sabato 12 marzo 2011

NOVENA A SAN GIUSEPPE: Terzo giorno- L'amore di Dio ci fa dimenticare tutte le nostre fatiche!


 
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

Glorioso San Giuseppe, sposo di Maria e padre verginale di Gesù, pensa a me, veglia su di me,
insegnami a lavorare per la mia santificazione e prendi sotto la tua pietosa cura i bisogni urgenti che oggi io affido alle tue sollecitudini paterne.

Allontana gli ostacoli e le difficoltà e fà che il felice esito di quanto ti chiedo sia per la maggior gloria del Signore e per il bene dell'anima mia.

E in segno della mia più viva riconoscenza, ti prometto di far conoscere le tue glorie, mentre con tutto l'affetto benedico il Signore che ti volle tanto potente in cielo e sulla terra.
 
AMEN



Dalla "Pia Ricreazione" di Santa Teresa di Lisieux "La fuga in Egitto"

(n.b. le pie ricreazioni, nella vita del carmelo teresiano, sono dei momenti di sana distensione, paragonabili a delle piccole scene teatrali, che ricorrono specialmente in occasione di particolari festività)

A parlare, in questa scena, è lo stesso San Giuseppe:
"O Maria, lasciate che spenda le mie forze al servizio di Gesù.
Per Lui e per voi lavoro: questo pensiero mi dà animo, mi aiuta a sopportare la fatica e poi la sera, al mio rientro, una carezza di Gesù, un solo vostro sguardo mi fanno dimenticare le fatiche della giornata".

Possiamo immaginare la vita familiare di San Giuseppe impregnata di amore, preghiera e lavoro.
Una vita difficile, se vogliamo osservarla sotto il profilo prettamente materiale ed umano, in cui il lavoro diventa più che mai necessario, magari anche a ritmi serrati, per dare sostentamento a Gesù e Maria, i veri "tesori" del nostro Santo Patriarca.
Una vita resa più difficile dalla fuga in Egitto, che porta San Giuseppe ad allontanarsi dal suo ambiente e di certo anche dai committenti che normalmente gli affidavano del lavoro, per poi riprendere il lavoro in un nuovo ambiente, quello di Nazaret.
In una parola, una vita in cui, sul piano "professionale" il falegname Giuseppe è costretto dalle circostanze a ricominciare da capo, a ricercare nuova clientela, magari ad accontentarsi -inizialmente- di lavori di poco conto, pur di procurare il necessario alla sua famiglia.

In tutte queste fatiche, a sostenere "l'uomo giusto" c'è la forza della preghiera, che mai manca nella casa di Nazareth, e l'amore del Bimbo Divino e della Sua dolcissima Madre.
Nello scritto di Santa Teresina, la carmelitana condensa tutto nelle parole: "una carezza di Gesù, un solo vostro sguardo".

Non sono fantasie, e la serva di Dio Madre Maria Costanza Zauli, nei suoi scritti, ce ne offre un'ulteriore testimonianza:

"Appena nato Gesù, dopo che la divina Madre ne ebbe fatta l'offerta al Padre, l'infante, pienamente cosciente di quell'atto, aveva elevato gli occhi con indicibile espressione di devozione e di amore, poi, dopo aver guardato Maria, aveva fissato lo sguardo con filiale tenerezza su colui che gli teneva le veci del Padre celeste.
E quando, a sua volta, Giuseppe prese il bambino fra le braccia, questi gli trasmise una così abbondante effusione di grazia da sollevarlo spiritualmente ad altezze sublimi.
Ad ogni contatto con Gesù, San Giuseppe riceveva dal Figlio di Dio, il dono massimo: la più ampia e profonda conoscenza del Padre celeste.
Era una comunione ineffabile con la divinità, una contemplazione che lo beatificava, sprofondonandolo nella più compresa umiltà".

Prendiamo esempio da San Giuseppe: diamoci a Gesù, interamente, senza riserve, lavoriamo per Lui, nelle opere di apostolato, nel compimento pieno e perfettamente cristiano dei doveri del nostro stato, nella pratica dell'orazione.
In una parola: spendiamoci nella carità, come fece San Giuseppe e chiediamo a questo Santo Patriarca di poter dire le stesse parole che Santa Teresina gli mette in bocca: UNA CAREZZA DI GESU' E LO SGUARDO AMOREVOLE DELLA NOSTRA MADRE MARIA CI FANNO DIMENTICARE TUTTE LE PENE DELLA GIORNATA!

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