domenica 10 ottobre 2010

NOVENA A SANTA TERESA D'AVILA. Quinto giorno: il distacco da sé stessi

O Santa Teresa di Gesù, che in terra hai tanto amato il tuo e nostro Dio ed ora in cielo lo ami con amore più puro e più grande: tu che hai sempre desiderato di vederlo amato da tutti gli uomini, ottieni, ti preghiamo, anche per noi la scintilla di questo santo amore. 
Fa' che tutte le nostre opere siano sempre impiegate nel compiere la volontà di Dio, che merita di essere infinitamente ubbidito e amato. 
Ottienici queste grazie, tu che tanto puoi presso di Lui, affinchè veniamo a goderLo con te, nella beata eternità del Paradiso. 
Amen


Quest'oggi, Santa Teresa ci descrive un'ulteriore tappa da percorrere, nel nostro "Cammino di Perfezione": il distacco da noi stessi, specialmente dall' "amore di questo corpo".
Premesso che è anche doveroso rispettare e curare la propria persona fisica, riconoscendo  nel corpo un dono del Signore che va custodito, è ovvio che non bisogni mai, nemmeno a questo riguardo, cadere negli eccessi, dimostrando quindi un attaccamento troppo scrupoloso al fisico, alla salute, alla bellezza esteriore.

Ecco quello che ci dice la mistica d'Avila: alcune persone "sono così attaccate, per natura, ai loro agi, che hanno molto da fare a tale riguardo, e altre amano tanto la salute.
E' una cosa sbalorditiva vedere le lotte che per questa ragione devono sostenere".

Il pericolo di badare in maniera "sbagliata" alla propria salute, spesso riguarda anche quanti decidano di incamminarsi verso la santità, ma che temano, ad esempio, di compiere qualche sacrificio per il Signore, affermando che, proprio quei piccoli "fioretti", potrebbero minare la salute!
Quante volte, abbiamo detto o sentito dire, che il digiuno è nocivo, che fa male rinunciare alla carne il venerdì...e via dicendo?
In verità, nessuno è mai morto per un digiuno quaresimale, e nemmeno per aver mangiato, di venerdì, formaggio invece che carne bovina!
E' anche vero che, la Chiesa, nel prescrivere determinate rinunce, esenti le persone troppo giovani o anziane dal praticarle, così come pure, coloro che abbiano particolari problemi (seri) di salute.
Per tutti gli altri, sarebbe utile, riflettere su quanto sia proprio l'attaccamento "sbagliato" al fisico e alla salute a farci considerare, a "priori", alcuni sacrifici come dannosi....quando invece non lo sono affatto, e, anzi, ci aiutano nel cammino dell'ascetica, liberandoci dall'eccessivo amore verso noi stessi!

Quello che ci occorre, su questo punto, è l'equilibrio, che ci impedirà di cadere sia  nella "trascuratezza" che nell' "esagerazione".
Santa Teresa, invitava infatti le sue monache (e anche tutti noi!) a non sottoporsi a penitenze "senza misura né giudizio" tali da far perseverare nell'intento "solo due giorni".

Trovare questo equilibrio ci sarà utile anche per capire che la salute è sì un dono prezioso, ma non è sempre in nostro "potere" conservarla, e occorrerà dunque accettare di buon grado le prove fisiche che il Signore vorrà inviarci, considerandole come uno strumento per ottenere pazienza e una sofferenza da offrire per la nostra e altrui salvezza .
Inoltre, parlando nello specifico di malanni NON GRAVI, Santa Teresa esorta alla pazienza.... così come, nell'ipotesi di seria infermità, invita a rimettersi alle cure di chi si deve occupare di noi!
"Mi sembra una grande imperfezione questo continuo urlare e lamentarsi con la voce flebile dell'inferma.
Anche se siete ammalate, se potete, non fatelo, per amore di Dio.
Quando il male è grave, si lamenta da solo.
Considerate che siete poche e che basta una che abbia questo malvezzo per essere causa di pena a tutte, se vi amate e vi è tra voi carità.
Chi è veramente malata lo dica e prenda ciò che le è necessario.
Se non è schiava dell'amore proprio, soffrirà tanto di concedersi qualunque sollievo, che non c'è da temere vi faccia ricorso senza averne bisogno o che si lamenti senza motivo.
In caso di vera necessità sarebbe decisamente un male non dirlo, e sarebbe peggio che le consorelle non ne avesse compassione".

Basterebbe mettere in pratica questi consigli, nell'affrontare i piccoli "disturbi" di salute o gli acciacchi tipici dell'età e avremmo già fatto grandi passi, nel cammino di santità.
Pensiamo ad es. a cosa accada in una famiglia, quando uno dei componenti si lamenti sempre e molto, di piccoli fastidi, che non richiederebbero tanto "vociare".
Finirà che tutti gli altri familiari, sarannoo costretti a stargli sempre attorno, anche solo per accertarsi se tutto questo gran lamento sia vero o meno, con grande aggravio della fatica altrui, non solo fisica, ma anche psicologica...in quanto aumenterà lo stress, la preoccupazione e si starà sempre...in pensiero, in uno stato di tensione continua!

Affrontare i malanni con serenità, renderebbe tutto più semplice: il malato sarebbe meno inquieto, perché sopporterebbe con pazienza il disturbo, aspettando che passi da solo o con l'uso di pochi rimedi. mentre chi lo assiste, potrebbe farlo con più calma, vedendolo sereno.
Al contrario, chi si innervosisce per un malanno anche da poco, e pretende subito di trovarvi rimedio, chiedendo e attuando mille espedienti per guarire, finisce spesso con l'ottenere l'effetto contrario, come ci dice sempre Santa Teresa: "il nostro corpo ha questo di brutto: che quanto più si vede curato, tanto più scopre nuovi bisogni".
Sembra una cosa esagerata? Non lo è per nulla!
Pensiamo, ad esempio, a quelli che, non appena arrivi un raffreddore, comincino a far ricorso ad una marea di antibiotici (inutili), non comprendendo che, così facendo, quella medicina finirà con l'essere ancora più dannosa: il corpo si "abituerà" a quel farmaco e in caso di reale necessità, la medicina non riuscirà più a fare il suo dovere, cioè, debellare i virus!

Chiediamo a Santa Teresa di intercedere per noi, affinché il Signore ci conceda il dono dell'equilibrio nel rispetto del proprio fisico e della salute, in maniera tale da poterLo amare anche nelle prove che vorrà inviarci, da poterci privare di piccole cose per amor Suo e per la salvezza delle anime (consapevoli che una penitenza non è nociva!) e da diventare più pazienti, sopportando i piccoli malanni, senza diventare asfissianti con chi ci sta intorno!


Nessun commento:

Posta un commento