domenica 13 dicembre 2009

Pensieri per lo spirito / 3


«CHE IO RIABBIA LA VISTA»
Riflessioni nella memoria di santa Lucia

La chiesa di Venezia in cui sono custodite le spoglie della santa
Oggi si festeggia Santa Lucia, vergine martire cristiana, protettrice della vista, il cui corpo è custodito nella bella e luminosa Chiesa dei Santi Geremia e Lucia, in Venezia.
Lucia nacque probabilmente nel 281 a Siracusa, da famiglia forse già convertita al cristianesimo, e perse il padre quando aveva soli cinque anni.
Consacratasi a Dio -nel segreto del suo cuore- con voto di verginità, divenne l'oggetto dell'amore di un giovane, il quale, vedendo sfumare il suo desiderio di farla sua sposa, decise di denunciarla al prefetto della città che la condannò al martirio, tramite decapitazione.

Si dice che fra le tante torture inflitte alla Santa, vi fu quella di strapparle letteralmente gli occhi dalle orbite, mentre altri narrano di come Lucia avesse inviato i suoi occhi, deposti su un bacile d'argento, al giovane che di lei si era innamorato, altri ancora, al prefetto che la condannò a morte.
Quale che sia la verità, delle tante “versioni”, da cui deriva il titolo di “patrona della vista”, approfittiamo della festa di quest'oggi per chiedere a Santa Lucia di intercedere per noi, affinché possiamo riottenere la vista “spirituale”, proprio come il cieco nato del Vangelo di Marco.
Il cieco di Gerico, “nato cieco”, implora il Signore con questo accorato grido, pieno di fede: “Rabbunì, che io riabbia la vista”.
Pare quasi un paradosso...un cieco, tale fin dalla nascita, chiede di “Ri”avere la vista, non semplicemente di acquistarla!
Perché?
Perché nell'episodio del Vangelo non c'è soltanto la narrazione di una guarigione fisica, ma di una guarigione spirituale, di una nascita alla vita di fede!
Nasciamo tutti ciechi, cominciamo spesso a camminare nella via della fede e della pratica cristiana, seguendo l'esempio e l'insegnamento di altre persone, ma, quasi per un istinto naturale del cuore, che insegue quella scintilla divina che il Signore pone in tutti noi, ad un certo punto della nostra esistenza, sentiamo il bisogno di “vedere” oltre, di amare di più, di vivere in maggiore pienezza il nostro rapporto con Dio.
Ci sale in cuore quello stesso grido che si sprigiona dalle pagine del Vangelo, attraverso la voce di Bartimeo: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!” e il Signore, che, come dice il Salmista, “è vicino a chi lo cerca”, ci chiama anche Lui, ci invita ad andargli incontro, per vederlo più da vicino e imparare da Lui, che è “mite e umile di cuore”.
Ecco il senso di quanto Marco (Mc 10, 46-52) ci narra:
“Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!»”
A quel punto il cieco nato, getta in terra il mantello, simbolo della nostra “chiusura” del cuore a Dio, delle nostre zavorre spirituali, che offuscano i nostri occhi, e supplica con cuore sincero di riavere la vista e il Signore, ridona al cieco nato, quel dono da lui richiesto, dicendogli "Va', la tua fede ti ha salvato".
“Riavere la vista" significa riacquistare quella fede che tante volte smarriamo, o più semplicemente, ritornare a vedere Dio con gli occhi semplici dell'anima, che porta “marchiato a fuoco” lo stampo, la scintilla, del Dio creatore, rendendoci “assetati di Lui”.
Vuol dire ritrovare occhi limpidi, ripulendo le nostre pupille da tutto quello che li offusca, impedendo loro di guardare l'essenziale, il vero, il solo Bene.
Invochiamo Santa Lucia, affinché ci aiuti a riacquistare o rafforzare, proprio la vista dell'anima, attraverso la quale poter contemplare -nel nostro cuore- ogni cosa, in modo nuovo, attraverso gli occhi del corpo e fare anche noi come Bartimeo, il quale, riacquistata la vista, "prese a seguirLo per la strada".

1 commento:

  1. Che bella immagine di Santa Lucia, collegata al brano evangelico del "cieco nato"!!! Ogni giorno dobbiamo prendere a seguire per la strada della nostra vita il Cristo!!! Grazie per averci dato lo spunto per una profonda riflessione!

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