sabato 30 ottobre 2010

Facciamo memoria dei nostri cari defunti....la bella iniziativa degli Araldi del Vangelo, per il 2 novembre


Il giorno in cui ricorderemo i nostri defunti, si avvicina e segue, come sempre nel calendario liturgico, la festa di Tutti i Santi.
Come ben sappiamo, la festività del 2 novembre non rientra fra quelle di "precetto", ma, per chi potesse, sarebbe cosa buona prendere parte alla Santa Eucaristia, perché, come recita anche uno scritto, mentre le lacrime si asciugano e i fiori appassiscono, una preghiera sale direttamente al cuore di Dio, ed è il miglior dono che potremmo offrire ai nostri amici e familiari defunti.


E quale preghiera più "ricca", di infinito valore, di una Santa Messa?


Cosa altrettanto buona, sarebbe quella di far celebrare delle Messe per i nostri defunti, e gli Araldi del Vangelo dell'Associazione Madonna di Fatima (con sede a Mira- Venezia), hanno pensato proprio di offrire a tutti questa possibilità: il giorno 2 novembre, ricorderanno volentieri i nostri cari nella Santa Messa celebrata nella loro casa.


Se anche voi volete indicare dei nominativi di amici e parenti defunti, collegatevi alla pagina web che hanno preparato per voi, inserite i nomi di chi vorrete far ricordare e si aprirà automaticamente una e-mail con i dati da voi inseriti.

Non dovrete fare altro che spedirla! 

Con pochi minuti del vostro tempo, farete un regalo di immenso valore a quanti hanno bisogno, nell'aldilà, delle nostre preghiere!


Buon fine settimana a tutti!

venerdì 29 ottobre 2010

MEDITIAMO IL SANTO ROSARIO. I misteri della luce....i misteri dell'umiltà!


Qui trovate l'introduzione alla meditazione del Rosario e qui le meditazioni dei misteri gaudiosi.









I misteri luminosi sono, come lo stesso aggettivo ci dice, i misteri della “luce”, una luce che accompagna tutta l'esistenza terrena di Gesù....

Ecco come ne parla Papa Giovanni Paolo II (che integrò il Santo Rosario con questi misteri) nella lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae”:

“In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è la luce del mondo. Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno”.

Nella “luce” del mistero di Cristo rifulge anche la luce dell'umiltà di Nostro Signore, che si manifesta particolarmente in ciascuno degli episodi che mediteremo nei cinque misteri luminosi.
E' un'umiltà che dobbiamo imitare anche noi, guardando proprio al modello che è Cristo!

Seguendo le tappe della vita pubblica di Gesù, potremo comprendere ed assimilare l'invito di Nostro Signore all' umiltà: è infatti, questa, una qualità che ci sarà sempre necessaria nell'alimentare la vita attiva attraverso quella interiore, riuscendo così ad agire, nel nostro apostolato, con “discrezione”, senza pavoneggiarci degli eventuali doni che il Signore -gratuitamente- vorrà donarci, ma imparando anche a ricevere dagli altri, proprio come Gesù fa nel primo mistero, accogliendo il Battesimo amministratogli da San Giovanni Battista.

Rivolgiamoci con fiducia a Maria Santissima, affinché ci accompagni in questo cammino di meditazione, aiutandoci a seguire la via del farsi “piccoli”, umili servi del Signore, come lei stessa ha cantato nel Magnificat.
Come infatti afferma anche Papa Giovanni Paolo II, “in questi misteri, tranne che a Cana la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell'altro della predicazione di Gesù e nulla dicono di un'eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell'istituzione dell'Eucaristia. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo. La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: « Fate quello che vi dirà » (Gv 2, 5). È ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i 'misteri della luce'”.

Preghiamo affinché diveniamo capaci di accogliere anche noi la Vergine Maria nella nostra vita, come fece Gesù, sentendoci onorati di avere una guida, un'accompagnatrice così materna e buona, ma anche “discreta”, che ci aiuterà, se noi sapremo 
chiederle aiuto e

ascoltare la sua voce, non solo nel cammino della vita interiore, ma anche nella nostra “vita pubblica”, sul lavoro, nei rapporti con i familiari, gli amici, con i semplici conoscenti.
Che possiamo anche noi, come i servi delle nozze di Cana, mettere in pratica l'invito della Madonna: “fate quello che vi dirà” (Gv 2,5)

lunedì 25 ottobre 2010

TRIDUO A SAN GIUDA TADDEO


PREGHIERA  A SAN GIUDA TADDEO 


(San Giuda Taddeo - Santuario della Madonna delle Grazie- Racconigi Cn)


Apostolo glorioso, martire e congiunto di Gesù, S. Giuda Taddeo, che spargesti la vera fede tra le più barbare e distanti nazioni; 
che guadagnasti all'obbedienza di Gesù Cristo molte tribù e popoli col potere della tua santa parola, 
concedimi, te ne supplico, che da questo giorno io abbia a rinunciare ad ogni abitudine peccaminosa,
 che sia preservato da tutti i cattivi pensieri, e possa sempre ottenere la tua protezione, particolarmente in ogni pericolo e difficoltà, e che possa giungere salvo alla patria celeste, 
per adorare con te la santissima Trinità, 
il Padre, il Figliolo e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. 
Amen.


 Qui trovate un post di breve presentazione di questo Santo!

Buona settimana a tutti voi!

venerdì 22 ottobre 2010

Santi con discrezione. La strada...dei piccoli, secondo gli insegnamenti di Santa Teresa di Lisieux e di Suor Consolata Betrone


Se sapessi quanto Io godo, nel fare un'anima santa! 
Tutti dovrebbero farsi santi, per procurarMi questo piacere!
 Ne vuoi una pallida idea? 
Pensa alla gioia che prova una Mamma, quando vede il suo figlio tornare raggiante, con la Laurea conseguita. 
La felicità di quella mamma è indescrivibile. 
Ebbene, la Mia felicità nel vedere un'anima giungere a santità, supera immensamente questa debole immagine”.
 (Gesù a Suor Consolata Betrone)



Qualche anno fa, una mia carissima amica mi ricordò che: “Il Signore non fa un santo uguale a un altro”, esprimendo, con questa semplice frase, la grande “fantasia” di Dio, come “pittore” delle anime che aspirano alla santità e che si impegnano a tale scopo.

E ovviamente, Dio chiama tutti ad esser santi, ma ciascuno può raggiungere la vetta in una maniera personale, tutta propria, di modo che, realmente, nessun santo sia “uguale” ad un altro.
Ogni persona ha infatti, anche caratterialmente, connotati “originali” che la rendono “unica” e che si rispecchiano, di conseguenza, nel modo di diventare santi.
Pensiamo ad esempio a Padre Pio, molto diretto nel correggere, tanto da essere preso, alle volte e ingiustamente, per burbero; consideriamo Santa Teresina del Bambin Gesù, dolcissima invece nella sua fermezza con le novizie che le erano affidate....e sono solo due esempi.

D''altro canto, è anche vero che il Signore, per non lasciarci “smarriti” alla ricerca del “metodo” per santificarci, ci dona, non di rado, la strada che altri hanno percorso prima di noi, sulla base della quale possiamo plasmarci, in base alle personali inclinazioni, sentendo una “via” più conforme -rispetto ad un'altra- al nostro carattere, alle nostre difficoltà spirituali, anche alla nostra soggettiva “resistenza” alle prove della vita spirituale e "materiale".

Ritorniamo all'esempio di cui sopra: Padre Pio fu sacerdote, confessore, stigmatizzato. 
Ebbe un'esistenza già “intensa” per il suo ufficio di “dispensiere della Misericordia di Dio”, a questo si aggiunsero sofferenze spirituali e fisiche che non lo abbandonarono fino alla morte.
Di certo, non tutti sono chiamati a questo tipo di santità, sebbene non manchino in nessun tempo anime che si offrano “vittime” al Signore e sopportino con amore, particolari dolori.

Santa Teresina, pur avendo affrontato prove molto dure (come la morte dei genitori e infine la sua malattia), ci offre un modello di santità più alla portata di tanti di noi. 
Quello della piccola via, una via “molto corta”, da percorrere usando le “braccia di Gesù” come “ascensore” che ci conduca al Paradiso


E' la via della “santità con discrezione”, potremmo dire, che facilmente possiamo percorrere, anche quando, apparentemente, nella nostra vita di ogni giorno ci sembra di non avere nulla di eroico o straordinario, per mezzo del quale santificarci.

Imparando, invece, a seguire la piccola via di Teresina e la “piccolissima via” di Suor Consolata Betrone (che “elabora” la sua strada proprio partendo da quella della Santa carmelitana), scopriremo che le occasioni per farci santi senza apparenti grandi “prove” o sofferenze da vivere, senza essere chiamati a “compiti” particolarmente elevati, non mancano neanche a noi e che possiamo raccogliere, “collezionare” questi piccoli “sassolini” come fossero i punti di una “raccolta” per la santità!
Potremo “impiegare” per farci santi, le molte o poche occasioni di mortificazioni quotidiane, di carità, di obbedienza, che ci verranno offerte.

Diceva Santa Teresina: “Non perdere nessuna delle spine che incontri nel cammino di ogni giorno; con una di esse puoi salvare un'anima” e un secolo dopo, Suor Consolata Betrone, scriveva:“Si, o Gesù, con l'aiuto Tuo voglio darTi tutte le pietruzze che Tu mi chiederai ad ogni minuto, perché lo Spirito Santo possa fare il mosaico che brama. Vigilerò affinché non mi sfugga un atto di virtù”.

In questi pensieri delle due monache, ci sono già alcuni punti fermi da tenere in considerazione: 


in primo luogo, si parla di “spine” o “pietruzze, quindi, di qualcosa che provoca fastidio, ma un fastidio “sottile”, che una volta passato non lasci segno del dolore, ben diverso dalla sofferenza meno sottile richiesta ad altri, che potremmo paragonare ad una trave che ci cada su un piede o ad un fuoco che ci bruci la mano...questo vuol dire che nella piccola o piccolissima via della santità “con discrezione”, c'è sempre qualcosa che ci costerà fatica, per avere maggiormente merito dai nostri atti, ma che non ci cagionerà un'intensa sofferenza continua, non adatta di certo a tutte le anime.

In secondo luogo, queste spine e questi sassolini, ci consentono, se accettati veramente con amore e nonostante la nostra naturale inclinazione che ci spingerebbe in altra direzione, di "acquistare" a Gesù delle anime. 
Ogni atto di amore è infatti “moneta” che il Signore utilizza per convertire, dare luce, aiutare i nostri fratelli che hanno più bisogno. 
E contemporaneamente, fa salire anche a noi i gradini della vita spirituale. Quanto ciò sia vero, è Gesù stesso che lo spiegò a Suor Consolata: “Ama, ama incessantemente. Oh! Se comprendessi il valore di un atto d'amore! Esso vale più che qualsiasi penitenza o lavoro tu possa fare. Ed è per quello che il demonio te lo ostacola tanto”. 
E ancora : “Un Gesù ti amo ripara mille bestemmie. Ricorda che un atto di pure amore decide l'eterna salvezza di un'anima”.

In terzo luogo, occorre soffermarsi sulle parole : “che incontri” e “Tu mi chiederai”.
Sono espressioni che fanno comprendere come la sofferenza, gli atti meritori, possiamo (e dovremmo, se vogliamo seguire queste piccole vie), non cercarli, ma “accoglierli” man mano che ci vengono “offerti”, disseminati sul nostro cammino da Gesù stesso.

Questo non vuol dire rimanere passivi, o essere esentati dall'agire secondo carità. 
E' scontato che dovremo comunque agire con amore nei confronti di chi abbiamo intorno (familiari, amici, colleghi...nemici), ma è altrettanto vero che, evitando di andare a cercare noi stessi le “sofferenze”, non correremo il rischio di sottoporci a prove più grandi delle nostre capacità. Il Signore stesso non mancherà di spargere, nel corso della nostra giornata, le pietruzze più adatte...al nostro piede! 

E allora, proprio perché le opportunità di compiere atti meritori ci saranno offerte, potremo ricordarci le parole che Papa Luciani si sentì rivolgere, prima di essere eletto nel conclave del 1978:
“Coraggio, se il Signore dà un peso, dà anche l'aiuto per portarlo”.
In un certo senso, anche questo ci aiuta a “fidarci” di Gesù: fidiamoci perché Lui sa cosa sia migliore per la nostra santificazione e che tutto ciò che dispone sul nostro cammino, se compiuto con amore, se accettato, contribuisce alla nostra crescita spirituale ed alla Sua maggior Gloria.

Nel diario di Suor Consolata, leggiamo infatti queste parole, che Gesù le rivolse: “Trasforma tutte le cose disgustose che incontri sul tuo cammino in roselline. Raccoglile con amore e offriMele con amore”!
Per trasformare in rose “profumate” i nostri atti meritori, è proprio l'amore che ci serve, infatti, sempre nel diario di Suor Consolata, leggiamo queste parole di Nostro Signore: “Aiutami a portare la Croce non solo sopportando pazientemente, ma sopportando con amore”.

Se infatti sopportiamo con pazienza, ma non con amore, il nostro atto sarà, in un certo modo, incompleto...l'amore invece, ci consentirà di vedere, sempre, nell'occasione fastidiosa, nella persona invadente, nel parente difficile da sopportare....Gesù stesso! 
E dunque, di “elevare” il nostro agire!

E' illuminante, a tal proposito, un episodio che Santa Teresina riporta nel manoscritto C di Storia di un'anima. 
La carmelitana scrive di una consorella verso la quale provava una naturale antipatia, sentimento cui non vuole cedere.
Ragion per cui si sforzava di farle tutti i favori possibili e, quando avevo la tentazione di risponderle in modo sgarbato, mi limitavo a farle il mio più gentile sorriso e mi sforzavo di sviare il discorso. Un giorno, in ricreazione mi disse con un'espressione contentissima, press'a poco queste parole: Vorrebbe dirmi, mia Suor Teresa di Gesù Bambino, cosa l'attira tanto verso di me, che ogni volta che mi guarda la vedo sorridere?
Ah, ciò che mi attirava era Gesù nascosto in fondo alla sua anima, Gesù che rende dolce ciò che c'è di più amaro!”

Naturalmente, anche questo percorso di santità presenta le sue difficoltà, vivere in un continuo atto d'amore (elemento centrale della spiritualità di Suor Consolata Betrone e di Santa Teresina), significa vedere in tutte le persone Gesù (quindi trattarle di conseguenza!), vedere in ogni occasione “scomoda” che ci si ritrova sul cammino un invito alla santificazione....etc etc.....
Come Nostro Signore spiegava a Suor Consolata: “non che l'atto d'amore sia una croce, ma non perderne uno in qualunque condizione d'animo ti trovi, questo è croce, però che ti aiuterà a sopportare tutte le altre croci”.
Pensiamoci bene: si è normalmente più inclinati a fare del bene quando si è felici, in salute....mentre basta un po' di stanchezza, o l'essere presi da tanti impegni, per essere maggiormente tentati di dire di no, di essere sgarbati.
Però, stiamo sicuri che non ci mancherà l'aiuto di Gesù, se noi ci metteremo l'impegno.
Nel diario della clarissa cappuccina, leggiamo: “ciò che è mio è tuo. Consolata, e quindi tuo il Mio silenzio, la Mia pazienza, la Mia generosità, la Mia fortezza, il Mio amore per il Padre, la Mia carità per le anime”.

Che per intercessione di Santa Teresina e di Suor Consolata, il Signore ci ottenga queste belle qualità, per diventare anche noi “umili e miti di cuore” e camminare verso la santità!

martedì 19 ottobre 2010

Sotto il cielo di Roma....fiction su Pio XII


La Rai trasmetterà a breve una fiction dal titolo "Sotto il cielo di Roma", incentrata sulla figura di Pio XII e, a giudicare dai trailer, il prodotto cinematografico si presenterebbe "interessante" e lontano dagli stereotipi sul "silenzio" che tanto siamo abituati (purtroppo) ad ascoltare ogni volta in cui si parla di questo pontefice e del suo ruolo nel contesto della seconda guerra mondiale e del salvataggio degli ebrei dalla furia nazista.


Cercando materiale in rete, per documentarmi su questo sceneggiato, mi sono imbattuta in un interessante articolo dell' "American Catholic",  il quale, più che recensire il film, commenta in generale, la "questione" sul silenzio (presunto) di Pio XII e, per farlo, riporta alcuni stralci di una recensione del rabbino Dalin, su un volume fortemente antistorico e antipapale (anticlericale, anzi!).
Ecco alcuni passi molto significativi di questa recensione:


"Nel 1964, il Cardinale Paolo Dezza, rettore della Pontifica Università Gregoriana al tempo della seconda guerra mondiale, pubblicò un  articolo firmato, che statuiva INEQUIVOCABILMENTE come, durante l'occupazione tedesca di Roma, Pio XII gli avesse esplicitamente chiesto di aiutare gli Ebrei perseguitati e di agire con la maggior prontezza possibile.
Nel suo libro Gli ebrei salvati da Pio XII -del 2001- Antonio Gaspari raccoglie ulteriori testimonianze.
E, più recentemente, Gaspari ha casualmente scoperto nuovi documenti, che stabiliscono che, fin dal 1940, Pio XII ordinò esplicitamente, al suo segretario di stato, Luigi Maglione e all'assistente di Maglione, Giovanni Battista Montini (il futuro Paolo VI), di inviare denaro agli Ebrei protetti dal Vescovo di Campagna.
Papa Pio XII ordinò che Chiese e conventi in tutta Italia, ospitassero gli Ebrei, e, nella stessa Roma, 155 conventi e monasteri accolsero 5000 Ebrei durante l'occupazione tedesca.
Il Papa stesso mise a disposizione degli Ebrei senza tetto un rifugio fra le mura del Vaticano, e anche la sua residenza estiva di Castel Gandolfo.

Il libro di Goldhagens non contiene alcuna discussione su Castel Gandolfo, che occupa un posto unico negli annali del salvataggio degli Ebrei (e dei soccorritori cattolici) durante l'Olocausto: in nessun altro posto di tutta l'Europa occupata dai Nazisti, si trovavano così tanti Ebrei salvati e protetti per un così lungo periodo di tempo.

Quando i Nazisti richiesero una larga somma di denaro dagli Ebrei di Roma, Pio XII offrì di pagarlo, sebbene gli Ebrei fossero in grado di versarla senza il suo aiuto. 
Questo evidenzia che gli sforzi furono compiuti su ordine del Papa.

L'impegno di Pio XII per salvare gli ebrei di Roma dai nazisti era, in microcosmo, un riflesso degli sforzi da lui compiuti, per salvare gli ebrei d'Europa dai nazisti. 
Tutti lo sapevano, a quel tempo.
Durante e dopo la guerra, Pio XII fu salutato sia come un nemico dei nazisti che come un amico degli ebrei.
 Nessuno lo metteva in dubbio. 
Fu solo dopo la sua morte nel 1958 che una campagna di bugie, originariamente nata come parte della propaganda sovietica contro la Chiesa, istigò a macchiare il nome di questo santo e grande uomo. Queste calunnie sono state utilizzate, negli anni recenti, da parte di coloro che odiano la Chiesa, come un'ulteriore arma più  nella loro interminabile guerra  contro la Chiesa.


Il record storico è cristallino, così come cristallino fu Pio XII.
Elgi ha fatto più di ogni singolo altro uomo o donna per aiutare gli ebrei d'Europa nel momento di maggior pericolo, e merita di essere onorato per questo".

Sulla propaganda "antipapale" in questione, ci sarà modo di tornare, intanto, riflettiamo sui "dati storici" sopra riportati, per non farci portare fuori strada dalle tante "false verità" che sentiamo troppo spesso!

Vi lascio con il trailer della fiction "Sotto il cielo di Roma"


domenica 17 ottobre 2010

La Parola di Dio è viva ed efficace!


"La parola di Dio è viva ed efficace, discerne i sentimenti ed i pensieri del cuore": è quanto ci ricorda l'antifona al Vangelo di quest'oggi.


Ascoltando questa frase, ho spontaneamente pensato ad un concetto che, a prima vista, nulla avrebbe a che vedere con la vita interiore e la Parola, ma che, di fondo, può invece essere utile per meditare proprio su questo breve versetto, tratto dalla lettera agli Ebrei.

Il mio pensiero è, in un certo senso, "tecnico", riferito ai miei studi giuridici, si riannoda al principio di "efficacia del provvedimento amministrativo" e ci consente di comprendere il rapporto fra l'efficacia della Parola...e la necessità dell'efficienza del nostro agire in conformità ad essa!

In diritto amministrativo, un provvedimento è efficace quando riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati da un determinato programma, nel rispetto della legge e nel miglior modo possibile.
Il provvedimento non può essere essere "efficace di per sè": richiede un ulteriore fattore, ossia l'efficienza, vale a dire, la capacità (umana), di organizzare sapientemente le risorse impiegabili in rapporto all'azione.
Se, ad es. un provvedimento dice che Tizio deve essere assunto presso il ministero X...è ovvio che qualcuno lo dovrà comunicare a Tizio, altrimenti, l'efficacia "potenziale" dell'atto amministrativo, non produrrà effetti, perché Tizio non andrà a lavorare.
Ma, ancora, una volta che Tizio avrà saputo di essere stato assunto, dovrà fare lo sforzo di recarsi ogni giorno a lavoro, per non essere.....licenziato!

Per dirla brevemente: il raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla legge e dal provvedimento, richiede "equilibrio", cioè che non vi sia eccessivo spreco di risorse, ma nemmeno che si lesini su di esse, mettendo a repentaglio la realizzazione degli scopri prefissati, per "mancanza di impegno"!

Applicando il discorso "giuridico-amministrativo" alla vita spirituale, non solo interiore, ma anche esteriore, è facile trovare dei paralleli e riflettere su di essi.

Il nostro "provvedimento spirituale" è la Parola, che dobbiamo leggere e meditare nel cuore, interiorizzandola per poterla poi concretizzare nelle scelte, nei comportamenti, nelle decisioni di ogni giorno e nei rapporti con quanti incontreremo.
La Parola contiene in sé il "nocciolo", l'essenza dell'efficacia: gode di un'efficacia potenziale, nel senso che, di per sé, ci dice quanto tocchi a noi fare, per renderla "concretamente" produttiva di effetti.
Agendo in conformità ad essa, anche senza essere teologi, biblisti, esegeti,  il nostro operato consentirà di realizzare gli "obiettivi" che si prefigge, nel pieno rispetto di quelle che sono le verità di Fede enunciate nel Credo.

Ascoltando e mettendo in atto l'insegnamento del Vangelo, troveremo anche le direttive per non "sciupare" o, viceversa "risparmiare" eccessive risorse.
Il Signore, infatti, non ci dice solo "cosa fare", ma ci indica anche "COME"!
Prendiamo il caso degli "ammonimenti" al fratello che sbaglia (Mt 18, 15-18).
Il Vangelo non ci invita solo a "correggere", ma anche ad essere "moderati", ammonendo prima "a tu per tu", poi, in compagnia di uno o più fratelli e poi e della comunità, infine, ci dice di non sprecare più altre risorse e a quel punto, ci resterà ovviamente la preghiera, con cui accompagnare l'errante, affinché possa tornare sulla retta via.

Altro esempio potrebbe essere quello del digiuno: il Signore ci invita anche qui alla moderazione (non ci obbliga a fare una vita di digiuno, ma a digiunare in occasioni particolari, ad es. per scacciare alcune tentazioni!), ma contestualmente, non ci dice di metterci in completo "riposo" quando ci priviamo del cibo.
Al contrario, Gesù ci invita a renderci presentabili come tutti gli altri giorni, oltre che nell'aspetto esteriore (ben vestiti, ben lavati), anche in quello "psicologico" ("non assumete aria malinconica" Mt 6, 16).
In una parola: la moderazione, nel rispetto della Parola, ci consentirà di metterla in pratica , continuando ad agire in conformità al Vangelo, anche quando digiuniamo...perché un cattolico, non prende mai le "ferie" dall' agire cristianamente, dall'essere gioiosi, portatori di speranza e, soprattutto, dal rinunciare ad essere "ipocriti"!

Il Signore vuole dunque che l'efficacia della Parola rimanga strettamente connessa all'efficienza del nostro agire come buoni discepoli.
Nella Bibbia troviamo tutto quello che ci è necessario per regolare il nostro agire secondo la Legge di Dio, nella cui ottica rientra anche l'Antico Testamento, riletto alla luce del Vangelo in cui trova compimento!...
Pensiamo, ad es. al libro della Sapienza, che contiene vere perle di saggezza, anche per noi, uomini del terzo millennio!

Ma se noi non ci facciamo "sale della terra", la Parola rimane "sterile" in noi.

Diventiamo, dunque, il "terreno buono", su cui il seme, caduto, porta frutto, e facciamo in modo che, tutta la nostra vita, sia veramente impegno costante per concretizzare l'efficacia della Parola di Dio!
"Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio, e la osservano" (Lc 11, 28)

Buona Domenica a tutti!

venerdì 15 ottobre 2010

FESTA DI SANTA TERESA D'AVILA



PREGHIERA A SANTA TERESA DI GESU'
-scritta da Sant'Alfonso Maria de Liguori-


Oh Santa Teresa, vergine serafica, amata sposa del Tuo Signore Crocifisso
tu, che in terra, ardesti d'amore tanto intenso verso il tuo e mio Dio, e ora brilli come una 
fiamma splendente nel Paradiso, ottieni anche per me,
te ne prego, una scintilla di questo stesso fuoco ardente e santo,
 che mi aiuti a dimenticare il mondo, le cose create e anche me stesso,
poiché il tuo ardente desiderio era di vederLo adorato da tutti gli uomini.

Concedimi che tutti i miei pensieri, desideri e affetti
siano diretti sempre a fare la volontà di Dio,
Bontà suprema, nella gioia e nel dolore,
poiché Lui è degno di essere amato e ubbidito per sempre.

Ottienimi questa grazia, tu che sei tanto potente presso Dio,
che io mi infiammi, come te, del santo amore di Dio.

AMEN

Nell'augurare a voi tutti una serena festa di Santa Teresa d'Avila, vi invito a visitare le pagine web delle Carmelitane Scalze di Parma, per conoscere la "storia" della "laurea" conferita alla mistica spagnola, esattamente 40 anni fa, quando, il 27 settembre, fu proclamata "DOTTORE DELLA CHIESA".
Potrete anche gustare una splendida foto "panoramica" della Basilica di San Pietro, gremita di folla per l'occasione!

giovedì 14 ottobre 2010

NOVENA A SANTA TERESA D'AVILA. Nono giorno:il termometro del progresso spirituale!


O Santa Teresa di Gesù, che in terra hai tanto amato il tuo e nostro Dio ed ora in cielo lo ami con amore più puro e più grande: tu che hai sempre desiderato di vederlo amato da tutti gli uomini, ottieni, ti preghiamo, anche per noi la scintilla di questo santo amore. 
Fa' che tutte le nostre opere siano sempre impiegate nel compiere la volontà di Dio, che merita di essere infinitamente ubbidito e amato. 
Ottienici queste grazie, tu che tanto puoi presso di Lui, affinchè veniamo a goderLo con te, nella beata eternità del Paradiso. 
Amen



Con l'aiuto di Santa Teresa, abbiamo tracciato una serie di "obiettivi" da raggiungere, nel nostro "cammino di perfezione", un distacco progressivo da tutto quello che ci possa nuocere spiritualmente, e un maggiore amore verso quello che ci possa stimolare in questa crescita interiore (come l'amore alla povertà, l'amore vero per il prossimo, l'amore verso il Signore....).
A questo punto, Santa Teresa ci dice anche quale sia il "termometro" per misurare i progressi compiuti in questo nostro percorso:  si tratta dell'umiltà.
"Il modo di capire se siete progredite nella virtù, sta nell'esaminare ciascuna in se stessa se è la più miserabile di tutte e se lo dà a vedere con le opere, per il profitto e il bene delle altre; non se ha più gioia nell'orazione e nei rapimenti, o visioni o grazie di questo genere, per conoscere il valore delle quali dobbiamo aspettare d'essere nel mondo di là.
L'umiltà, invece, è una moneta che ha sempre corso; è una rendita che non può mancare, un fondo perpetuo e non un censo redimibile come questi beni che ci possono essere dati e tolti.
La vera ricchezza sta in una profonda virtù di umiltà e di mortificazione, in un'assoluta obbedienza, tale da non farci contravvenire d'un punto agli ordini del superiore, che sapete come sia davvero mandato da Dio, perché ne fa le veci".

Ora, è ovvio che il discorso teresiano sia rivolto alle monache che, vivendo nel monastero, hanno una "priora", ma chiunque di noi ha, nella vita quotidiana, persone che possano considerarsi al pari dei "superiori" di cui parla Santa Teresa: un figlio avrà i genitori, uno sposo avrà la sposa e viceversa, un penitente avrà il padre spirituale o confessore, un lavoratore il suo datore di lavoro...e così via.
Qualora ci provengano richieste lecite da parte di queste persone, la nostra obbedienza altro non sarà se non un fare la volontà di Dio, che si manifesta attraverso coloro i quali Lui stesso ci ha messo sul cammino, come nostri "superiori".
Non è un concetto di superiorità/inferiorità che voglia diminuire la dignità umana, al contrario, è un mezzo che ci rende liberi, ancora una volta, dal voler agire solo secondo l'istinto, aiutandoci invece a progredire nel controllo della volontà, nella carità, nell'umiltà.
La stessa Santa Teresa, in un'altra sua opera, il "Castello Interiore", consiglia infatti anche a quanti "non appartengano allo stato religioso" di "avere qualcuno a cui obbedire per non fare in nulla la propria volontà, che è in generale la causa della nostra rovina", purché questa persona cui prestare obbedienza, sia qualcuno che sappia procurare il nostro bene e che non ci "comandi" azioni illecite, o immorali....o dannose, in ogni caso, per la nostra anima e la nostra persona.

Quando ci renderemo conto di stimarci per quello che siamo, cioè un "nulla" in confronto a Dio, "servi inutili" che hanno fatto semplicemente quello che dovevano, e quando avremo anche maturato la capacità di obbedire prontamente a quanti fanno le veci di Nostro Signore, allora potremo dire di aver veramente intrapreso il cammino di perfezione e di essere sulla buona strada verso la santità.
Chiediamo a Santa Teresa che ci aiuti a perseverare in questo cammino!


Buona vigilia di festa a tutti!