giovedì 7 ottobre 2010

NOVENA A SANTA TERESA D'AVILA. Secondo giorno: l'amore reciproco


O Santa Teresa di Gesù, che in terra hai tanto amato il tuo e nostro Dio ed ora in cielo lo ami con amore più puro e più grande: tu che hai sempre desiderato di vederlo amato da tutti gli uomini, ottieni, ti preghiamo, anche per noi la scintilla di questo santo amore. 
Fa' che tutte le nostre opere siano sempre impiegate nel compiere la volontà di Dio, che merita di essere infinitamente ubbidito e amato. 
Ottienici queste grazie, tu che tanto puoi presso di Lui, affinchè veniamo a goderLo con te, nella beata eternità del Paradiso. Amen




"Avere un grande amore reciproco è di grandissima importanza, perché non vi è nulla di così gravoso che non si sopporti facilmente fra coloro che si amano, e occorrerebbe che fosse cosa ben dura se riuscisse gravosa.
Se questo comandamento fosse osservato nel mondo come si deve, credo che aiuterebbe molto a fare osservare anche gli altri; ma, ora per troppo zelo, ora per poco, non si arriva mai ad osservarlo in modo perfetto. 
L'eccesso porta con sé tanto male e tante imperfezioni che, a mio giudizio, non può crederlo se non chi ne è stato testimone oculare.
Qui il demonio tende molte insidie, che in coscienze che si sforzano di piacere a Dio alla men peggio si avvertono poco, anzi sembrano ispirazioni virtuose.
Coloro che, invece, mirano alla perfezione, se ne rendono perfettamente conto, perché a poco a poco tolgono alla volontà la forza di applicarsi interamente all'amore di Dio".


Sono parole scritte da Santa Teresa, nel Cammino di Perfezione: a prima vista, parrebbero contraddittorie....cosa, infatti, potrebbe essere "eccessivo" nell'amarsi reciprocamente?
Per capirlo, anche se non avessimo modo di leggere le successive riflessioni teresiane, basterebbe pensare all'amore di Nostro Signore verso di noi.
Gesù ci ama, di amore infinito, GRATUITO e DISINTERESSATO.
Talmente "puro" è il Suo amore, che ci concede il dono più grande che potrebbe mettere a nostra disposizione: il libero arbitrio, la facoltà di scegliere se ricambiare o meno a questo amore, giorno per giorno, azione per amore, attimo per attimo.
Tuttavia, pur nel rispetto della nostra libertà, l'amore di Gesù è talmente "perfetto", da non mancare mai di assisterci, di indirizzarci.
Anche quando siamo lontani da Lui, non smette mai di farci ascoltare la voce della coscienza (o anche la voce di qualche buon amico, meno "astratta" della voce interiore), che ci dice di fare attenzione...perché stiamo agendo male, perché stiamo sbagliando, perché non ci stiamo migliorando.
Se poi ci avviciniamo a Lui, cominciando un cammino di conversione, questa voce si fa ancora più forte (anche se spesso torniamo a diventare duri d'orecchio) e ci fa comprendere come, in Dio, si fondano in maniera equilibrata, Giustizia e Misericordia.
Il Signore ci vuole tutti salvi, tutti con Lui nell'Eternità, e per questo è disposto a perdonarci, sempre, come anche Lui invita noi a fare (perdonare settanta volte sette!), ricordandoci di essere "misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro che è nei Cieli", ma la Giustizia divina esige che in noi si operi un processo di cambiamento vero, sincero, duraturo.
E allora, il Signore, a volte, agisce come il buon e saggio genitore, che "castiga" per correggere.

Ecco, a questo punto, il discorso di Santa Teresa d'Avila è facilmente comprensibile: se ci amiamo vicendevolmente di amore vero, puro, non ci "attaccheremo" a qualche persona (sia parente, amica o che altro), per quello che  semplicemente è (ad es. perché estremamente simpatica, o brava in una determinata attività), ma cercheremo di amare tutti quelli che ci stanno intorno avendo, come unico scopo di queste amicizie, la reciproca santificazione.
Dunque, non avremo timore di agire anche noi, sull'esempio del Signore, ora con amorevolezza, ora con giustizia, incoraggiando al bene quando è il caso, e invitando alla correzione quando è il momento di riportare qualcuno sulla giusta strada!

Questo modo di amare, inoltre, ci metterà al riparo anche da un "pericolo": quello di farci guidare, nella scelta dei "migliori amici", solo dalla nostra naturale inclinazione, dalla simpatia "a pelle".
Sappiamo infatti che, molto spesso, proprio a pelle, siamo spinti verso le persone che, razionalmente, comprendiamo non ci potranno aiutare nella crescita personale,  perché poco mature, o troppo superficiali....e così via.
E' la stessa Santa Teresa, che, ancora una volta, ci consiglia su questo punto: "se l'affetto inclina più verso una che verso un'altra (ne potrà essere altrimenti, trattandosi di un sentimento naturale, che molte volte ci porta ad amare la più imperfetta, se particolarmente dotata di innate attrattive), teniamo a freno il nostro sentimento per non lasciarci dominare da quell'affetto. Amiamo le virtù e le qualità interiori, sforzandoci sempre di non badare alle qualità esteriori".

Santa Teresa, offriva alle sue monache -come rimedio- ad esempio quello di non intrattenersi fuori dal necessario, con le consorelle per le quali si nutriva questo tipo di amicizia; per noi che siamo nel mondo, il discorso è facilmente "adattabile": se abbiamo a che fare, per motivi di lavoro, di vicinato, di studio, di parentela e via dicendo, con persone "imperfette", allora, evitiamo le occasioni superflue di contatto....e così facendo, eviteremo di intensificare ancora di più la naturale simpatia verso di loro!
Non solo, ma ci renderemo conto, man mano che opereremo un sano distacco, di quante occasioni di "pericolo" riusciremo ad evitare!
Pensiamo solo, ad esempio, a quanto potremmo peccare di "maldicenza", se stringessimo amicizia con una persona che ha il vizio del pettegolezzo!
Inoltre, il mantenere i rapporti strettamente necessari con queste conoscenze, non ci impedirà nemmeno di fare con loro del sano apostolato, dando il buon esempio, correggendo anche con buoni consigli, nelle occasioni di incontro.

Chiediamo al Signore, per intercessione di Santa Teresa, di essere capaci di amarci vicendevolmente, in maniera totalmente spirituale e pura, come oggi lei ci invita a fare, in questo secondo giorno di novena.

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