice di Nostro Signore!
"Alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore" recita il Salmista.
Rimaniamo distaccati dalle ricchezze "passeggere". 
Sull'esempio di Maria, attacchiamo il nostro cuore all'unica vera ricchezza che può renderci sempre pieni, sempre felici, per tutta l'eternità: Gesù!