lunedì 4 luglio 2011

LA PARTECIPAZIONE ATTIVA ALLA SANTA MESSA- Prima parte-




 "Nella sacra Liturgia facciamo esplicita professione di fede
 non soltanto con la celebrazione dei divini misteri, con il compimento del Sacrificio e l'amministrazione dei Sacramenti, ma anche recitando e cantando il Simbolo della fede,
 che è come il distintivo e la tessera dei cristiani, 
con la lettura di altri documenti
 e delle Sacre Lettere scritte per ispirazione dello Spirito Santo. 
Tutta la Liturgia ha, dunque, un contenuto di fede cattolica, 
in quanto attesta pubblicamente la fede della Chiesa".

(Pio XII- Enciclica Mediator Dei)





Parlare di partecipazione "attiva" alla Santa Messa, potrebbe ingenerare qualche confusione, inducendo a pensare che partecipino solo coloro che si occupino dell'animazione dei canti, della preparazione dell'offertorio, o chi legga le letture, chi aiuti come ministro straordinario dell'Eucaristia....
E' invece importante comprendere ed interiorizzare l'effettiva realtà: tutti noi che prendiamo parte al Sacro Rito, siamo chiamati a partecipare attivamente alla Santa Messa, ecco il motivo per cui è di vitale importanza comportarci in maniera degna del Sacrificio della Croce che si rinnova in maniera incruenta in ogni Santa Messa, senza distrazioni di sorta (come il guardare chi entra e chi esce, il borbottare per un'omelia un po' più lunga), insomma....senza "passività".

L'immagine che illustra queste riflessioni (e che vuole esserne il punto di partenza) viene da un Messalino per ragazzi del 1959, quindi precedente alla riforma liturgica ed al Concilio Vaticano II, ma il concetto di fondo, tratto dalla "Mediator Dei"  di Pio XII rimane più che mai valido, anzi, forse quasi si rende più necessario ricordare ciò che scrisse il Pontefice, oggi che ha preso piede una "creatività errata" in campo liturgico, come più volte denunciato anche dal Santo Padre Benedetto XVI.
(Interessante è il carteggio pubblicato recentemente, dell'allora Card. Ratzinger con Matias Augè. Al punto 3 della risposta del porporato si legge:  "l’unità del Rito Romano è minacciata dalla creatività selvaggia, spesso incoraggiata da liturgisti ")
Solo se rimaniamo convinti (e agiamo di conseguenza) che la liturgia sia  "opera di Cristo Sacerdote" e non semplicemente frutto della "libertà" umana, è possibile partecipare attivamente alla Santa Messa, ricordando che il vero PROTAGONISTA è Gesù!
La Santa Messa non richiede semplicemente una partecipazione abitudinaria o autoreferenzialie (ossia: non vado per incontrare Gesù, ma per fare qualcosa che riguarda solo me...come in un monologo in cui non fare intervenire né il principale protagonista né gli altri che si trovano in quello stesso luogo).

Scriveva Pio XII, nell'Enciclica: "constatiamo con dolore che in alcune regioni il senso, la conoscenza, e lo studio della Liturgia sono talvolta scarsi o quasi nulli, dall'alto notiamo con molta apprensione che alcuni sono troppo avidi di novità e si allontanano dalla via della sana dottrina e della prudenza"
Tralasciando il secondo punto (l'avidità di cose nuove), sul quale in rete si trovano vaste "documentazioni" (e anche alcuni articoli pubblicati sull' O.R. come quello di Mons. Ravasi), è importante chiedersi: siamo abbastanza "catechizzati" sulla liturgia?
Ammesso che non ci sia modo di prendere parte a catechesi parrocchiali sul tema, se veramente vogliamo fare della Liturgia il punto di partenza ed il culmine della nostra vita spirituale, dovremmo avere tutto l'interesse e l' "amore" ad informarci personalmente, attraverso qualche buon sito (come Marantha, dove è reperibile il Messale Romano, il Messale per il rito Tridentino...e molto altro materiale), o qualche buon testo (ad es. INTRODUZIONE ALLO SPIRITO DELLA LITURGIA, di Joseph Ratzinger).
Non incappiamo nell'errata convinzione che, al giorno d'oggi, la catechesi liturgica non serva!
Forse non distinguiamo la colletta dalla semplice orazione.... forse non conosciamo di quante "parti" sia composto il Santo Sacrificio....allora, abbiamo bisogno di...catechesi liturgica!

"Si conosce solo ciò che si ama" dice Sant'Agostino...allora, se amiamo Gesù Cristo e crediamo che la Messa sia il memoriale della Sua Passione.... proviamo a conoscere la Liturgia Sacra, per viverla con maggiore consapevolezza e frutto! 
A volte, infatti, manchiamo di questa conoscenza del Sacro Rito e lo dimostriamo in vari modi... Un esempio?
Avendo modo di partecipare alla Messa anche al di fuori dalla mia Parrocchia, noto una cosa che è comune a molte assemblee (di varie parti d'Italia): si assiste all'imbarazzante scena del celebrante che, dopo l'orazione :
"Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa"
...deve far cenno ai fedeli di alzarsi...perché la maggior parte rimane beatamente seduta (alzandosi dopo l'orazione successiva)!
Basterebbe usare correttamente il "foglietto" della Messa (dove disponibile) per notare come il popolo dovrebbe immediatamente alzarsi dopo quelle parole....
Questo è solo un piccolo esempio, ma è sintomatico di come si stia perdendo, per molte persone, il senso della "gestualità" del corpo, che "riflette", testimonia l'importanza dei vari momenti della Santa Messa, per cui ora si sta seduti, ora ci si alza, ora ci si inginocchia....
Ecco cosa ci dice il nostro "Messalino-spunto di riflessione" proprio sull'importanza ed il significato dei gesti nel corso della Santa Messa:


In effetti, se si avvia un processo nel quale non conosciamo più l'ordine del Rito stesso (dove per ordine intendo la "sequenza" delle varie parti che lo compongono, il nostro doverci alzare/sedere), rischiamo di farne, appunto, una partecipazione passiva, dove il celebrante è costretto a scrollarci dal nostro torpore di abitudine, facendoci cenno di alzarci, di sederci, di chinare il capo per la benedizione....

Ma continuiamo a riflettere con l'aiuto dell'enciclica di  Pio XII:
"La sacra Liturgia è il culto pubblico che il nostro Redentore rende al Padre, come Capo della Chiesa, ed è il culto che la società dei fedeli rende al suo Capo e, per mezzo di Lui, all'Eterno Padre: è, per dirla in breve, il culto integrale del Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè del Capo e delle sue membra".
Ora, proviamo a pensare all'espressione "culto pubblico": l'aggettivo pubblico, sul dizionario, viene definito come qualcosa "che riguarda tutti, che è comune a tutti, che è di comune utilità" e anche "divulgato, manifesto, universale, diffuso, palese, popolare".
Dunque, potremmo semplificare, la Sacra Liturgia non è, innanzitutto, una preghiera esclusivamente "personale", solitaria.
Va al di là della dimensione del mio incontro in solitudine con Dio, ma mi coinvolge, in questo incontro, assieme tutti gli altri fratelli nella fede che sono presenti, che compongono l'assemblea liturgica....e non solo, visto che nella Santa Messa preghiamo (come dimostra espressamente proprio la preghiera dei fedeli) anche per tutta l'umanità e per i defunti!
Il Catechismo della Chiesa Cattolica lo puntualizza: "le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è sacramento di unità" e ancora "il termine Liturgia significa originalmente opera pubblica, servizio da parte del/e in favore del popolo".

Pensando a questo aspetto, potremmo già notare alcune cose che, seppur piccole, sottolineano a volte una mancata comprensione del concetto.
Pensiamo alla recita del Credo o del Pater, nel corso della Messa.
Capita di sentire i cori di destra e di sinistra, quelli a rallenty e quelli troppo veloci...ognuno prega come "singolo" e non come "comunità".
Nel pregare come assemblea e non come singolo fedele, si inserisce anche, oltre la certezza della comprensione del concetto, anche l'atto esteriore di una preghiera scandita vocalmente all'unisono, seguendo il ritmo del celebrante, la cui voce di norma sovrasta leggermente le altre voci (fosse anche solo per il banale fatto che utilizza un microfono!).


FINE DELLA PRIMA PARTE

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