sabato 20 febbraio 2010

La verità è che stavolta -forse- il polverone è finito prima del tempo! Riflessioni sul tema della “verità secondo Povia”

Ricordo il primo anno sanremese di Povia, che poi tanto sanremese non era (visto che non partecipò alla gara): "Quando i bambini fanno oh"... Motivetto orecchiabile, in fondo un concetto che era anche significativo, ossia quello dei piccoli che sanno sempre stupirsi davanti a tutto e tutti. A differenza di noi adulti e nonostante -per noi cristiani- ci sia il costante invito rivoltoci da Gesù, a farci “bambini”, per entrare nel regno dei Cieli.
Ha fatto seguito la storia dei piccioni fedeli...e anche lì, sebbene non impazzisca per questo tipo di musica, un senso -in fondo in fondo- ci poteva essere ancora.
Lo scorso anno è la volta di “Luca era gay”. Polverone e accuse a non finire. Tema forse scelto ad arte e strumentalizzato, ma a me la canzone era piaciuta, per il suo significato e anche perché la trovavo ben costruita, una storia raccontata alla maniera dei vecchi cantautori. Mi sembrava che Povia avesse fatto un salto di qualità.
Quest'anno si è tanto parlato, prima ancora del festival, dell'attesa canzone sulla vicenda di Eluana.
Ci si aspettava fuoco e fiamme e probabilmente qualcuno avrà guardato il festival solo per capire che pesci avrebbe preso Povia, in merito alla “questione”.
Il titolo non lascia dubbi: "LA VERITA'".
Buon per Povia, che evidentemente pensa di averla finalmente trovata!
Io non ho guardato la kermesse e per puro caso ho ascoltato il brano, che poi ho voluto meglio riascoltare, anzi vedere, in rete. Perché l'assaggio che mi era stato offerto dallo zapping altrui mi aveva fatto riflettere.
Parto dalla scenografia: studiata ad arte, come da solito delle esibizioni di Povia, noto per i suoi “piccoli gesti” coreagrafici sul palconscenico.
La cosa che mi ha immediatamente colpita è stata la “divisione” scenica delle due violoncelliste, una bruna, sguardo “fintamente” malefico e sfondo luminoso rigorosamente rosso, l'altra eterea e bionda, sfondo azzurro.
Insomma, quasi a imporci che dietro la vicenda Eluana Englaro, ci sia stato uno scontro di buoni e cattivi, anziché una questione di VITA.
Durante vari momenti dell'esecuzione, le due si puntano gli archetti l'una contro l'altra...finchè alla fine, quando Povia se ne va, rimangono come due fantocci, mentre anche i due schermi blu e rosso si fermano. Insomma, il cantante torna a dirci: tanto rumore per nulla? Ognuno rimane della sua idea!
Veniamo al testo, partendo da una considerazione. L'agenzia Ansa, riportava, in data 9 febbraio, una notizia in merito.
"Per 'Luca era gay' ci ho messo addirittura tre anni - racconta il cantautore, che prima di decidere se portare il brano al festival ha chiesto il permesso a Beppino Englaro -. 'La verita'' è nata in tre giorni ed è stranissimo. Non sono religioso né praticante, ma sono credente e mi viene da dire che qualcuno mi avrà aiutato a scriverla...".
Io ho pensato di avere le traveggole. O -in molti- abbiamo male interpretato il brano di Povia...o i conti non tornano!
Il brano ci presenta un'Eluana che direbbe (o meglio, penserebbe!): “Non voglio più dormire in fondo al mare e ti chiedo solo di volare ...sopra quella convinzione di avere la verità”.
Bene, a parere di Povia, sarebbe stata Eluana stessa a chiedere di morire. E come la mettiamo con le descrizioni crude e di tutt'altro parere, che sono venute fuori dall'autopsia????
Leggiamo quanto riporta Gianandrea sul suo blog... (Lo stato vegetativo è vita e Eluana un anno dopo) e ci faremo l'idea di quanto una vita sia sempre vita e come possa "sentire" a dispetto delle convinzioni di molti".
Il testo prosegue: “Ora posso amare, ora posso correre e giocare”.
Chissà, se Povia avesse aspettato a scrivere questa canzone, gli ultimi studi sulla “vita vegetativa” lo avrebbero fatto rinsavire. Ma certo, siamo in regime di libertà di parola! Allora possiamo anche dire le bugie e passerà tutto per libertà di pensiero!
Ma stiamo arrivando al punto clou della canzone.
Si passa per il giro di boa, in cui il cantante recita “Mamma, che ne sanno del dolore, di quello che si può provare” (che dire del dolore che si prova a vedersi e sentirsi, lasciati morire???), per arrivare al top di tutto il brano, che mi ha fatto trasalire: “Mamma che ne sanno di quando avevi tu vent'anni fatti di progetti e sogni in cui desideravi un figlio...e poi vedevi camminare e lentamente costruire la sua vita CON DIGNITA'?”.
Insomma, una vita è degna o indegna a seconda dell'essere perfettamente sani oppure no.
La vita di Eluana non era “dignitosa” solo perchè trascorsa, per molti anni, in un letto, in stato vegetativo?
Una madre dovrebbe guardare con occhi meno “fieri” un figlio, perchè malato, mentre nei suoi sogni di giovane donna, quel figlio se lo immaginava perfetto?
Cosa direbbero quelle tante mamme che vivono un calvario costante, per seguire figli gravamente ammalati, menomati, con handicap gravi, quelle donne che decidono di portare a termine gravidanze senza speranza?????
Non è questione di dignità della vita, è solo questione di CORAGGIO di fare determinate scelte. Scelte che sorpassano la nostra capacità umana, che richiedono un grande atto di Amore e di Fede (per chi ce l'ha o la desidera e la chiede a Dio!).
Non nascondiamoci dietro il dito del concetto di "dignità" della vita. Ogni vita è vita ed è già per questo motivo degna di essere vissuta! 
C'è un bellissimo testo, sul blog della mia amica Danila, che fa molto riflettere. Riporta la storia vera di una madre che ha amato e voluto fortemente il proprio bambino, nonostante sarebbe morto a poche ore dal parto. Una testimonianza splendida, che ci dimostra come la vita sia dignitosa per l'essere vita in sé, dono di Dio, che ci chiama ad un compito che non sta a noi “quantificare” in termini di salute, di successo, di carriera. E soprattutto, non sta a noi decidere quando “concludere”.
Che dire...il testo di Povia lascia a desiderare, non semplicemente un testo "povero" nelle parole, ma spaventosamente "vuoto" nel contenuto...e pericolosissimo per i concetti distorti di "amore" e di "vita" che vorrebbe propagandare.
Non a caso, il Cardinale Saraiva Martins, aveva affermato, già nei primi giorni di febbraio e al proliferare delle prime indiscrezioni sul brano: "Se e' autentico il testo pubblicato da una rivista, la canzone di Povia 'rischia seriamente di essere interpretato come un inno all'eutanasia", aggiungendo che "la canzone di Povia giunge peraltro, nel momento meno opportuno, quando il Parlamento avrebbe bisogno di ragionare serenamente sulla Legge relativa al cosiddetto 'fine-vita' al suo vaglio, senza polemiche o condizionamenti esterni".
Rimane -a questo punto- l'inquietante domanda di fondo: "accantonata" la "spinosa" vicenda Englaro, il governo italiano, ha seriamente intenzione di affrontare ancora l'argomento?
L'unica cosa buona, di tutta questa bagarre, è questa: il polverone Povia, almeno per quest'anno, sembra essere finito prima del tempo. 

7 commenti:

  1. Sono uno "stranocristiano" che contesta l'interpretazione di comodo della chiesa di aver giocato sulle parole nell'affermare che siamo stati creati da Dio a sua immagine e somiglianza mentre io sostengo che siamo stati EMANATI a sua immagine e somiglianza, che è cosa ben diversa.
    E questo che c’entra? Mi dirai.
    C’entra perché cambia tutto.
    A immagine e somiglianza vuol significare che quale sua emanazione non possiamo non avere tutti i suoi attributi, anche quelli dell’infinito e dell’eternità.
    Quindi il problema non è quanto si vive, né come si vive, ma quali esperienze si fanno.
    Il discorso sarebbe lunghissimo .
    Sintesi della sintesi.
    Io la penso così: ogni emanazione tende a tornare alla matrice ripercorrendo una scala di valori, e programmandosi in un tempo infinito,infinite esperienze, che sia nel bene che nel male portano tutte alla maturità e quindi ineluttabilmente all’evoluzione.
    C’è chi sceglie l’esperienza di vivere nella ricchezza e nel potere e chi sceglie l’esperienza nella sofferenza.
    Quanti gradini salirà Berlusconi?
    Scusa se sono andato fuori tema, ma a me non piace politicizzare su una splendida creatura che ci osserva con serenità dai gradini più alti di quella scala di valori, infinitamente vicina alla matrice quanto infinitamente lontana da noi.
    Povia è stato bocciato.
    Povia non doveva portare la "sua verità" a San Remo.
    Immaginate se invece avesse vinto.
    La forza mediatica del festival avrebbe fatto sull'opinione pubblica, più danno di quanto ne ha già fatto il padre Beppino, il politico-chirurgo Ignazio Marino, l’imprenditore-ricercatore Umberto Veronesi, Rodotà, Cappato e quant’altri autorevoli abili imbonitori di perle di saggezza.
    Meno male che gli italiani hanno avuto, una tantum, una votazione non truccata che ha stravolto i piani di quei politici che avrebbero portato in parlamento una falsa opinione pubblica.
    Di Povia, che dire?
    Se la musica viene dall’anima e le parole dal cuore,
    questa romanza non viene e non va da nessuna parte.
    Solo chi è asservito alla logica del senso comune poteva scriverla.
    Un omaggio al padre che l’ha aiutata a farla morire e una pugnalata alla madre
    che non è riuscita a farla vivere.
    Veronesi, Marino, Rodotà, Cappato e … vergogna!
    La vostra conoscenza della scienza, della mente, del coma, degli stati di coscienza, della sofferenza è pari alla vostra ignoranza.
    Bastava accettare con umiltà che la verità … è sempre oltre, ed Eluana sarebbe ancora tra noi.
    La vita è un bene indisponibile.

    Michelangelo Blanco

    RispondiElimina
  2. Grazie del commento, non mi soffermo sulla prima parte, perchè sarebbe un discorso lungo (io condivido il concetto di "creazione") nè sul discorso politico, perchè il post non era riferito strettamente alla questione governativa in merito all'argomento "fine vita/eutanasia".

    Mi soffermo invece su queste tue parole:
    "La forza mediatica del festival avrebbe fatto sull'opinione pubblica, più danno di quanto ne ha già fatto il padre, il politico-chirurgo , l’imprenditore-ricercatore e quant’altri autorevoli abili imbonitori di perle di saggezza".
    Ecco, il punto è questo. I mass media oggi sono dei veri catalizzatori e hanno molta presa sulle categorie più giovani di spettatori, quelli che saranno le coscienze pensanti e agenti di domani. Sono stata sinceramente contenta che Povia non si sia classificato nemmeno fra i finalisti, poi se venderà o meno, il discorso è un altro, ma almeno -televisivamente parlando-non ci sarà il risalto che avrebbe avuto da vincitore.
    La cosa che mi ha stranamente colpita è: come mai una vicenda che ha fatto cosi' tanto parlare prima (anche il governo!) non ha avuto ora l'eco che ci si aspettava avesse (a partire da quella che si attendeva di sicuro Povia?).
    Le cose sono due: o la gente ha deciso di lavarsi le mani, prima di impilaccarsi in questioni serie, dicendo che se la vedano i diretti interessati, oppure qualcosa, dopo la vicenda Eluana, è cambiata (e non mi riferisco ai professoroni "dotti" che continuano a sparare sentenze", ma a noi "comuni" mortali). Non so se però, questo cambiamento, sia un semplice "anestetico" di cui le persone si siano imbevute (nel senso di "Ci siamo abituati anche a questo"), oppure ci si sia -anche inconsapevolmente- resi conto dei veri omicidi che si commettono con l'eutanasia.

    Grazie e buona settimana

    RispondiElimina
  3. Benissimo servirsi di una canzone, per ribadire i concetti che vanno sottolineati, dal punto di vista cristiano!!! Eluana e tutti gli altri malati terminali, hanno diritto a vivere fintanto che non sarà il loro stesso organismo a decidere che non ce la fa più, che è giunta l'ora di unirsi al Creatore! Perché anticipare la morte di una creatura, sapendo che comunque la nostra vita non è eterna? Così la penso anche sulla pena di morte. Dobbiamo morire tutti, che lo vogliamo o no, e lo faremo quando sarà il nostro momento: non sta agli altri decidere quando, né come!!! Così anche per l'aborto, che sia o no terapeutico. La testimonianza pubblicata dalla tua amica Danila non si ferma lì. In quel sito c'è un articolo anche sulla giornata per la Vita: anche lì ribadisce il concetto essenziale: la vita non ci appartiene, né la nostra né l'altrui! Dobbiamo solo rispettarle entrambe!
    Un abbraccio grandioso
    la tua cara amica Danila

    RispondiElimina
  4. Inutile dire che come cattolica condivido i discorsi di Maria e Danila. Non siamo noi ad aver scelto quando nascere, come nascere, dove nascere. La vita non ce la siamo cercata ... è un dono!

    Come tale va vissuta, accettata con tutti i "nessi e connessi".

    RispondiElimina
  5. Danilia, Eterja, grazie anche a voi!
    In questi giorni ho sentito alla radio, commenti vari, di padri di famiglia...molti di loro dicevano :"Mi sono commosso sentendo Povia, perchè anche io ho una figlia".
    Ahia, allora ho il livello di comprensione di molti è veramente, spaventosamente basso, oppure siamo arrivati alla mostruisità di "concepire" l'amore come un "ti uccido perchè altrimenti soffri".
    O ti uccido perchè cosi' non soffro io?
    In fondo è la dinamica dello sfascio di tutte le relazioni dell'oggi. Uccido quello che mi costa impegno, sacrificio, dedizione continua. E' cosi' anche con la vita degli altri.

    RispondiElimina
  6. Infatti Maria. Credo che il peccato in fondo sia sempre lo stesso ... l'egoismo. E' certamente più facile uccidere, eliminare il problema alla radice che condividere la sofferenza di una malattia con un proprio caro, senza contare che non si vuole più vivere nella Fede e nella Speranza, perchè Dio ha come ai tempi di Gesù la facoltà di guarire, vuoi per un intervento diretto di Dio o per un suo operare attraverso la medicina.

    Ti ho aggiunta nel mio link dei blog :)

    Una Santa domenica!

    RispondiElimina
  7. Ti ringrazio! Una santa Domenica anche a te!

    RispondiElimina